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Rigoni di Asiago per l’arte 2023 sbarca al MANN

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Rigoni di Asiago per l'arte fontana MANN


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Con 33.569 voti online la settima tappa del viaggio all’insegna della valorizzazione dei beni culturali dell’azienda veneta arriva nella bellissima città partenopea

Riceviamo e pubblichiamo.

Sarà il MANN Museo Archeologico nazionale di Napoli, tra i più antichi ed importanti musei archeologici al mondo, ad accogliere la settima tappa di questo bellissimo percorso all’insegna della bellezza che Rigoni di Asiago, in collaborazione con Fondaco Italia, ha intrapreso nel 2015 in occasione dell’EXPO di Milano.

‘La natura nel cuore di…’ è diventato un progetto vincente nel segno della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità, temi oggi in voga ma, spesso, molto vaghi, differentemente dalla concretezza del restauro di un’opera d’arte che è sotto gli occhi di tutti.

Sette città, da Nord a Sud, attraverso le quali Rigoni di Asiago sta realizzando un ‘museo itinerante’ lungo lo stivale per offrire alle persone che viaggiano un modo diverso di vedere ed interpretare l’arte, di apprezzare opere che purtroppo non godono della giusta attenzione, tanto è vasto il patrimonio del nostro Paese.

Dopo Milano, Venezia, Roma, Matera, Firenze e Bergamo, oggi è il turno di Napoli, illustre e prestigiosa capitale dell’arte a cui Goethe nel suo celebre ‘Viaggio in Italia’, compiuto alla fine del ‘700, ha dedicato il motto: ‘Vedi Napoli e poi muori’ per sottolineare l’unicità delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche.

A beneficiare della sensibilità di Rigoni di Asiago questa volta sarà una bellissima fontana in porfido rosso collocata nel ‘Giardino delle fontane’, uno dei due grandi cortili interni che rendono lo spazio monumentale così bello ed accogliente per migliaia di visitatori che ogni anno arrivano da tutto il mondo.

La ‘grande tazza’ in porfido rosso è una vasca di fontana, in latino labrum, rinvenuta dalle Terme di Caracalla a Roma durante gli scavi condotti dalla potente famiglia Farnese nel corso del XVI secolo.

Si tratta di un manufatto molto raffinato, probabilmente commissionato da un imperatore romano per un edifico pubblico. L’oggetto si data alla prima metà del II secolo d.C., tra l’età di Traiano e quella di Adriano. In quell’epoca, infatti, era particolarmente diffuso l’uso del porfido.

La vasca è registrata nell’inventario di Palazzo Farnese a Roma dal 1644, in Campo dei Fiori, attualmente sede dell’Ambasciata di Francia in Italia. Come il resto della Collezione Farnese, l’opera fu ereditata da Carlo di Borbone per via materna e nel 1789 fu registrata nell’inventario del Museum Herculanense di Portici.

Compare, allo stato di frammenti, nell’inventario del 1796 del Nuovo Museo e Fabbrica della porcellana di Napoli, per essere infine restaurata nel 1808, per la prima volta, con integrazioni in gesso e trasferita definitivamente al Real Museo Borbonico, di cui il MANN è l’erede.

Andrea Rigoni, Presidente di Rigoni di Asiago Srl:

Grande partecipazione, entusiasmante e con tanti messaggi di complimenti che sono giunti in azienda. Questa, in sintesi, la votazione che ha decretato il successo di Napoli.

Per noi arrivare in questa splendida città di mare ed indiscussa capitale dell’arte, supportati da un grande tifo e dall’accoglienza di oltre trentamila voti, è motivo di grande soddisfazione ed anche di responsabilità.

Sono orgoglioso e spero di contribuire ad accendere una luce per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del nostro patrimonio artistico.

Per capire Napoli la visita al MANN è una tappa fondamentale, molte sono le opere d’arte di diverse epoche che testimoniano il complesso e glorioso passato della città e della sua regione.

Sbarcare a Napoli mi rende felice; per tutti noi oggi è un motivo in più per venire a visitarla e per scoprire la magia di questo luogo. Settembre sarà il momento in cui riconsegneremo questa splendida fontana in porfido rosso sotto una nuova veste.

Grazie di cuore a tutte le persone che hanno partecipato e fatto vincere questa magnifica città!

Paolo Giulierini, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli:

Il felice incontro con il progetto Rigoni di Asiago per l’Arte ci ha visto subito in immediata sintonia: la scelta di restaurare la preziosa vasca di fontana in porfido rosso delle Terme di Caracalla vuole essere un ulteriore segno di attenzione per la rinascita e la cura degli spazi verdi all’interno del MANN.

Il prezioso manufatto, posto al centro del giardino delle Fontane, è parte integrante della nostra collezione Farnese, così come la sosta nei tre giardini storici è tappa irrinunciabile della esperienza di visita.

Complimenti a Rigoni per aver realizzato, attraverso il suo ‘tour’ e il coinvolgimento della rete, una iniziativa originale che diffonde l’amore per il patrimonio artistico italiano.

Enrico Bressan, Presidente di Fondaco Italia:

Sbarcare a Napoli con la forza di oltre 30.000 persone che hanno votato in soli 15 giorni, è motivo di orgoglio ed uno stimolo in più per far sì che l’arte del nostro Paese, grazie ad imprese illuminate come Rigoni di Asiago si confermi asset di sviluppo.

In questo particolare momento storico abbiamo bisogno di esempi positivi e concreti, di messaggi valoriali, di persone che, grazie al loro agire quotidiano serio, intraprendente, coerente e professionale contribuiscano ad attirare l’interesse pubblico e in particolare dei giovani.

La responsabilità sociale d’impresa è una forma di cultura, per la quale si rinnova lo spirito di appartenenza e si traccia il futuro, un nuovo rinascimento che attinge dal valore imprescindibile del passato.

Dal 2015 Andrea Rigoni unitamente alla sua azienda, con passione persegue questa strada e gli oltre trentamila voti di Napoli sono la conferma del gradimento del suo progetto!

Il restauro viene realizzato da Pantone Restauri di Roma.
Appuntamento al 28 settembre 2023 per l’inaugurazione!

Il progetto ‘La natura nel cuore di…’ di Rigoni di Asiago, in collaborazione con Fondaco Italia, è iniziato nel 2015 con l’importante intervento di recupero dell’Atrio dei Gesuiti, l’entrata storica del prestigioso Palazzo di Brera a Milano; nel 2016/2017 con il restauro dell’originale della statua di San Teodoro, il primo Patrono di Venezia, in Palazzo Ducale; nel 2018 con il restauro della fontana ‘Venezia sposa il mare’ nel cortile di Palazzo Venezia a Roma; nel 2019 con il restauro della Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone a Matera; nel 2020 con i dipinti delle lunette lato est ed angolo sud del Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze per giungere, infine, nel 2021/2022 a Bergamo, con il restauro della Fontana Contarini in Piazza Vecchia, oggi cuore di Bergamo – Brescia, Capitale Italiana della Cultura.

MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli – Cenni storico – artistici

L’origine e la formazione delle collezioni sono legate alla figura di Carlo di Borbone, sul trono del Regno di Napoli dal 1734, e alla sua politica culturale: il re promosse l’esplorazione delle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C., iniziata nel 1738 a Ercolano, nel 1748 a Pompei, e progettò la realizzazione in città di un ‘Museo Farnesiano’, trasferendo dalle residenze di Roma e Parma parte della ricca collezione ereditata dalla madre Elisabetta Farnese.

Si deve al figlio Ferdinando IV, sul trono di Napoli dal 1759, la scelta di riunire nell’attuale edificio, l’antico Palazzo degli Studi – costruito nel 1586 con la destinazione di cavallerizza, mai completata, e dal 1615 fino al 1777 sede dell’Università – i due nuclei della Collezione Farnese e della raccolta di reperti vesuviani già esposta nel Museo Ercolanese all’interno della Reggia di Portici.

Dal 1777 l’edificio fu interessato da una lunga fase di lavori di ristrutturazione e progetti di ampliamento, affidati agli architetti Ferdinando Fuga e Pompeo Schiantarelli.

Nel decennio della dominazione francese (1806 – 1815) furono realizzati i primi allestimenti e con il ritorno dei Borbone a Napoli nel 1816 assunse la denominazione di Real Museo Borbonico. Concepito come Museo universale, ospitava istituti e laboratori, la Real Biblioteca, l’Accademia del Disegno, l’Officina dei Papiri, trasferiti in altre sedi nel secondo dopoguerra.

Le collezioni del Museo, divenuto Nazionale nel 1860, si sono arricchite con l’acquisizione di reperti provenienti dagli scavi nei siti della Campania e dell’Italia Meridionale e dal collezionismo privato.

Il trasferimento della Pinacoteca a Capodimonte nel 1957 ne determina l’attuale fisionomia di Museo Archeologico.