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Situazione olimpica?

Situazione olimpica? di Vincenzo Cacace


Olio su tela, cm. 40×30

Ma… dico… tu che c’entri?

Perché… sebbene tutto il riguardo introspettivo che hai per il tuo stesso, intimo “processo” perfettivo, devi riconoscere lo stato reale delle cose… insomma… devi renderti conto, una volta per tutte, che neppure un centro sei, se non per quella particolare e personale aggregazione d’ossa, carne, cartilagine e sangue che fanno da sostegno fisico alla “sede” del tuo Pensiero, lo stesso che si contende con il Cuore… tra l’Istinto e la Ragione, il ruolo aureo ed apicale di “motore animico”… e… quindi, che ci stai a fare lì, con i tuoi artistici strumenti… tra le ideali delimitazioni che separano il Sogno dalla Realtà… tra quelle monumentali “vestigia” di una passata Civiltà… tra relitti, che hanno configurato, nei numi e negli eroi, l’Ideale… oggi segnalatori di margini o confini, che son divenuti, col passar dei secoli, dell’Olimpo una periferia obsoleta, fatiscente, abbandonata da quella nuova “memoria” di sistema, che domina il mondo… e… poi, tu stesso, lo sai bene, per aver approfondito la conoscenza del Mito e dei suoi significati simbolici, che, da sempre, a nessun “mortale”, salvo ai figli delle ierogamie divine… eroi e semidei… è stato concesso di sostare in quei paraggi!

Allora, avanti… dimmi!

Credimi… in coscienza, riconosco che non è affatto una situazione da me voluta… ecco, in realtà, in codesto luogo, ad assistere ad una situazione irreale, mi ci sono trovato inavvertitamente, mentre inseguivo, con la mente, antichi miti e “chimere”, storie avulse da una realtà, la nostra, ormai fattasi davvero intollerabile al generale “senso umano” e quindi ancora di più alla sensibile acutezza che fa proprio dell’Arte, il “periscopio”… una punta avanzata, penetrativa della interiore Conoscenza, atta quindi ad osservare, emergendo dal fondale, tra le “acque” infide, il rapporto che intercorre tra Progetto Ideale, declassamento del mondo e dei suoi costumi… ed io, in fondo, proprio quel modo di fare Arte inseguo o, almeno, provo da sempre a raggiungerlo… e quindi, a volte capita che lasciandomi trascinare da quel “moto”, da quelle “onde di forma”, la mia mente si “spaesi”… inoltrandomi in quelle connessioni dell’Eidesi, che vivono nella “soffitta”… il dimenticatoio della psiche… che, invece, non dimentica proprio niente e conserva tutto, come Memoria degli Archetipi.

Lì ogni cosa è pietrificata, inamovibile… in linea con gli idoli di pietra che compaiono nell’opera… testimoni, marziali figure di guardiani, silenziosi e preposti a presidiare quel varco temporale tra passato e presente.

Che vuoi che ti dica… me ne stavo lì, tranquillo, a dipingere, con il cavalletto ben piantato, quando quel silenzio assoluto è stato interrotto.
Figure olimpiche… che sempre girano nude come la Verità, atta a dimostrare quei concetti ideali e appunto “numinosi” dei quali esse stesse sono il simbolo…

Pensavo fossero le Grazie che ricordavo dall’Arte Classica o Rinascimentale… oppure delle Ninfe appena uscite da un bagno lacustre… ma mi sbagliavo… erano, invece, delle dee irritate… lo si capiva dal tono dei loro discorsi… veri “battibecchi”, poco divini e molto umani…

In realtà, stavano cacciando fuori da quella sacra terra in cui sorge l’olimpica dimora, proprio una di loro!

Mi sono domandato, come fosse possibile… e… per quale ragione?
Me ne stavo lì, fermo, come pietrificato… con il pennello bloccato a mezz’aria, riflettevo ed inventariavo, scavando nella mia memoria, passando in rassegna tutte le azioni astiose e nefande perpetrate da quelle olimpiche deità, tra di loro o inferte agli umani, passate poi inosservate per il privilegio di alcune, depenalizzate per alcuni, espiate per altri ancora, con pene leggere e momentanee… ma non risultava essere incisa, nella mia conoscenza, una simile “cacciata” che in quel fare mi sembrava essere minacciata come perenne!

Forse perché l’avevo rimossa… pensando che fosse un mito minore o addirittura una chiacchiera… una sorta di inciucio!

Ma la storia, invece, si ripeteva… ed io ne ero il testimone…
Fu allora… abbassando lo sguardo… come a volermi mettere “sotto traccia”… sentendomi, peraltro, un intruso e… paventando che, dopo, quelle dee irate, si sarebbero rivolte a me per chiedermi cosa facessi lì e… quindi cacciarmi in malo modo, che notai quel particolare… la dea che loro intendevano emarginare, ricacciandola nel mondo degli uomini, teneva al suo fianco, pendente dalla sua cintura, una spada!

Era nuda, sì, e davvero bella, divina, proprio come loro… ma… armata!

Cercai dunque di rendermi ancora di più “invisibile”, restandomene nel mio “pittorico cantuccio”…

Ero incappato, inconsapevolmente, nel mio girovagare in cerca di un’ispirazione “Alta”, in uno di quegli alterchi provocati da Ate nei suoi continui tentativi di rientrare alla “chetichella” tra gli dei dell’Olimpo.

Ate… l’Invidia… figlia di Eris, la Discordia… sorella dell’Inganno portatrice della lama che separa ogni intento di salda unità negli esseri che sono da lei presi di mira…

Ate… presa per le trecce e scaraventata da suo padre, il tonante Zeus, sulla “povera” terra, da sempre, forse anche grazie alla sua opera nefasta, divisa e in guerra…

Ate, come la madre, anch’essa portatrice di “pomi” dall’ingannevole aspetto aureo… frutti scatenanti mitici dissensi, contese e scontri con clangore d’armi…

Lo so, credimi, non avrei dovuto stare lì… ma grazie a codesto sconfinamento ora so finalmente cosa muove le cause dei nostri malesseri… ora ne ho certezza, che è il voler essere più “altri”, che non se stessi, per godere ed avocare a sé dei privilegi o riconoscimenti immeritati da esibire… da mostrare per entrare in quei consessi che rendano i nostri umani vizi più “altolocati”… e quindi “numinosi” a disambientarci da una meritata Armonia… a “spaesarci” con le nostre Doti più belle… che ci appaiono sprecate in un mondo di bruti!

Ah… cosa ho fatto poi?

Beh… ho raccolto le mie cose in tutta fretta e… mi sono avviato, stavolta molto più consapevolmente, verso la mia modesta “magione”, che diventa, grazie all’esperienza, sempre più una “dimora filosofale”… dunque, ho camminato e… camminato ancora, percorrendo strade e piccoli sentieri nascosti… ho fatto, ispirato dall’astuzia di un “Ulisse” sempre sfuggente al vendicativo Poseidone, il “giro più lungo”… cercando di stare molto attento a far perdere le tracce a quella dea reietta, perfida separatrice delle… anime!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.

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