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Simbolismo solstiziale e natalizio

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Simbolismo solstiziale e natalizio


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La tradizione napoletana del Presepe: una specie di sacro furore prende chi si dedica a costruire con sughero, legno o cartapesta, uno scenario presepiale, sbizzarrendosi nella realizzazione di un fantasioso paesaggio montagnoso articolato su più piani, disseminato di grotte, ruderi e casette abbarbicate alla roccia, nel quale si distribuiscono le tradizionali scenette, affollate locande, venditori gesticolanti, popolani, pastori, le greggi.

Si tratta di una vera e propria “Creazione”, in cui viene realizzato un Mondo in miniatura, plasmato secondo l’estro del suo artefice, in base ad un particolare equilibrio, in cui la libertà inventiva ha per contrappeso il rispetto di una tradizione simbolica sia nella rappresentazione dell’evento centrale della Natività, sia nella presenza di figure e scene “canonicamente” definite.

Non devono stupire le apparenti incongruenze e gli evidenti anacronismi di un’ambientazione e di personaggi, come il cacciatore col fucile o alcuni napoletanissimi popolani, che nulla o ben poco hanno a che vedere con la Palestina di duemila anni fa.

In realtà, più che rievocare in modo formalmente corretto un preciso momento storico, il Presepe rappresenta qualcosa di “metastorico” e la sua realizzazione costituisce  un vero e proprio rito volto all’annuale celebrazione del perenne rinnovellarsi del Mondo e della Vita: la nascita del divino Bambino corrisponde infatti alla rinascita del Sole che ha luogo ogni anno dopo il Solstizio, e come la Luce riemerge dalle tenebre autunnali, allo stesso modo il Bambino nasce all’interno di un’oscura Caverna, per illuminare il Mondo con la sua Luce spirituale.

Non a caso la costruzione del Presepe inizia nel giorno dell’Immacolata Concezione: il periodo che intercorre fra il miracoloso Concepimento della Vergine e la Nascita del Bambino viene in tal modo a coincidere con quello necessario alla creazione del Mondo presepiale, evidenziando l’identità fra il Cristo, inteso come Uomo Universale, e il Mondo creato.

La Grotta della Natività, nel cuore della Montagna, rappresenta, infatti, la Caverna solstiziale, il Centro sacro, trascendente, immobile e polare, celato all’interno della Montagna Cosmica, dal quale promana l’energia creatrice che vivifica il Mondo sia dal punto di vista spirituale che da quello fisico.

Tutto ciò che nella struttura presepiale circonda la scena della Natività può essere dunque inteso come una raffigurazione simbolica del Mondo manifestato e della sua realtà materiale: le rappresentazioni legate all’alimentazione rappresentano una sorta di immagine talismanica e propiziatrice, volta ad assicurare l’abbondanza ed il benessere per il nuovo anno solare: i pastori, i cacciatori e i pescatori garantiscono la presenza dei prodotti animali, le botteghe sono rifornite di ogni “ben di Dio” e numerosi venditori e contadini recano ogni genere di frutti stagionali, mentre “Ciccio – Bacco sulla botte”, popolaresco Dio del vino, assicura la qualità e l’abbondanza della produzione vinicola; e non mancano neanche i rappresentanti delle principali attività lavorative volte alla trasformazione della materia, come il mugnaio, il falegname o il fabbro. Il tutto in un generale clima di allegria e di festa, fra locande affollate e Tarantelle.

Il Centro, nella sua sacralità, non è affatto in conflitto con questa allegra baraonda, ma dialoga con il Mondo che lo circonda, e la Sacra Famiglia, espressione simbolica e trascendente del nucleo familiare umano, accetta serenamente l’adorazione degli Angeli e dei “Pastori”, nonché l’omaggio delle “primizie” recate alla Divinità secondo la tradizionale consuetudine sacrificale.

Solstizi: corrispondono ai due San Giovanni, il 24 hiugno San Giovanni Battista, il Precursore e il 27 dicembre San Giovanni Evangelista, Successore. Questo ci rimanda al dramma cosmico della Luce, al ciclo di morte e rinascita.

Porte solstiziali: sono le chiavi di volta della vicenda solare nel ciclo annuale e della vegetazione. Ci portano alla divisione dell’Anno in due metà, una crescente e l’altra decrescente. Un ulteriore rimandano è alle Porte Celesti.

  • Cancro, porta volta a Nord: il Solstizio d’estate, il Pitri Yana, da Cancro a Capricorno. Rappresenta la Porta degli Antenati, la discesa delle anime, e corrisponde alla diminuzione della Luce.
  • Capricorno, porta volta a Sud: il Solstizio invernale, le anime che salgono e Dei che scendono = il Deva Yana, da Capricorno a Cancro o Porta degli Dei, con aumento della Luce.

Il Natale, dunque, corrisponde alla rinascita del Sole e della Luce, al Nuovo Sole, alla Festa del Sol Invictus e di Mitra.

Interessante anche la simbologia di San Nicola, che è accostata a Babbo Natale, vedi Jacopo da Voragine. I Doni, inoltre, rappresenta la dote, le tre Sfere: Zolfo filosofico, Elisir bianco e Pietra Rossa; I tre bambini messi nel tino – torre – Athanòr: Spirito, Anima e Corpo.

Oppure, l’albero: l’Asse Cosmico, il Frassino Ygdrassil dell’Edda e l’Albero delle Sephirot, sempre verde, la radice della vita.

I doni, la frutta e le sorprese si rifanno simbolismo della vita e della fertilità.

Gli addobbi dell’albero di Natale, invece, Luci e palle ci riconducono a Stelle e Mondi.

L’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione è, come dicevamo, l’Inizio del Presepe; è l’identificazione della costruzione del Mondo presepiale con la vicenda di Cristo come intervallo fra concepimento e nascita.

Il 25 dicembre corrisponde alla festa del Sol Invictus e alla nascita di Mitra.

Bethleem, invece, è Casa del Pane e di Dio; Betilo la pietra caduta dal Cielo, ed è il XVI Arcano dei Tarocchi, la Torre. Quindi il fulmine, la manifestazione della divinità nella materia.

Nascita nella Caverna: Nascita della Luce nelle tenebre, luogo oscuro nel cuore della Montagna Cosmica, Monte Meru: Centro sacro e polare, Asse del Mondo, luogo della manifestazione del divino, collegamento fra sfera metafisica e mondo materiale.

Il paesaggio di Montagna è composto di tre livelli o sette balze, Purgatorio, tre grotte, doppie scale. Non a caso la Cantata dei Pastori è articolata in 24 Scene.

Gli elementi della scena della Natività sono ben identificabili:

Madonna celeste e rosa: Aria, Cielo, e Fuoco mitigato dall’Acqua, Atmosfera.

San Giuseppe: viola come il Mercurio preparato, rosso e blu, e giallo come la terra; vecchio; bastone che fiorisce; rivelazioni nel sogno.

Bue e Asino: gli Ebrei per San Paolo; citati nei Vangeli dell’Infanzia. Il Bue è un simbolo cosmico come il Toro di Mitra, dal cui sacrificio viene creato e rigenerato il Mondo; emblema dell’ardore e della potenza maschile, è anche collegato alla Luna e ad Iside – Hator, la Vacca celeste. L’Asino rappresenta il corpo materiale in cui si cela lo spirito, vedi l’Asino d’oro di Apuleio, l’Asino che suona la lira, Cristoforo, portatore del Cristo-Oro; Asino che trasporta Cristo a Gerusalemme.

Greppia: intreccio a X. numero 10 della Tetraktis, manifestazione della Luce, Materia preparata, Mercurio filosofico, la focaccia dell’Epifania, la Rete con cui si pesca il Pesce ermetico o Reuccio solare.

Stella dei Magi: si tratta di una struttura a incrocio come la greppia: Segno della nascita della Luce. Un riferimento stellare, una scia luminosa da Est a Ovest.

Re Magi: sono Maghi orientali, Persiani, Zoroastriani o Caldei: riconducibili alla funzione sacerdotale e regale; ma anche un’allusione ai precedenti Cicli o Razze. La Conoscenza, l’osservazione delle stelle. I doni; i colori sono rosso, verde, blu.

Angeli: i Messaggeri che collegano il Cielo alla Terra, Gloria e Pace; la Scala di Giacobbe; l’annunzio ai Pastori. La musica celeste rimanda all’armonia delle Sfere.

Pastori: ovvero la semplicità, il contatto con la natura e il cielo notturno; il Bastone pastorale indica i Custodi delle pecore, il gregge di Dio; vivono sulla Montagna e guardano attraverso la spirale (Epi-scopeo).

Benino: è il pastore che dorme e viene risvegliato dagli Angeli.

Armenio: è il padre di Benino, il vecchio saggio (Gnore Bravone).

Pastore della Meraviglia: associabile al 72 della Cabala del Lotto: la misura ciclica; la costruzione del Tempio.

Moscoforo o Buon pastore (Hermes crioforo): porta l’Anima verso la salvezza.

Zampognari: la zampogna è strumento di Pan, la musica pastorale e la poesia bucolica; ma anche la ciaramella.

Pescatori: hanno il berretto frigio e ginocchio scoperto; si tratta della tenuta dell’iniziato; pescano l’Anima-pesce-Zolfo con la rete o la trasportano nella cesta. Questo riconduce ai Misteri dionisiaci e osiridei; ma ci possiamo vedere anche un’allusione all’Era dei Pesci.

Cacciatore, Cidonio, Sidonio, Fenice: La caccia come perseguimento della Conoscenza e identificazione con la preda, vedi Atteone; Giordano Bruno; Sant’Eustachio; La Fenice, ovvero la rigenerazione, il colore rosso; ma anche Orione e il Cane.

Zingaro con l’Orsa: ovviamente l’Orsa Maggiore. Zingara che predice la sorte.

Chiacchieppo e Sarchiapone, nanerottolo deforme, presente nella tradizione anche nel tre di Bastone.

Storpi e mendicanti; potrebbero essere personaggi negativi, ma anche oste, macellaio, mugnaio, fabbro.

Ciccio Bacco: Dioniso-Sileno: Vite-Vita, Vino-Sangue, Spirito di-vino.

Ciclo produttivo annuale: animali, prodotti stagionali e consumo alimentare. Botteghe, venditori e taverne hanno funzione propiziatoria per la fecondità e fertilità animale e vegetale.

Artigiani e venditori: ovvero la trasformazione della materia e rappresentazione del benessere materiale. Arti e Mestieri, Corporazioni e Confraternite iniziatiche.

Nel presepe troviamo la rappresentazione di tutti gli aspetti della vita organizzata e quotidiana; compreso quello esotico del Corteo dei Magi, il riferimento alla Sapienza; a quello naturale dell’ambiente pastorale.

Nel fare il presepe, dunque, si compie un rito praticato inconsapevolmente che evoca la rigenerazione insieme materiale e spirituale.

Autore Sigfrido Höbel

Sigfrido Höbel nato ad Arona (NO) il 30/09/1944 da padre tedesco vive a Napoli conservando un forte legame con la Germania. Attualmente in pensione, ha insegnato materie artistiche nei Licei Scientifici e nella Scuola Media, compiendo studi e ricerche sull'Arte e pubblicando diversi testi dedicati alle discipline artistiche, ma anche alle testimonianze artistiche e culturali presenti a Napoli e nell'Italia Meridionale. Nello stesso tempo si è dedicato allo studio delle tradizioni iniziatiche e delle dottrine esoteriche, interessandosi, in particolare, ai linguaggi simbolici e alla loro presenza nei miti, nella letteratura, nell'arte e nell'iconografia tradizionale. È autore di rilievo della tradizione esoterica napoletana.