L’ultimo Sovrano del Regno delle Due Sicilie è stato ricordato in occasione del 130° anniversario della morte
Venerdì 27 dicembre 2024, alle ore 18:30, nella Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta in Nola, la Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, come da consuetudine ultraventennale, ha celebrato una Santa Messa in memoria del Servo di Dio Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie, VII Gran Maestro della Sacra Milizia, nella ricorrenza del 130° anniversario del suo pio transito, avvenuto giovedì 27 dicembre 1894 ad Arco, in Trentino.
La solenne Concelebrazione Eucaristica è stata presieduta dal Parroco Don Domenico De Risi, Canonico del Capitolo della Cattedrale di Nola, concelebranti il Cancelliere delle Curia di Nola, Don Angelo Masullo, Canonico Tesoriere del Capitolo della Cattedrale di Nola, e il Parroco di Sant’Agnello Abate in Gargani di Roccarainola, Don Carlo Giuliano, Cappellano di Merito, assistiti dal Diacono permanente Giovanni Prevete, Cavaliere di Ufficio.
La Prima Lettura (1Gv 1,1-4 – Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi) ed il Salmo Responsoriale (Sal 96 (97) sono stati recitati dal Responsabile della Comunicazione della Delegazione di Napoli e Campania, Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
Il Vangelo (Gv 20,2-8 – L’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro) è stato proclamato dal Diacono Giovanni Prevete, Cavaliere di Ufficio, che ha recitato anche la Preghiera dei fedeli.
Ha assolto la funzione di Cerimoniere Giuseppe Russo, Cavaliere di Merito.
All’inizio del Sacro Rito, Don De Risi ha ricordato la figura dell’ultimo Sovrano del Regno delle Due Sicilie.
Nella sua omelia, Don De Risi si è soffermato sulla figura di San Giovanni, Apostolo ed Evangelista, confrontando le sue opere a partire dal Vangelo con l’Apocalisse e le sue Lettere.
Giovanni la cui fede non è stata mai scalfitta, rimane con Maria ai piedi della Croce mentre gli altri vanno via, corre al sepolcro per primo, insieme a Pietro.
Successivamente Don De Risi è ritornato sulla figura dell’ultimo Sovrano del Regno delle Due Sicilie, sottolineando tra le sue virtù eroiche quella della mitezza.
Beati i miti perché erediteranno la terra.
Con questa beatitudine Gesù non intende esaltare la condizione sociale dell’uomo, ma la sottomissione religiosa e la fiducia in Dio, che si traduce in pazienza e dolcezza. I miti non ‘conquisteranno’ la terra, ma la ‘ereditano’.
E il Servo di Dio Francesco II di Borbone è stato un mite. Una figura di grande dignità e moralità, con un profondo senso religioso e del dovere verso Dio e i suoi sudditi. La sua decisione di abbandonare Napoli durante l’invasione garibaldina, cercando di evitare inutili sofferenze per la popolazione, è una scelta altruista e responsabile, segno della sua preoccupazione paterna.
Il fatto che, nel momento di lasciare la Reggia, portò con sé solo oggetti di devozione e ricordi familiari, anziché ricchezze o simboli di potere, accentua la sua nobiltà d’animo e la sua capacità di affrontare la perdita con serenità, la sua semplicità e il suo distacco dai beni materiali.
La ‘serena compostezza’ e la ‘straordinaria fiducia nella forza superiore del bene’ di Francesco II, suggerisce un’ammirazione per la sua forza interiore e il suo comportamento di sovrano consapevole e moralmente saldo di fronte alle difficoltà.
La figura di Francesco II di Borbone è da prendere da esempio e da idealizzare come quella di un monarca che, pur vivendo eventi difficili e drammatici, ha mantenuto una grande forza morale, ispirando con ciò, rispetto e ammirazione.
A guidare la rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania, in vece del Delegato, il Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia, il Responsabile della Comunicazione ad interim, Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
Ha partecipato in rappresentanza della Real Commissione per l’Italia, il Responsabile della Comunicazione, Comm. Vik van Brantegem, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
Inoltre hanno partecipato il Cavaliere di Merito con Placca d’Argento Gesualdo Marotta; i Cavalieri di Merito Nicola Amodeo, Francesco Saverio Barbato Romano, Antonio Caputo, Luigi Cerciello, Raffaele Grilletto, Carlo Iavazzo e Giuseppe Russo; la Dama di Merito Lorenza Gargiulo De Stefano, accompagnata dalla figlia Silvia Aurea Aurelia; i Cavalieri di Ufficio Paolo Carbone, Bruno Di Palma, Raffaele Renzullo, Valerio Stefano Sacco e Antonio Sommese; i Postulanti Mauro Barbarsi, Silvio Beducci, Vincenzo Fusco e Gennaro Napoletano; familiari ed amici della Sacra Milizia.
Al termine della Santa Messa, prima della Benedizione conclusiva, il Responsabile della Comunicazione ad interim della Delegazione di Napoli e Campania, Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, ha espresso la vicinanza in preghiera al Delegato per le Puglie e Basilicata, Avv. Dario de Letteris, Cavaliere Gran Croce di Jure Sanguinis, per la tragica scomparsa del fratello Gerardo, avvenuta a causa di un incidente stradale il 24 dicembre 2024.
Quindi, ha ringraziato i celebranti e il diacono, i partecipanti e il Comm. Vik van Brantegem, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, Responsabile della Comunicazione della Real Commissione per l’Italia, per la loro presenza, formulando loro gli auguri per il Nuovo Anno.
Successivamente, il Comm. Vik van Brantegem ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.
Dopo la Santa Messa, si è svolto in sagrestia lo tradizionale scambio degli auguri, seguito da un vin d’honneur e un brindisi augurale per il nuovo anno.
Successivamente, si è tenuta un’agape fraterna presso un ristorante nolano.