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Società civile e Massoneria nello spazio rumeno

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Massoneria


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Dopo le rivoluzioni del 1848 – 1849, le logge massoniche vissero un periodo di sviluppo interno, diventando, nelle città in cui operarono, veri e propri catalizzatori della società civile.

In seguito alla realizzazione del dualismo austro-ungarico nel nuovo contesto riformista, le officine massoniche provvidero a formalizzare la propria esistenza.

Il 30 gennaio 1870, dieci logge del rito giovannito si unirono, formando la Gran Loggia Gioannita d’Ungheria. Tre anni dopo, quelle attive di rito francese costituirono il Grande Oriente d’Ungheria.

Nel 1873 il Ministero dell’Interno dell’Impero austro-ungarico emanò un decreto che garantiva la libertà di funzionamento delle associazioni e delle fondazioni alle quali lo Stato partecipava solo in misura limitata. Era una premessa che forniva ottimi auspici anche per lo sviluppo delle officine massoniche.

Le due Grandi Logge si fusero nel 1886, dando vita alla Gran Loggia Simbolica d’Ungheria; adottando come rito, lo ‘Schroeder’, relativamente semplificato, la Massoneria, in Ungheria e Transilvania, assunse una componente prevalentemente sociale con il coinvolgimento in attività filantropiche, la creazione e la gestione di istituzioni di beneficenza, il sostegno di progetti culturali…

Delle 80 logge attive in Ungheria fino al 1914, all’inizio della prima guerra mondiale, 12 operavano in Transilvania. In questo spazio, subito dopo il 1870, si consolidarono sia numericamente che come organizzazione interna.

Ad esempio, nel 1871, la loggia di Timisoara ‘Cei Trei Crini Albi’, ovvero ‘I Tre Gigli Bianchi’, pubblicò il primo giornale massonico sul territorio dell’Ungheria e della Transilvania – ‘Union’.

Negli anni 1870 – 1871, nella città di Arad, sorsero le logge Szechenyi e Fraternitas, la prima affiliata alla Grande Loggia Gioannita, la seconda al Grande Oriente d’Ungheria.

Un’altra importante venne ricostituita a Cluj, nel 1886, affermandosi, nei decenni successivi, come la più rappresentativa della Transilvania e del Banato e inaugurando il suo tempio, il primo del suo genere nella regione, il 21 dicembre 1889.

La Loggia ‘Unio’ di Cluj riuscì ad inserirsi attivamente nella comunità cittadina, assumendo, in generale, un programma progressista, sostenendo la modernizzazione del sistema educativo, la creazione di società di beneficenza e associazioni teatrali, istituendo scuole destinate ai lavoratori e alle giovani madri senza possibilità materiali.

Nella seconda metà del XIX secolo, le logge massoniche della Transilvania e del Banato svolsero un’attività simile a quelle dell’Europa centrale.

In tale periodo, nelle principali città, tra cui Cluj, Oradea, Arad, Timișoara, Lugoj, Târgu-Mureș, Baia-Mare, furono innalzate le colonne di diverse officine e le comunità urbane avvertirono positivamente l’attività dei massoni a più livelli, con la creazione di associazioni e fondazioni caritative, centri per orfani e bisognosi, istituzioni filantropiche e culturali, ma anche edifici specificamente massonici – templi – alcuni dei quali sono ancora in piedi.

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Autore Antoniu Martin

Antoniu Martin, storico e analista politico rumeno, specializzato nella storia recente e geopolitica. Ha pubblicato diversi libri sul comunismo rumeno e dell'Europa Orientale, nonché studi e articoli su argomenti di attualità nel campo delle relazioni internazionali.