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Sistematica vegetale – La radice

castagno


All’estremità di questa evoluzione che nel corso di milioni di anni ha moltiplicato le innovazioni, si erge maestoso e solitario l’albero, la cui situazione avanzata e complessità funzionale può essere paragonata solo a quella dell’uomo.

E ora, come curiosi chirurghi, cerchiamo di penetrare nell’anatomia dell’albero.

I suoi elementi strutturali sono: radice, fusto, foglie e fiori.

La radice
Solidamente ancorata al suolo, rappresenta la parte fissa, concreta, efficiente rispetto al mondo aereo delle foglie e al modo colorato e attrattivo dei fiori.

Sovraintende con i suoi fenomeni osmotici alla nutrizione delle piante, immettendo nei vasi l’acqua e i sali minerali necessari.

Nella costituzione morfologica mostra il colletto, la zona di transizione tra radice e fusto, cui fa seguito la radice primaria, con o senza lo sviluppo di radici secondarie di secondo, terzo ordine.

All’estremità di ciascuna radice c’è la zona pilifera ricca di peli unicellulari assorbenti, che hanno il compito di aumentare la superficie di contatto e quindi gli scambi osmotici tra le radici e l’ambiente esterno.

Man mano che la radice cresce, la parte pilifera si sposta sempre più verso l’estremità, mentre la regione posteriore cessa di essere assorbente e assume solo una funzione vascolare di conduzione della soluzione acquosa assorbita dalla parte pilifera più avanzata.

Quando la radice principale si sviluppa più delle altre diventando organo di riserva, come la carota o la rapa, si parla di radici a fittone.

Se, invece, le radici secondarie hanno uno sviluppo uguale o superiore della principale, si parla di radici fascicolate; se si sviluppano in una posizione anomala, edera, si chiamano avventizie e, in tal caso, assumono il compito di far aderire la pianta al supporto.

Se le radici aeree restano pendule, orchidee, epifite tropicali, assolvono la funzione di assorbimento dell’acqua sia allo stato liquido che in quello di vapore.

Radici che assolvono funzioni particolari sono quelle tabulari/colonnari, ficus benghalensis, e quando la chioma ha bisogno di adeguato sostegno, tek, mogano, palissandro, ebano.

Radici trasformate in pnematofori sono quelle che nei terreni acquitrinosi si ergono al di sopra dell’acqua per permettere gli scambi gassosi, cipresso calvo.

La radice a trampolo è quella proiettata dal tronco, angolata con funzione di stabilizzazione di un albero adattatosi a vivere su di un suolo poco profondo o saturo di acqua, magrovie – rizofora.

Altre tipologie di radici sono rappresentate dagli austori, tipiche di piante parassite, cuscuta, orobanche e in parte il vischio, acquatiche, micorrizate, funghi, tartufi.

Riassumendo, le radici svolgono le seguenti funzioni: di assorbimento, di conduzione, di ancoraggio, di riserva, di produzione ormonale, oltre quelle di respirazione ed ecologiche.

Un po’ di glossario
Epifite: non è sinonimo di parassitismo. Epifite sono le piante che per avvalersi di una maggiore radiazione luminosa si adattano a vivere sulle parti sommitali di altre piante, sfruttano piccoli depositi di terriccio e Humus che si raccolgono in cavità o biforcazione, orchidee, tillandzie, bromeliacee.

Tipologia di radici
Le Radici possono essere classificate in:

  • Radici Embrionali in cui si evidenziano i cotiledoni e le radichette.
Radici Embrionali
  • Radici Aeree
Radici Aeree
  • Radici Aeree – Tabulari
Radici Aeree Tabulari
  • Radici Acquatiche
Radici Acquatiche
  • Radici di supporto
Radici di supporto
  • Pneumatofori per scambio gassoso dell’apparato radicale

  • Austori, radici di piante parassite
Pneumatofori per scambio gassoso dell’apparato radicale
  • Trampolo: radice di sostegno e respiratoria
Trampolo: radice di sostegno e respiratoria
  • Micorriza: radice di simbiosi con apparato radicale erbaceo o arboreo – Tartufo

    Micorriza: radice di simbiosi con apparato radicale erbaceo o arboreo – Tartufo

Autore Antonio Ceglie

Antonio Ceglie, curioso appassionato di erbe e piante spontanee, quelle che la gente di solito e sbrigativamente, chiama "erbacce". Curatore per ExPartibus di una rubrica, non specialistica, relativa a questi "compagni di vita", le piante appunto, con cui conviviamo da migliaia di anni, senza, per questo, conoscerle veramente. Anche se non mi illudo di essere un divulgatore brillante, cercherò piuttosto, me lo auguro, di solleticare la curiosità del potenziale lettore interessato, offrendogli qualche spunto di carattere storico, culinario, o sanitario relativo alle piante stesse.

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