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Rossi: ‘4 anni dopo Teresa Moda più controlli meno fabbriche illegali’

Enrico Rossi


‘Il progetto Prato è diventato un modello’

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Prato e la Toscana ricordano, dopo quattro anni, il rogo in cui morirono sette lavoratori cinesi, sorpresi dal fuoco mentre dormivano nella fabbrica che era anche la loro casa, un capannone nel Macrolotto 1. Dopo quattro anni la ferita è ancora aperta ma Prato e la Toscana hanno reagito.

Ricorda il presidente Enrico Rossi:

La Regione ha lanciato il progetto Prato lavoro sicuro ci abbiamo messo 12 milioni di euro, abbiamo assunto 76 ispettori del lavoro e, d’intesa con Asl e Procure è partito un piano di ispezioni straordinarie che, dal settembre 2014 al marzo 2017 ha già controllato 8257 imprese, il 59% delle quali risultate non in regola. Oggi la prima fase si è conclusa ma la Regione non abbassa la guardia.

Il progetto Prato è diventato un modello. Una sfida per far emergere da condizioni di illegalità diffusa, con un lavoro di squadra, realtà produttive capaci di contribuire alla ricchezza della Toscana e del Paese. Oggi vogliamo consolidare questa esperienza ma anche anche allargarla, per renderla uno strumento più raffinato ed efficace contro lo sfruttamento dei lavoratori quasi degli schiavi, inaccettabile in una terra civile come la Toscana.

I passi avanti fatti in questi anni sono stati illustrati oggi nel corso dell’incontro organizzato dal Comune di Prato, dal coordinatore regionale del progetto Prato lavoro sicuro, Renzo Berti.

I numeri parlano di controlli su dormitori illegali (1039), cucine abusive (299), impianti elettrici fatiscenti (1.564), macchinari irregolari (1729) che hanno portato alla chiusura di alcune imprese e in molti casi alla eliminazione delle carenze riscontrate. Sono state sequestrate e chiuse ben 418 imprese e la situazione è progressivamente migliorata, portando le irregolarità riscontrate da un 15,9% mensile (6,8% a Prato dove la situazione è più critica) di aziende in regola al 55,7% dello scorso marzo.

Sono inoltre molte (84%) le imprese che hanno adempiuto nei tempi assegnati alle prescrizioni impartite, pagando le relative sanzioni (11.659.198 euro dall’avvio dell’attività sino a fine giugno 2017).

Anche la qualità delle carenze, nel tempo, si è modificata e oggi è assai meno frequente il rilevamento delle problematiche più gravi e macroscopiche, quali ad esempio la presenza di dormitori all’interno dei capannoni.

Un trend positivo, dunque, che ha spinto la giunta regionale a non mollare la presa, confermando il piano per almeno altri due anni e raffinandone ed ampliandone nel contempo, sempre d’intesa con le Procure, il raggio ispettivo.

La fase due ha preso il via lo scorso aprile e ha già realizzato 1.469 ispezioni. Le carenze riscontrate continuano ad essere numerose, ma si conferma un quadro in miglioramento. L’analisi dei risultati ottenuti ha portato a rilevare un nuovo fenomeno, una sorta di nuova frontiera dell’illegalità: il fenomeno delle ditte fantasma, che ufficialmente non esistono perché nascoste all’interno delle civili abitazioni – spesso non a norma e sovraffollate – che mascherano condizioni di vita e di lavoro potenzialmente ancora più rischiose.

Per combattere su questo nuovo difficile fronte, la giunta ha recentemente varato un numero verde 800-017835, per consentire segnalazioni da parte di cittadini che saranno raccolte e verificate da tecnici.

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