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Scintilla umana, intelligenza divina

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Scintilla umana, intelligenza divina


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Non le vediamo tutte le cose né tanto grandi quanto sono ma la nostra vista si apre la via per investigare e in modo che la ricerca passi da ciò che è evidente a ciò che è oscuro.
Seneca 

L’avvento dell’Intelligenza artificiale, combinato con i principi materialisti e riduzionisti che considerano l’uomo una macchina classica, favorisce una forma di scientismo che sta portando la società umana su una china pericolosa.

Se ci consideriamo macchine, saremo prima o poi superati dalle macchine costruite da chi potrebbe controllarci.

Per questo è necessaria una nuova scienza, che includa la spiritualità, e una nuova spiritualità, che includa la scienza. Un interscambio non virtuale ma concreto, che spinga l’uomo ad una più accurata riflessione su se stesso.

Pensiamo che la realtà sia assurda, invece siamo noi che lo siamo quando vogliamo forzarla dentro le nostre idee preconcette. Bisogna liberarci dai presupposti errati del pensiero materialista e partire da altre ipotesi, che si concilino con le proprietà strabilianti della fisica quantistica.

Occorre, dunque, una nuova scienza, che, anziché ignorare ciò che contraddice il materialismo e le domande a cui finora non siamo stati in grado di rispondere, parta invece da quelle.

Perché è proprio indagando ‘l’assurdità’ dell’entanglement quantistico, del libero arbitrio e della coscienza, fenomeni che la fisica non riesce a spiegare, che si potrà trovare la risposta.

Entanglement è il fenomeno che rappresenta l’aspetto più sconvolgente mai scoperto dalla fisica quantistica odierna e sembra coinvolgere non solo le particelle elementari, ma anche il mondo macroscopico e psichico.

Già dal secolo scorso studi scientifici ed esperimenti sul campo della meccanica quantistica hanno indagato su un fenomeno innovativo che ha cambiato il modo di approcciarsi alla realtà: parliamo della connessione non-locale tra particelle, chiamata, appunto, in inglese entanglement, che in italiano traduciamo come ‘intreccio’.

Questo cambiamento di rotta ha coinvolto l’intero panorama scientifico, dalla fisica, fino alle scienze psicologiche. In ambito delle relazioni umane, questo concetto richiama molto il modo di pensare correlato alla fede, al credere che ci siano delle particolari connessioni mistiche e inspiegabili che regolano l’Universo.

Qualcosa che è in un crescendo coinvolgente che ci porta dal mondo microscopico di fotoni ed elettroni, ai misteri del DNA, del cervello e della coscienza, fino ad arrivare ai fenomeni psichici e a quelli di coscienza collettiva.

Un unico meccanismo fisico sincronico sembra unire tra loro tutti questi fenomeni, dove particelle, materia e coscienza si fondono in una sola realtà olografica, rendendo concreti e spiegabili fenomeni come la telepatia, il teletrasporto, la precognizione, la visione remota e la psicocinesi.

Diciamolo, l’entanglement quantistico è un fenomeno straordinario che sfida la nostra comprensione classica del mondo fisico. È una pietra miliare della fisica quantistica con profonde implicazioni per la nostra comprensione della realtà e per i potenziali progressi tecnologici.

La ricerca in corso esplora le complessità dell’entanglement e le sue applicazioni e possiamo aspettarci scoperte entusiasmanti, che potrebbero ridisegnare il nostro futuro.

Forse, il discorso può sembrare irreale ma lo era anche l’AI diversi anni fa. È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano, alla fine forse lo capiremo.

In una macchina non c’è nessuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo.

Infatti, se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico.

Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?

Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi. Se è un incubo o una realtà a cui ci abitueremo non lo sapremo mai veramente, perché, mentre si realizzerà, saremo già parte integrante del processo che abbiamo messo in moto.

Del resto, ricordiamo che l’AI segna un salto tecnologico, concettuale e paradigmatico come sempre accade nella storia della tecnologia e delle idee.

Anassimandro rimise la discussione Eraclito affermando che

la terra è un sasso nello spazio vuoto

e non sull’oceano, Copernico ha dimostrato che il Sole è immobile mentre i pianeti e la terra vi ruotano intorno, il tempo assoluto di Newton ha fatto i conti con lo spazio – tempo di Einstein, senza dimenticare l’atomo che viene diviso contrariamente a quanto sosteneva Democrito ed all’etimologia che lo voleva indivisibile.

Ai nostri giorni, l’AI fa sua la qualità più propria che l’umanità considerava di esclusiva proprietà e riapre, in modo inedito, il problema dell’Io e della mente.

Sembra reale, dimostrabile, che un individuo abbia dilemmi etici o certezze ed una vita interiore, una coscienza di sé: ovvero, proprio il suo io. Ecco perché l’entanglement permette la nascita della tecnologia, apre alla comprensione di eventi e fenomeni della natura ed è paragonabile all’indecidibilità del teorema di incompletezza di Gödel in matematica ed al principio di indeterminazione di Heisenberg per le conseguenze cui conduce mentre resta inspiegato.

C’è da chiedersi che ne è della concezione e definizione di spazio – tempo: tutto è rimesso in discussione, a ricordarci che la crisi dei fondamenti è più che profonda anche in fisica.

Si può ipotizzare che mondo fisico e coscienza siano l’uno l’hardware e l’altra il software del mondo: la coscienza come declinazione e qualità connaturata alla materia.

Se la massa equivale all’energia la coscienza si potrebbe dire sia un aspetto, una modalità dell’energia – materia.

L’intoppo più grande, che ci fa oggi temere l’IA, è forse l’inconsapevolezza: se abbiamo paura dell’Intelligenza artificiale, dobbiamo chiederci se crediamo abbastanza nell’allenamento di quella umana, impigrita da convinzioni passive, che ostacolano la vita attiva.

Il rischio che corriamo è, dunque, quello di potenziare la macchina, trascurando l’individuo.

Restare umani nel divenire è un esercizio di fede e, in questa ottica di fermezza, chi può avere paura?

Comprendere le trasformazioni è sempre determinante, nella maggior parte dei casi risolutivo: lo sforzo tutto umano sia allora quello di comprendere le cose, ascoltarle con l’azione dei sensi, sensi che una macchina non potrà mai avere.

Ma che, giocoforza, imparerà grazie a noi, a quel contributo umano che è la scintilla divina della sua origine.

In conclusione, l’idea di un entanglement tra le persone non è solo affascinante, ma anche potenzialmente rivoluzionaria. Si parla di un legame emotivo e psicologico così profondo da influenzare, istantaneamente e reciprocamente, due persone, anche a distanza.

Questo potrebbe spiegare fenomeni come l’intesa immediata o la profonda comprensione reciproca che si sviluppa tra individui che condividono esperienze e emozioni.

Secondo tale teoria, le relazioni umane potrebbero essere viste come una rete di connessioni intricate e sottili, più complesse di quanto si creda normalmente.

Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.