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Sahara: reclutamento bambini soldato a Tindouf



La condanna in una nota del Centro internazionale per la ricerca sulla prevenzione dei bambini soldato di Dakhla

Il Centro internazionale per la ricerca sulla prevenzione dei bambini soldato di Dakhla ha condannato fermamente le violazioni e il sistematico reclutamento militare di bambini nei campi di Tindouf in Algeria.

Dopo aver assistito ad una parata di centinaia di bambini e bambine in uniforme militare, il Centro in una nota ha affermato di rimanere “profondamente preoccupato per il continuo reclutamento sistematico” di bambini soldato nei campi di Tindouf, in Algeria.

Abbiamo espresso direttamente le nostre profonde preoccupazioni alla comunità internazionale. Riteniamo l’Algeria legalmente e moralmente responsabile di questa flagrante violazione e disprezzo del diritto internazionale umanitario sul suo territorio.

Nel suo comunicato stampa, il Centro ricorda, inoltre, che l’Algeria è parte della Convenzione sui diritti dell’infanzia e che ha quindi l’obbligo di rispettare, proteggere e realizzare i diritti dei bambini alla vita, alla privacy, alla libertà di pensiero e di riunione pacifica.

Il nostro Centro esorta tutti gli attivisti per i diritti umani, ricercatori e giornalisti a dare prova di coscienza professionale e integrità intellettuale, affinché nessuna pressione venga esercitata sui genitori dalle milizie del Polisario.

Creato nel 2022 a Dakhla, il Centro internazionale di ricerca sulla prevenzione dei bambini soldato mira a contribuire alla lotta contro il loro reclutamento, in particolare attraverso la sensibilizzazione sul loro destino, nonché sulle cause sottostanti che alimentano la persistenza di questo flagello.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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