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‘Scomposizioni e fughe dell’anima’: inaugurata mostra di Noemi Gherrero

Scomposizioni e fughe dell'anima. Arte pandemica' di Noemi Gherrero


Ricordi del lockdown, ansia e speranze in una mostra di 21 fotografie al PAN

‘Scomposizioni e fughe dell’anima. Arte pandemica’ è il titolo della mostra inaugurata ieri, 7 luglio, al PAN, il Palazzo delle arti di Napoli, che nasce da un’idea dell’attrice Noemi Gherrero, con la collaborazione del filosofo ed editore Francesco Corsi, realizzata in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo.

Avviciniamo la Gherrero affinché ci racconti le motivazioni che hanno portato alla nascita di questa particolarissima esposizione.

Noemi spiega:

Abbiamo avuto una visione comune, quella che riguarda la dimensione dell’anima. È un progetto che si sdoppia, c’è una narrazione estremamente personale, quindi, un grande processo di interiorizzazione, di anima e, nel contempo, di fuga dell’anima, l’alterità e il guardare gli altri. È una mostra che, in parte, abbraccia una visione estremamente personale e in parte cerca di dare uno sguardo al cambiamento che è in atto e che è sotto gli occhi di tutti.

Un’idea partita nel periodo più buio che il mondo ha vissuto lo scorso anno, il lockdown, che vuole narrare, attraverso scatti d’arte, a cura di Mjriam Cognini e di Teresa Fini, con la supervisione tecnica e artistica di Luciano Ferrara, le suggestioni, le intuizioni, le riflessioni e i sentimenti vissuti durante il Covid-19.

Noemi aggiunge:

Ricordo che in quei primi, terribili giorni, molti registi napoletani, chiesero ad attori e spettatori, notizie e materiale per documentare quanto fosse stata stravolta e come fosse cambiata la vita di tutti i giorni. Decisi allora di non limitarmi a mandare loro un video ma di lasciare una traccia personale.

Dalle splendide foto si avverte in maniera palpabile il peso della pandemia che ha gravato su di noi condizionando le nostre vite.

Continua Noemi:

La pandemia ci ha costretti a cambiare le nostre abitudini, ci ha lasciato la paura. Mamme che non abbracciavano più i loro figli per il timore del contagio, nessuna stretta di mano, il distanziamento dai genitori anziani, dai propri affetti, coppie sfasciate, cambi di gestualità e di riti quotidiani, un timore che, un po’ per volta, si è sedimentato nelle nostre vite. E allora, per superare questo momento, inevitabilmente, l’arte deve trascendere, andare oltre.

E dunque, la nascita del progetto.

All’inizio non avevo aspettative, sentivo solo il bisogno di lasciare una traccia volevo, proprio come fanno gli scrittori, mettere tutto nero su bianco. Il mio cammino è stato interamente guidato da un’energia estremamente positiva, e così ha continuato a viaggiare la mia idea, permettendomi l’incontro con Francesco Corsi e tanti altri artisti e la conseguente realizzazione della mostra.

Un ultimo scambio di battute. Nemo propheta in patria. Hai cominciato la tua avventura a Pisa, alle Officine Garibaldi, poi alla Galleria Massella di Verona, ora finalmente giochi in casa. Che effetto fa?

Aver ricevuto il placet del PAN per me è motivo di grande orgoglio. Il Palazzo delle Arti di Napoli accoglie artisti importanti internazionali, giovani talenti ed è tra le realtà più importanti in città e in tutto il sud Italia: l’idea di un’iniziativa tutta personale, realizzata grazie al sostegno della gente, attraverso il crowdfunding, mi fa volare.

La mostra sarà visitabile dal 7 al 27 luglio, dal lunedì al venerdì, dalle 9:30 alle 20:30, ultimo ingresso alle 19:30 e il sabato, la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 21:30, ultimo ingresso alle 20:30.

Autore Antonella di Lello

Antonella di Lello, giornalista radiotelevisiva e sportiva, specialista in pubbliche relazioni. Etologa ed educatrice cinofila.

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