Home Campania Comune di Napoli Simonetta Marino sul divieto di Pride in Turchia

Simonetta Marino sul divieto di Pride in Turchia

1074


Download PDF

Dichiarazione della delegata alle Pari Opportunità

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.

È accaduto ancora e ancora accadrà. Per il terzo anno consecutivo, il governo della cripto-dittatura di Recep Tyyip Erdogan vieta a Istanbul, famosa città di quella che formalmente sarebbe una Repubblica Parlamentare, lo svolgimento del Gay Pride, la manifestazione che a livello mondiale celebra i diritti della comunità LGBTQI, prevista per il 25 giugno scorso.
Anche se le leggi turche non definiscono più l’omosessualità come un reato dal 1923, gravissima è la recrudescenza dell’omofobia in quel Paese, così come dimostrato dalle numerose “morti silenziose” di attivisti e transgender, tra cui Hande Kader, la transgender divenuta famosa per una foto che la immortala mentre, risoluta, fronteggiava gli idranti della polizia durante lo scorso Pride negato.

La Kader è stata ritrovata poi in strada dopo pochi mesi, barbaramente uccisa. Ecco perché gli organizzatori hanno deciso di sfilare ugualmente, sfidando la logica oscurantista.

Il pretesto alla base del veto alla manifestazione è, ancora una volta, un motivo di ordine pubblico e sicurezza, a protezione di abitanti e turisti, mentre non si disdegna di colpire attivisti e manifestanti con proiettili di gomma e l’uso di idranti.

A peggiorare la situazione i tafferugli con gli ultranazionalisti, violentemente contrari ai diritti per la comunità LGBTQI.

Amnesty International riferisce che circa 26 persone sono state arrestate tra i manifestanti e che almeno 15 dei loro oppositori sono stati brevemente tratti in stato di fermo.

Un’aberrante negazione di diritti, un’assoluta mancanza di libertà e giustizia che non può lasciare indifferenti né essere ulteriormente tollerata, soprattutto in considerazione del fatto che la Turchia viene definito dalla Comunità Europea un Paese terzo “sicuro” sullo scacchiere internazionale.

La sicurezza, l’ordine pubblico e il decoro diventano, invece e non solo in Turchia, il falso vessillo dietro cui celare una costante violazione dei diritti umani e una restrizione all’esercizio dei diritti civili.

La delegata alle Pari Opportunità, prof.ssa Simona Marino, esprime pertanto la sua solidarietà ai manifestanti in stato di arresto e la massima indignazione per quanto accaduto e il modus operandi seguito dalle autorità turche.

Print Friendly, PDF & Email