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Sanità e servizi sociali sempre più vicini al cittadino toscano

Sanità e servizi sociali


Prosegue lavoro verso nuovo modello

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Tra gli anni Novanta e i primi del Duemila la sfida maggiore fu la riorganizzazione della rete ospedaliera.

L’Assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini, sottolinea:

Ora la priorità è la nuova organizzazione dell’assistenza territoriale: dobbiamo prendere per mano i cittadini ed accompagnarli nel sistema anziché farli continuamente entrare ed uscire.

Dobbiamo farlo soprattutto con gli anziani, i malati cronici e i più fragili. E dobbiamo farlo tenendo assieme nuovi bisogni, qualità e quantità dei servizi offerti, sostenibilità del sistema.

È la sfida che la Toscana raccoglie con la messa a terra dell’oramai famoso decreto ministeriale 77 del 2022, che la Regione ha voluto recepire poco più di un anno fa non solo da un punto di vista burocratico ma arricchendo la riforma con un pensiero, che viene dalla storia della Toscana, e valorizzando le esperienze e sperimentazioni portate avanti negli ultimi quindici anni, in parte prese a modello dal decreto stesso.

Se n’è parlato stamani, 28 marzo, nel corso di un convegno ed incontro di lavoro molto partecipato al Campur Meyer di Firenze, organizzato dalla Regione.

Nei prossimi due anni case ed ospedali di comunità finanziati con il PNRR saranno terminati e per allora deve essere definito come dovranno funzionare, come la loro attività si integrerà con l’assistenza a domicilio, la telemedicina e l’investimento in tecnologia fatto in questi mesi.

E poi la sfida nella sfida: far parlare tra loro, sempre di più e meglio, servizi sanitari e servizi sociali.

L’Assessore alle politiche sociali, Serena Spinelli, spiega:

Siamo ripartiti ad esempio da quello che già questa Regione aveva definito, come la creazione degli ambiti territoriali, i ‘Punti Insieme’ diffusi nei territori per l’accesso unico ai servizi, le unità di valutazione multidimensionale.

Il precedente governo l’aveva ribadito come elemento strategico: un modo per dire ai due mondi di parlarsi e di connettersi e un deciso passo in avanti.

Era dicembre 2022 quando la Giunta regionale recepì il decreto 77, delineando l’architettura del nuovo modello socio-sanitario integrato e definendone i punti focali.

Un modello che, tra l’altro, farà perno su 77 case di comunità, sulla cui realizzazione sono stati investiti 128 milioni, su ventitré ospedali di comunità, finanziati con 64 milioni, e 37 COT, centrali operative territoriale, 134 milioni, la cui funzione sarà determinante, perché dovranno ‘traghettare’ i cittadini che escono dall’ospedale ma continuano ad avere bisogno di assistenza sul territorio e guidare altri che nel territorio devono trovare i loro percorsi di assistenza. Dal primo di marzo sono già attive le prime COT.

Non meno importante sarà il passaggio da case della salute a case della comunità, che dovranno essere luoghi dove professionisti con ruoli e di discipline diverse si interfacciano per prendere al meglio in carico i pazienti.

L’Assessore Bezzini spiega:

Dovranno lavorare assieme i medici di famiglia, con cui abbiamo stretto le prime intese, e gli infermieri di comunità, gli specialisti, gli assistenti sociali ma anche gli amministrativi chiamati a gestire i percorsi dei paziente evitando fastidi e complicazioni burocratiche alle persone che hanno bisogno.

Della riforma fissa obiettivi e priorità il Presidente Giani.

Premette:

La Toscana non parte da zero.

La prima sfida ed obiettivo che abbiamo di fronte è armonizzare adesso modelli di assistenza territoriale e servizi nati nei territori in modo spontaneo o sperimentale, per avere la stessa offerta ovunque, senza cittadini di serie A, quelli che vivono magari nelle città, e cittadini di serie B, che risiedono nelle aree interne, nelle campagne o in montagna.

Vogliamo alzare ulteriormente l’asticella e farlo in maniera uniforme.

Un’altra declinazione, socio – sanitaria in questo caso, della Toscana diffusa. Un ruolo importante l’avranno l’innovazione e i servizi digitalizzati, la telemedicina e il telemonitoraggio, ma anche lo sviluppo della sanità di iniziativa, ovvero percorsi di prevenzione per gestire meglio le malattie croniche.

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