L’evento storico – religioso di L’Aquila attrae, anche quest’anno, una folla di fedeli e turisti
La basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila mercoledì 28 agosto 2024 ha accolto con solennità l’apertura della Porta Santa da parte di S.Em.R. il Signor Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo emerito di L’Aquila, in occasione della 730a Perdonanza Celestiniana.
Ha rappresentato un momento di profondo significato spirituale e comunitario, simbolizzando un’opportunità di perdono e di rinnovamento per la comunità diocesana.
Nella sua omelia, il Cardinal Petrocchi ha sottolineato l’importanza della pace e della carità in un periodo segnato da tensioni, conflitti e guerre:
Il Perdono è un potente antidoto al contagioso ed epidemico ‘virus del conflitto’, che insidia gravemente la vita comunitaria e civile.
La solenne Santa Messa, presieduta dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, concelebranti i Vescovi di Abruzzo e Molise, è stata preceduta dalla lettura sul palco antistante la basilica di Collemaggio della Bolla del Perdono da parte del Sindaco di L’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi.
Dopo la lettura della Bolla, l’Arcivescovo metropolita di L’Aquila, Mons. Antonio D’Angelo ha letto il capitolo della Bolla di Papa Francesco Spes non confundit per l’indizione del Giubileo 2025, in cui vengono citati la Perdonanza e San Celestino V.
In rappresentanza del Governo ha partecipato Eugenia Roccella, Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, presenti tutti i rappresentanti degli enti locali e una delegazione di parlamentari eletti in Abruzzo.
A conclusione del Sacro Rito, il Sindaco di L’Aquila è intervenuto con parole di ringraziamento, annunciando l’assegnazione del ‘Premio del Perdono’ al Cardinale Petrocchi.
Terminata la Santa Messa, il Nob. Dott. Emanuele Barone Muzj di Fontecchio, Cavaliere de Jure Sanguinis, in rappresentanza della Delegazione dell’Abruzzo e Molise del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha salutato il Cardinale Giuseppe Petrocchi, trasmettendo i saluti del Presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Principe Don Flavio Borghese, dei Principi di Sulmona e di Montecompatri, Cavaliere Gran Croce di Giustizia; del Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere di Giustizia; e del Delegato per l’Abruzzo e Molise Dott. Andrea Santucci, Cavaliere de Jure Sanguinis.
Il Cardinal Petrocchi ha manifestato al Barone Muzj di Fontecchio vivo compiacimento per le iniziative caritatevoli e culturali dell’Ordine Costantiniano.
La Perdonanza Celestiniana – La celebrazione che restituisce la grazia del Perdono
La celebrazione della Perdonanza, che giunge quest’anno alla sua 730a edizione, fu istituita da Papa Celestino V con la promulgazione della Bolla del Perdono, nella quale veniva concessa l’indulgenza plenaria a chiunque avesse visitato con spirito di pentimento e si fosse comunicato nella basilica che lo stesso Celestino aveva fatto costruire.
Il fatto davvero notevole è che questo perdono universale, con conseguente annullamento delle pene da scontare nel mondo dell’Aldilà, veniva concesso a tutti, senza distinzione, in un momento storico in cui poteva goderne solo chi partiva per le Crociate o chi acquistava l’indulgenza pagandola in denaro a caro prezzo.
Con la Bolla del Perdono, Celestino V istituì di fatto un precedente degli Anni Santi e dei Giubilei universali, che il suo successore Papa Bonifacio VIII avrebbe proclamato nel 1300 con cadenza ogni 100 anni.
Per L’Aquila la Perdonanza Celestiana è un tradizionale momento di fede profonda, ma anche una manifestazione storica. La celebrazione moderna affianca al momento di intensa simbologia religiosa un calendario di eventi culturali e di spettacolo, tanti momenti di festa che coinvolgono sia i cittadini che i numerosi pellegrini e turisti che si trovano a L’Aquila per questa ricorrenza.
Il Sindaco Pierluigi Biondo racconta:
Abbiamo cercato di arricchire questo momento religioso così importante anche con alcuni momenti di intrattenimento.
Sono stati 1.200 i partecipanti al tradizionale ‘Corteo della Bolla’, di cui 500 in abiti storici, altrettanti in rappresentanza delle istituzioni e autorità civili e 200 appartenenti ad associazioni e gruppi, 120 bambini e ragazzi in costume e altri 60 del progetto ‘A scuola di Perdonanza’.
Fitta la partecipazione del pubblico assiepato ai lati delle strade del centro storico, veramente molto commovente. E poi si sono alternati tanti artisti: da Umberto Tozzi, al gruppo dei Kolors, a Renato Zero, fino ai Pooh.
C’è come una linea di confine invisibile che divide la ricorrenza della Perdonanza Celestiniana dal tempo che ha preceduto il terribile terremoto che colpì L’Aquila nel 2009, a tutto ciò che è successo dopo.
Il Sindaco Biondo ha raccontato:
Quell’evento così improvviso, che ci privò delle nostre vite di prima, dei nostri cari, le case distrutte, le abitudini che avevamo dimenticate, ci ha portato anche a rivalutare quei valori che sono insiti in noi, e che vengono espressi in una ricorrenza come la Perdonanza Celestiniana.
Io credo che da allora l’abbiamo vissuta tutti in maniera differente, più profonda e intima.
La Perdonanza di quest’anno ci proietta già verso il Giubileo del 2025. In questo luogo di pace e riconciliazione, così come volle Papa Celestino V istituendo l’Indulgenza Plenaria, che si ottiene passando proprio attraverso la Porta Santa della nostra basilica di Collemaggio.
La celebrazione della Perdonanza Celestiniana ha al centro proprio la misericordia e il perdono.
L’Arcivescovo Antonio D’Angelo ha spiegato:
Il perdono dona a chi lo riceve una luce nuova, un ricominciare una nuova vita, una rinascita.
Per questo la Perdonanza aiuta a fare esperienza della grazia di Dio per ogni persona, e camminare con uno spirito di serenità e di pace, non solo per se stessi ma anche con gli altri.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di perdono, di una prospettiva nuova di vita. Il cuore cerca questa bellezza, e anche se l’uomo di oggi sembra distratto, c’è sempre questo anelito alla bellezza della vita, la ricerca di questa grazia.
Il perdono è antidoto al virus del conflitto – L’omelia del Cardinale Giuseppe Petrocchi
Una strategia intelligente ed efficace per costruire non solo la ‘Città di Dio’, ma anche la ‘Città dell’uomo’.
Un potente antidoto al contagioso ed epidemico ‘virus del conflitto’, che insidia gravemente la vita comunitaria e civile.
Un ricostituente che sana e rimette in buona salute l’anima.
Così definisce il perdono il Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo emerito di L’Aquila nell’omelia pronunciata in occasione del rito di apertura della Perdonanza Celestiniana.
Perdonanza e pace
Il Cardinal Petrocchi ha detto:
La carità è l’unica risorsa, immunitaria e sanante, che può neutralizzare i ‘batteri’ della inimicizia e della divisione.
Se la Perdonanza è ‘madre feconda’, la Pace è ‘sua figlia prediletta’, ha osservato il Cardinal Petrocchi con un pensiero ai nostri
giorni attraversati da drammatici ed impetuosi venti di guerra.
Varcare la Porta Santa con umiltà
Papa Celestino V che ha istituito l’indulgenza plenaria di Collemaggio è dunque ‘uomo coraggioso e profetico’ anche per i tempi attuali, ‘maestro e guida sulle vie della Parola e della Comunione, ecclesiale e sociale’.
Da qui l’invito dell’Arcivescovo a ‘celestinizzare’ il nostro stile di vivere la Perdonanza”, ad assumere un atteggiamento penitenziale, varcare la Porta Santa ‘in compagnia della virtù dell’Umiltà’.
Quest’ultima è una virtù che ‘illumina le zone d’ombra’ ci consente di ‘ispezionare’ i ‘tunnel’ dell’anima in cui sono occultati pensieri, sentimenti e comportamenti macchiati dal peccato’ per avviare un processo di purificazione e guarigione, una ‘pulizia pasquale’ della memoria. Non significa cancellare i ricordi, ma rimuovere le emozioni negative ad essi legate, ‘sostituendole consentimenti positivi’ derivanti dalla misericordia e dell’amore.
Il non-perdono che soffoca l’amore
L’invito è a riconoscere le proprie mancanze, con onestà etica e intellettuale: è faticoso, ma fa bene denunciare liberamente le proprie colpe.
Il Cardinal Petrocchi lo definisce
un atto di igiene spirituale e una terapia psicologica.
Spiega:
Il non-perdono, infatti, genera una patologia dell’anima che gradualmente soffoca la capacità di ricevere e dare amore.
Si tratta di un percorso penitenziale scandito da quattro dinamismi così descritti dal Cardinal Petrocchi: “perdonarsi come siamo stati perdonati dal Padre celeste; dare il perdono e chiedere perdono a coloro che abbiamo ferito con i nostri sbagli”.
Vivere la Perdonanza ogni giorno
Secondo l’Arcivescovo emerito di L’Aquila, per vivere in pienezza la Perdonanza,
si deve varcare la Porta Santa in uscita, preceduti dalla Carità
animati da una
scelta preferenziale per gli ultimi e gli scartati.
Il Cardinal Petrocchi mette in guardia dal celebrare la Perdonanza come una semplice ritualità tradizionale e cita le parole di Papa Francesco, ricordando la visita pastorale di due anni fa che ha
impresso una spinta planetaria alla Perdonanza: la prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre.
Lo spirito della Perdonanza infatti non ha ‘limiti da calendario’, ma ‘è permanente’,
un incontro straordinario con la grazia, quindi fonte di incisivo rinnovamento: personale e collettivo.
La cultura del Perdono
Importante quindi diffondere la Cultura del Perdono che discende dall’Indulgenza celestiniana:
Perdono, Giustizia e Pace sono un trinomio inscindibile per edificare un mondo secondo Dio e, proprio per questo, degno dell’uomo
ha concluso il Cardinal Petrocchi, ricordando l’appello di Papa Francesco:
L’Aquila sia capitale, di perdono, pace e riconciliazione
e rimarcando il rapporto tra Perdonanza e Giubileo oltre che tra Perdonanza e sinodalità: si tratta di ‘evento collettivo’ che va vissuto ‘al plurale’.
Il terremoto ha perso la guerra
Commosso il saluto all’Arcidiocesi e a tutta la comunità cittadina pronunciato dall’Arcivescovo emerito di L’Aquila, interrotto da numerosi applausi:
Posso affermare che, grazie alla resilienza e alla vigorosa reazione degli abitanti di queste terre, il terremoto ha perso la guerra, scatenata con furia demolitiva sul nostro territorio.
In molti luoghi dove svettavano le insegne distruttive della morte, oggi sventola la bandiera gioiosa della rinascita e della vita.
L’Aquila, Città crocifissa è già, anche se non ancora in modo compiuto, Città risorta: più bella e più accogliente di prima.
730a Perdonanza – Leggi il testo integrale dell’omelia del Cardinale Giuseppe Petrocchi