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Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il Poeta del Signore

Sant'Alfonso Maria de' Liguori


Protettore del Regno delle Due Sicilie ha composto numerosi inni come ‘Tu scendi dalle stelle’ e una struggente Ninna Nanna che la Vergine canta a Gesù

Tra quattro giorni festeggeremo il Santo Natale, tutti consumeremo il cenone e il pranzo natalizio e se in molti lo trascorreranno con parenti e amici, pochi andranno in chiesa ad assistere alla Santa Messa, durante la quale i fedeli intoneranno ‘Tu scendi dalle stelle’, uno dei più famosi canti di questo periodo.

Tale canzone fu composta da Alfonso Maria de’ Liguori, Patrono del Regno delle Due Sicilie, oltre che della città di Pagani, in provincia di Salerno, dove le sue mortali spoglie riposano nella Basilica a lui dedicata.

Nacque a Napoli, nel 1696, primogenito di otto figli. Fu affidato, fin da piccolo, ai migliori precettori del tempo, tra cui il pittore Francesco Solimena, grazie anche all’agiata posizione economica della famiglia.

Fu molto precoce nell’apprendimento, tanto che a dodici anni iniziò a frequentare l’Università e dopo quattro anni, sostenne anche un esame con Giambattista Vico, il filosofo dei corsi e ricorsi storici, conseguendo, poi, il dottorato in diritto civile.

Quindi, a soli sedici anni esercitava già la professione di avvocato ed ottenne anche la nomina a giudice.

Undici anni dopo, a causa di una sconfitta professionale, contro il volere paterno, decise di intraprendere la vita ecclesiastica e tre anni dopo fu ordinato sacerdote.

Iniziò, così, la sua opera di apostolato, spiegando, sull’esempio di Gesù, il Vangelo al popolo con un linguaggio semplice ma efficace, anche se, in un primo tempo, la sua opera fu persino ostacolata dalla Curia.

Nel 1731 si trasferì a Foggia, per portare conforto e soccorso alla gente provata duramente dal sisma che aveva colpito la città della Capitanata. Proprio a Foggia, mentre predicava, diede il primo segno di santità, infatti fu visto lievitare avvolto in un fascio di luce.

Dopo la parentesi foggiana si stabilì a Scala, una piccola località della Costiera Amalfitana tra Ravello ed Amalfi, in provincia di Salerno, dove fondò la congregazione del Santissimo Redentore.

La predicazione dei ‘Redentoristi’ era improntata alla semplicità apostolica, soprattutto nel linguaggio, ed ottenne una rapida diffusione, arrivando a fondare nuovi conventi perfino in Polonia.

Per i suoi meriti e contro la sua volontà, fu ordinato Vescovo da Papa Clemente XIII, che gli affidò la diocesi di Sant’Agata de’ Goti.

Diede prova di ingegno anche nella vita laica, oltre che in quella ecclesiastica, calmierando il prezzo del pane ed aiutando la popolazione con prestiti agevolati durante la terribile carestia che colpì il Regno di Napoli nel 1764.

Per problemi di salute, soffriva di osteoartrite cervicale progressiva, che gli incurvò la spina dorsale, e fu costretto a dimettersi dalla carica di Vescovo.

Come tutti i santi di Santa Romana Chiesa fu protagonista di un episodio di bilocazione, partecipò ai funerali del pontefice che lo aveva ordinato Vescovo, senza tuttavia muoversi, secondo i testimoni dalla sede vescovile, anche se restò immobile come una statua per due giorni.

Si dedicò alla scrittura, producendo numerose opere religiose. Fu anche compositore di molte canzoni in italiano e in napoletano, tra cui, appunto, il celebre canto natalizio ‘Tu scendi dalle stelle’, scritto e musicato durante una sua missione a Nola, derivato da ‘Quanno nascette Ninno’, composta con testo in napoletano durante la sua permanenza nel convento della Consolazione di Deliceto, in provincia di Foggia.

Meno nota, ma altrettanto affascinante, è una ninna nanna che la Vergine Santa, canta al bambino Gesù per farlo addormentare, dal titolo ‘Fermarono i cieli’ – i nomi delle canzoni religiose sono presi, quasi sempre, dalla prima strofa – ma tra i fedeli è conosciuta come ‘Ninna Nanna Gesù’.

La bellezza di questa meravigliosa canzone sta, come detto, nella semplicità della melodia e nella dolcezza delle parole; il testo narra il momento intimo di una madre che canta la ninna nanna affinché il suo piccolo si addormenti e faccia sogni sereni.

Una curiosità: sembra che il titolo sia stato ispirato dal Vangelo apocrifo di Giacomo, che afferma che alla nascita di Gesù tutto il creato rimase immobile per qualche istante.

Di seguito le prime 5 strofe di questo capolavoro, che ogni mamma dovrebbe cantare al suo bambino.

Fermarono i Cieli, la loro Armonia
Cantando Maria, la nanna a Gesù
con voce divina, la Vergine bella
più vaga che stella diceva così
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
La luce più bella, negli occhi brillava
sul viso sembrava divino splendor
la mamma felice di un bambino divino
gridava il suo amore cantando così
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Mio figlio mio Dio, mio caro tesoro
tu dormi e io moro per tanta beltà
dormendo mio bene, tua madre non miri
ma l’aura che spiri è fuoco per me
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
O bei occhi serrati, voi pur mi ferite
or quando v’aprite, per me che sarà?
Le guance di rose mi rubano il core
o Dio che sì more, quest’alma per te
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Mi sforz’ a baciarti un labbro sì raro,
Perdonami, caro, non posso, più no
Sì tacque ed al petto stringendo il bambino
al volto divino un bacio donò
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù
Dormi, dormi, fai nanna mio Gesù

Di seguito, invece, il brano integrale, che consigliamo vivamente di ascoltare.

Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.

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