Il sostegno italiano alla conservazione del sito archeologico e allo sviluppo economico
Ur, la città irakena di Abramo, a pochi km da Nassyria, è un luogo di fascino incantevole in cui si uniscono i fiumi Tigri ed Eufrate e s’incontrano le civiltà d’oriente e occidente.
E proprio ad Ur, la Cooperazione italiana affianca le autorità del posto contribuendo, in modo concreto, alla cura e alla conservazione di un patrimonio storico, archeologico e culturale unico nel suo genere. L’intento è preservare Ur dai quotidiani pericoli di conflitti ed abbandono e valorizzare il sito in una prospettiva di pace, scambi culturali internazionali e sviluppo economico della regione.
In questo senso, la Cooperazione italiana sta ponendo in essere una serie di azioni importanti tra cui attività scientifiche di formazione delle risorse umane, progettazione e messa in sicurezza dei beni archeologici. Ad esempio ad Ur, il tempio di Edublamak eretto dai sumèri nel terzo millennio a.C. presenta il primo arco della storia ancora intatto. Recentemente è stato completato il progetto per la messa in sicurezza del sito, in previsione della sua prossima apertura al pubblico.
Grazie all’utilizzo di drone e scanner, il tempio e i mausolei della stessa epoca sono stati mappati in tecnologia 3d e ognuna delle iscrizioni è stata trascritta e tradotta. In tre anni sono stati tenuti molti i corsi da archeologici ed esperti di beni culturali italiani i cui fruitori erano appunto persone del posto. L’obiettivo è creare una rete autonoma di professionalità irachene, in grado di gestire il sito di Ur in un’ottica di sviluppo turistico e crescita economica.
Molti abitanti della regione hanno infatti già imparato le basi di metodologia della ricerca archeologica, topografia e rilievo, studio della ceramica, filologia e redazione delle pubblicazioni scientifiche. Un percorso formativo che la Cooperazione italiana continuerà a sostenere. Le attività effettuate al tempio di Edublamak e ai mausolei reali del sito di Ur sono incluse un piano d’intervento più ampio che coinvolge anche la Ziggurat del terzo millennio a.C.. In tale regione l’intervento italiano ha già prodotto risultati significativi e sono ripresi i viaggi culturali e religiosi da parte di turisti provenienti non solo dal Medio Oriente, ma anche dall’Europa.
I lavori di messa in sicurezza e progettazione delle strutture per le visite turistiche inizieranno a breve e, tra i progetti in campo, non mancano corsi di formazione avanzati per valorizzare le risorse umane locali.
Autore Vincenzo Marino Cerrato
Vincenzo Marino Cerrato, giornalista pubblicista, avvocato, esperto di politica.