Il significato della solennità religiosa
L’Assunzione in Cielo della beata Vergine Maria viene sempre celebrata con grande solennità nella Chiesa della Trinità in Viterbo – il santuario mariano cittadino – ove è venerata la Madonna Liberatrice, patrona della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, fin dalla sua istituzione per volontà dell’allora Gran Maestro, l’Infante di Spagna S.A.R. il Principe Don Carlos di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie.
Alla solenne Santa Messa, officiata il 15 agosto 2023 dal Priore dei Padri Agostiniani, Padre Giuseppe Cacciotti, O.S.A., ha preso parte una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina, guidata dal Delegato, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere di Gran Croce Jure Sanguinis con Placca d’Oro, che al termine del rito ha corrisposto un’offerta per il culto mariano.
La solennità dell’Assunzione al Cielo della beata Vergine Maria fu istituita da Papa Pio XII proclamando il 1° novembre dell’Anno Santo 1950 solennemente per la Chiesa Universale come dogma di fede l’Assunzione al Cielo della beata Vergine Maria, con la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus:
Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.
Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.
Nello stesso anno 1950, i Padri Agostiniani hanno solennizzato la proclamazione da parte di Papa Pio XII del dogma mariano dell’Assunta con una lapide, posta di fronte alla Cappella Costantiniana dedicata al Santissimo Crocifisso.
Maria dopo l’ascensione – Essendo piaciuto a Dio di non manifestare apertamente il mistero della salvezza umana prima di effondere lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della Pentecoste “perseveranti d’un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria madre di Gesù e i suoi fratelli” (At 1,14); e vediamo anche Maria implorare con le sue preghiere il dono dello Spirito che all’annunciazione, l’aveva presa sotto la sua ombra.
Infine la Vergine immacolata, preservata immune da ogni macchia di colpa originale finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell’universo per essere così più pienamente conforme al figlio suo, Signore dei signori e vincitore del peccato e della morte.
Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium del 21 novembre 1964, 59
La Vergine Assunta, recita il Messale romano, è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina.
Questo perché l’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale. È una solennità che, corrispondendo al natalis (morte) degli altri santi, è considerata la festa principale della Vergine.
Il 15 agosto ricorda con probabilità la dedicazione di una grande chiesa a Maria in Gerusalemme.
Il primo scritto attendibile che narra dell’Assunzione in Cielo della beata Vergine Maria, come la tradizione fino ad allora aveva tramandato oralmente, reca la firma del Vescovo San Gregorio di Tours, 538 – 594, storico e agiografo gallo – romano:
Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa.
Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò.
All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso.
Il Dottore della Chiesa San Giovanni Damasceno, 676 – 749, scriverà:
Era conveniente che colei che nel parto avea conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte.
Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina.
Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste.
Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre.
Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio.
La Madre di Dio, che era stata risparmiata dalla corruzione del peccato originale, fu risparmiata dalla corruzione del suo corpo immacolato, Colei che aveva ospitato il Verbo doveva entrare nel Regno dei Cieli con il suo corpo glorioso.
San Germano di Costantinopoli, 635 – 733, considerato al vertice della mariologia patristica, è in favore dell’Assunzione e per tre principali ragioni: pone sulla bocca di Gesù queste parole:
Vieni di buon grado presso colui che è stato da te generato. Con dovere di figlio io voglio rallegrarti; voglio ripagare la dimora nel seno materno, il soldo dell’allattamento, il compenso dell’educazione; voglio dare la certezza al tuo cuore. O Madre, tu che mi hai avuto come figlio unigenito, scegli piuttosto di abitare con me.
Altra ragione è data dalla totale purezza e integrità di Maria. Terzo: il ruolo di intercessione e di mediazione che la Vergine è chiamata a svolgere davanti al Figlio in favore degli uomini.
Leggiamo ancora nel suo scritto dell’Omelia I sulla Dormizione, che attinge a sua volta da San Giovanni Arcivescovo di Tessalonica, tra il 610 e il 649 circa, e da un testo di quest’ultimo, che descrive dettagliatamente le origini della festa dell’Assunzione, dato certo nella Chiesa Orientale dei primi secoli:
Essendo umano (il tuo corpo) si è trasformato per adattarsi alla suprema vita dell’immortalità; tuttavia è rimasto integro e gloriosissimo, dotato di perfetta vitalità e non soggetto al sonno (della morte), proprio perché non era possibile che fosse posseduto da un sepolcro, compagno della morte, quel vaso che conteneva Dio e quel tempio vivente della divinità santissima dell’Unigenito.
Poi prosegue:
Tu, secondo ciò che è stato scritto, sei bella e il tuo corpo verginale è tutto santo, tutto casto, tutto abitazione di Dio: perciò è anche estraneo al dissolvimento in polvere.
Infatti, come un figlio cerca e desidera la propria madre, e la madre ama vivere con il figlio, così fu giusto che anche tu, che possedevi un cuore colmo di amore materno verso il Figlio tuo e Dio, ritornassi a lui; e fu anche del tutto conveniente che a sua volta Dio, il quale nei tuoi riguardi aveva quel sentimento d’amore che si prova per una madre, ti rendesse partecipe della sua comunanza di vita con se stesso.
Nella Chiesa Cattolica, quella dell’Assunzione al Cielo della beata Vergine Maria è il dogma più recente. Ha solo 73 anni, ma come illustrato, la celebrazione di questo mistero di Maria affonda le radici nella fede e nel culto dei primi secoli della Chiesa, per quella profonda devozione verso la Madre di Dio che è andata sviluppandosi progressivamente nella Comunità Cristiana.
Già dalla fine del IV secolo e l’inizio del V, abbiamo testimonianze di vari autori che affermano come Maria sia nella gloria di Dio con tutta se stessa, anima e corpo, ma è nel VI secolo che a Gerusalemme, la festa della Madre di Dio, la Theotòkos, consolidatasi con il Concilio di Efeso del 431, cambiò volto e divenne la festa della dormizione, del passaggio, del transito, dell’Assunzione di Maria, divenne cioè la celebrazione del momento in cui Maria uscì da questo mondo glorificata in anima e corpo in Cielo, in Dio.
Nel libro ‘Le feste cristiane’, San Giovanni Damasceno scrive che
l’Assunzione anticipa e prepara il nostro comune destino.
Dunque, ci rassicura sulla nostra stessa immortalità.
Per questo la solennità dell’Assunta è la più bella della liturgia Cattolica con la Pasqua e il Natale. Sì, perché noi Cattolici sentiamo la Vergine come Madre: di Dio, della Chiesa ma soprattutto di ognuno di noi.
La Vergine, come sappiamo, sentì come suo figlio non solo Gesù ma anche Giovanni, il più giovane degli Apostoli, affidatole dal Signore sul Calvario, con le parole pronunciate dalla Croce:
Figlio ecco tua madre, madre ecco tuo figlio.
San Giovanni Paolo II, in occasione della solennità dell’Assunzione del 2001, sottolineò che
in Maria, Assunta in cielo al termine della sua vita terrena, risplende la vittoria definitiva di Cristo sulla morte
certo
un evento che ci interessa da vicino proprio perché ogni uomo è destinato a morire, ma la morte non è l’ultima parola.
Nella catechesi in occasione del suo ultimo Angelus dell’Assunta, il 15 agosto 2012, Benedetto XVI usò espressioni non molto diverse per spiegarci la ricaduta dell’Assunzione nella vita di ciascuno:
È una realtà che tocca anche noi, perché ci indica in modo luminoso il nostro destino, quello dell’umanità e della storia.
In Maria, infatti, contempliamo quella realtà di gloria a cui è chiamato ciascuno di noi e tutta la Chiesa.
Papa Francesco, nella sua catechesi dell’Angelus del 15 agosto 2018, affermò:
La realtà stupenda dell’Assunzione di Maria manifesta e conferma l’unità della persona umana e ci ricorda che siamo chiamati a servire e glorificare Dio con tutto il nostro essere, anima e corpo
sottolineando che
servire Dio soltanto con il corpo sarebbe un’azione da schiavi; servirlo soltanto con l’anima sarebbe in contrasto con la nostra natura umana.