In programma l’8 giugno nella Chiesa di San Sepolcro in Milano
Giovedì 8 giugno 2023 alle ore 18:45 sarà celebrata la Santa Messa mensile della Delegazione di Lombardia del Sacro Militare Ordine di San Giorgio nella Chiesa di San Sepolcro in Milano, che sarà presieduta da Mons. Marco Maria Navoni, neo Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Cappellano Jure Sanguinis.
Lo stesso Mons. Navoni terrà una conferenza dal titolo ‘Gerusalemme ‘ombelico del cosmo’ e il modello del Santo Sepolcro in Europa e nel mondo’. Si tratta di un tema di estremo interesse, che arricchirà anche la conoscenza ed il ruolo della chiesa di San Sepolcro. Inoltre, sarà l’occasione per festeggiare il neo Prefetto della Biblioteca Ambrosiana.
L’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, a decorrere dal 27 febbraio 2023 ha nominato Mons. Marco Maria Navoni Prefetto del Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana.
Dottore in Lettere, Mons. Navoni è esperto soprattutto nei campi degli Studi santambrosiani, della storia della Liturgia ambrosiana, della storia della Chiesa di Milano e della Storia dell’Arte.
Nato a Milano nel 1953 e sacerdote dal 1977, Mons. Navoni è Dottore dell’Ambrosiana dal 1991, ordinario dal 1996 e dal 2018 ha ricoperto il ruolo di Viceprefetto durante la Prefettura di Mons. Marco Ballarini, al quale succede come 27° Prefetto del Collegio dei Dottori, istituito da Federico Borromeo nel 1604.
Mons. Navoni ha una bibliografia di più di centocinquanta titoli di studi di Storia della Chiesa, della Liturgia ambrosiana e di Storia della Biblioteca Ambrosiana, con ricerche particolari sui capolavori in essa contenuti, come il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, i codici miniati, i dipinti della Pinacoteca.
La storia millenaria della chiesa superiore di San Sepolcro in Milano si sovrappone con quella delle crociate. Il 15 luglio 1100, dopo la riconquista di Gerusalemme, l’allora Arcivescovo di Milano, Anselmo IV da Bovisio, a memoria di questo straordinario evento, cambiò la dedicazione in chiesa di San Sepolcro.
A motivare questa titolazione è la presenza nella sua parte sotterranea, fin dalla fondazione, della copia del sepolcro di Cristo. Realizzata da un maestro campionese del primo Trecento, secondo la tradizione, al suo interno venne posta la terra prelevata dai Crociati a Gerusalemme e altre reliquie provenienti dai luoghi santi.
Nella seconda metà del Cinquecento, la chiesa venne eletta da San Carlo Borromeo come luogo privilegiato di preghiera. Egli avviò un complesso rinnovamento dell’edificio di culto, che prevedeva la realizzazione di un sacro monte urbano, costituito da ventiquattro cappelle dedicate alle scene della Passione.
Il progetto, per varie vicende, non fu mai portato a termine, anche se alcuni gruppi vennero effettivamente realizzati e sono ancora visibili nella chiesa superiore: la Lavanda dei piedi, Gesù davanti a Caifa, la Flagellazione e il Rinnegamento di Pietro.
Nei secoli successivi la chiesa subì diversi interventi di rimaneggiamento e restauro, che ne modificarono l’aspetto in maniera sensibile. Anche la facciata fu ricostruita a fine Ottocento secondo uno stile romanico ritenuto più conforme all’antico edificio medievale.
Nel 1928, con la soppressione della Parrocchia di San Sepolcro, in complesso venne annesso al patrimonio della Biblioteca Ambrosiana, che ancor oggi la amministra.
Tra il 2008 e il 2011 il complesso della chiesa superiore è stato oggetto di un importante intervento di restauro promosso dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Lombardia e condotto da Pinin Brambilla Barcilon, che ha permesso di fare luce sulle complesse vicende storico – artistiche di cui questo luogo, definito da Leonardo da Vinci ‘vero centro di Milano’, è stato protagonista nei secoli.
Luogo di profonda sacralità, la cripta di San Sepolcro venne scelta da San Carlo Borromeo come personale luogo di preghiera, dove si recava ogni mercoledì e venerdì pomeriggio.
Non era infrequente vederlo passare intere notti in quella che lui stesso definì ‘la palestra dello Spirito Santo’, in adorazione del simulacro del sepolcro di Cristo. Per questo motivo, dopo la sua canonizzazione, venne posta una statua in terracotta policroma raffigurante il santo, inginocchiato davanti al sarcofago.
La cripta consente inoltre ai visitatori di entrare in contatto con una delle testimonianze più antiche della storia della città. La pavimentazione, costituita da grandi lastre di pietra bianca ‘di Verona’, proviene infatti dal lastricato dell’antico foro romano del IV secolo, la piazza principale della civitas romana, dove si svolgevano le maggiori attività civili e religiose.
Riaperta al pubblico dopo cinquant’anni nel 2016, successivamente la cripta è stata oggetto di un complesso intervento di restauro finanziato dal Ministero della Cultura e terminato nella tarda primavera del 2019, volto principalmente al recupero delle superfici decorate.
La Pinacoteca Ambrosiana fu istituita nell’aprile del 1618, quando il Cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana, da lui stesso fondata nel 1607.
All’interno del percorso espositivo della Pinacoteca, articolato in 24 sale, si possono ammirare alcuni dei più straordinari capolavori di tutti i tempi, come il Musico di Leonardo, la Canestra di frutta di Caravaggio, il Cartone preparatorio per la Scuola di Atene di Raffaello, l’Adorazione dei Magi di Tiziano, la Madonna del Padiglione di Botticelli e gli splendidi Vasi di fiori di Jan Brueghel. Oltre a opere di epoca rinascimentale, il museo annovera tra le sue collezioni importanti autori del Seicento lombardo, Morazzone, Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi e Carlo Francesco Nuvolone, del Settecento, Giandomenico Tiepolo, Fra Galgario, Francesco Londonio, e un notevole nucleo di autori ottocenteschi e del primo Novecento, Andrea Appiani, Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Emilio Longoni.