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‘Sottozero’ ispirato alla vera storia di Pietro Ioia



Al Teatro Bolivar di Napoli il 16 e 17 gennaio

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.

Al Teatro Bolivar di Napoli il 16 gennaio alle ore 21:00 e il 17 gennaio alle ore 18:30 va in scena il dramma carcerario ispirato alla storia vera di Pietro IoiaSottozero – Morte e rinascita di un uomo in gabbia. Regia di Sandro Dionisio. Scene Flaviano Barbarisi. Trucco Chris Barone. Musiche Mario Conte. Assistente alla regia Marina Billwiller. Si ringrazia Pasquale Mari.  In scena Ivan Boragine,  Marina Billwiller e lo stesso Pietro Ioia che, in un’interessante inversione dei ruoli, interpreterà uno dei suoi aguzzini.

Sottozero. È il valore di un uomo quando, colpevole o innocente, entra in un carcere italiano.
Sottozero. È la cella in fondo alla quale uomini armati, rappresentanti dello Stato, seviziavano e massacravano uomini nudi e indifesi. Sottozero. È la considerazione che il Belpaese da alla missione rieducativa dell’istituto di pena. Sottozero. È la storia vera di Pietro Ioia, caduto e risorto dalle sue ceneri, ma anche dei tanti Pietro Ioia che da quell’inferno non sono più usciti. Sottozero. Il gelo nelle ossa e sulla pelle. Perché nessuno si senta escluso. “Sottozero”, opera ispirata alla storia vera di Pietro Ioia, è un dito puntato contro il fallimento dello Stato nella missione di rieducazione che un istituto di detenzione dovrebbe avere.

Da un’idea di Antonio Mocciola, e scritto dallo stesso con Sandro Dionisio, lo spettacolo, cui i racconti di Ioia hanno offerto lampi di verità, è un viaggio nell’incubo di un ragazzo napoletano, che invecchia in carcere e ne esce dopo 22 anni, trovando la forza di raccontare le vessazioni subite e le ingiustizie patite. La regia di Dionisio non lascia scampo, serrata e spietata disegna tutte le traiettorie di un sistema infame e vigliacco, del tutto simile a quello che, all’esterno, produce la delinquenza quotidiana a cui assistiamo da decenni.

In un confronto a due tra un detenuto e un suo aguzzino, “Sottozero” diventa presto, per lo spettatore, un claustrofobico inferno di parole e gesti, di soprusi e violenze ai limiti del sopportabile, fino allo spiraglio di luce finale.
Oggi Pietro Ioia è il presidente dell’associazione Ex Detenuti di Poggioreale, ed è attivissimo nella difesa di chi è ancora tra le mura del carcere, e non ha la voce per gridare il proprio dolore.

 

 

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