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Ricetta esoterica del Ramen Scalvino

Ramen Scalvino - foto e pietanza Investigatore Culinario - Valle di Scalve|

Ramen Scalvino - foto e pietanza Investigatore Culinario - Valle di Scalve|



Ovvero la ‘zuppa sole – luna di montagna’ – solo per Iniziati

Perché esoterica?

Perché ho cercato di studiare la ricetta cercando di utilizzare il Metodo iniziatico, approfondendo esotericamente l’argomento fino a trovare una possibile linea simbolica dei passaggi di realizzazione, non solo tentando di analizzare razionalmente, ma cercando anche di trovare una comprensione più profonda attraverso la simbologia, appunto, nel tentativo di avvicinarmi un po’ di più alla vera essenza.

Come premessa devo dire che ho avuto negli ultimi anni la possibilità di entrare – seppur ancora saltuariamente – in una dimensione ‘montana’ dell’esistenza, anche culinaria, nuova e rivelatrice nella sua essenzialità e profondità. Forse ve ne parlerò in un prossimo articolo dedicato.

L’altro aspetto che devo rilevare è che la stagione del settimo, ottavo e nono mese di Vera Luce del ciclo eterno, mi è sempre piaciuta di più delle altre, per la frescura delle giornate – il caldo non mi è mai stato a genio -, per i colori della natura, il foliage in montagna è ancora più evidente – tra il nero, origine ed assenza di tutti i colori, e il bianco, che li tutti riassume – per la possibilità di riniziare a cucinare con il forno e stare di nuovo davanti al camino a ricordare miti come Persefone e Mabon.

Autunno è autumnus, il participio passato auctus, a cui è stata associata la desinenza –mnus, del verbo latino augere, che significa ‘aumentare’, ‘arricchire’.

E per il dove e per il quando anche io mi sento arricchito.

E ricchi, anche di calorie, sono i cibi ora a disposizione per affrontare la stagione fredda.

Tempo sia di caduta delle foglie morte sia di raccolta dei frutti seminati, simbolo della fecondità della terra. Tempo di discernimento, di riflessione, di lavoro interiore.

L’autunno rappresenta il momento in cui dobbiamo riconoscere l’abbondanza come stato naturale dell’essere, ma anche il periodo della selezione, della conservazione, della tradizione, e del ricordo di essere i ‘figli della Terra e del Cielo stellato’, come recita il Rituale per l’Equinozio d’autunno.

La Luce dal suo massimo, va poi progressivamente decrescendo e si avvia al suo declino, e, come il sole scende sotto l’orizzonte celeste, anche la nostra consapevolezza si prepara al V.I.T.R.I.O.L..

Per proteggersi dall’inverno che arriva, la Forza Vitale scenderà in profondità nelle radici e si metterà al riparo vicino al Fuoco Sotterraneo, che pochi intuiscono, ma che nessuno vede.

Occorre scendere nel proprio Reame Interiore, alla scoperta di sé stessi, verso l’incontro di ciò che ci anima. Ogni volta dobbiamo simbolicamente tornare a visitare ‘il centro della terra’ per poi tornare in superficie ed essere illuminati dal nuovo sole.

È tempo di mezza luce e dopo ogni tramonto c’è sempre un’alba che ci riporta verso la pienezza della Luce.

Anche quando si brancola nell’oscurità, è necessario avvertire dentro una scintilla per accendere una brillante fiamma, consapevolezza dei soli che avvertono il sacrum facere della continua trasformazione, cosicché non più dualità, ma unità.

È tempo di raccolto: di grano per il pane, di olive per l’olio, d’uva per il vino, ecc…

Ho una vera e propria predilezione per tutti i cibi del momento: mele, melagrane, fichi, cachi, noci, nocciole e mandorle, castagne, tartufi, finocchi (un po’ meno), carciofi, cavoli e peperoni, ma, fra i tanti, per uno dei piatti che mi pregio di ammettere di aver inventato io, sono partito dalla coniugazione di due ingredienti in particolare.

Per lo più panciuta, meno spesso la forma di serpente. Nasce in terreni umidi e se e sta sospesa liberamente in alto. Dicono che qualche zucca sia arrivata a misurare fino a nove piedi di lunghezza. I medici dell’antichità affermavano che la zucca è acqua congelata: la sua natura è infatti umida e fredda.
Bartolomeo Sacchi

Come tanti frutti coltivati od ortaggi di questa stagione, è ricca di sostanze antiossidanti e di beta-carotene, precursore della vitamina A, di minerali, proteine e omega 3.

Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca.
Una zucca? – ripeté sorpresa Cenerentola.

A sottolineare il passaggio dall’oscurità alla luce, dalla tristezza alla felicità.

Esotericamente quelle tonde americane alludono alle rotondità femminili o alla gravidanza e quelle europee a fiaschetta, invece, riportano a un simbolo maschile, sono comunque riferimento solare, di vita, che hanno racchiuso tutta l’energia della luce e del calore e per la presenza di numerosi semi è segno d’abbondanza e prosperità.

Avere sale in zucca.

La coriacea scorza essiccata era usata come contenitore per l’acqua o scrigno per il sale, equivalente del denaro corrente nell’antica Roma, dacché salario. A voler dire che il sapore dolciastro della zucca la validasse come mancante di sale e, quindi, un po’ sciocca.

Al contrario con un aspetto magico per la velocità di crescita e alchimistico, dove la cucurbita si riferisce al crogiolo alchemico, la ‘cucurbita del saggiò’.

L’artista lombardo Arcimboldi nel 1500 alla corte alchemica di Praga, utilizzando i frutti di stagione, crea, tra gli altri, il mezzobusto della rappresentazione dell’autunno – inverno e alla zucca assegna la posizione al torace, sede del cuore.

Invece, nell’iconografia pittorica di San Rocco o di San Giacomo Maggiore la zucca appare essenziale al pellegrinaggio dei santi. Ma se ne scrive anche come portalampada e porta cera, per illuminare gli ambienti.

Da qui, la ritrovata fortuna di importazione americana in tempi più recenti ha fatto perdere il legame antico con la nostra tradizione tutta italica delle ‘Lumère’, zucche intagliate con all’interno una candela, collocate per le strade di chiese e cimiteri per ‘illuminare il cammino alle anime’ il giorno dei morti e far trovare loro la strada da un mondo all’altro.

Nel giro di un paio di minuti, il Bruco si tolse di bocca il narghilè, tirò qualche sbadiglio, e si dette una scrollatina. Poi scivolò giù dal fungo e si allontanò strisciando in mezzo all’erba, dicendo solo: «Un lato ti farà diventare più grande, l’altro più piccola».

«Un lato di che cosa? L’altro lato di che cosa?» pensò Alice fra sé e sé.

«Del fungo» rispose il Bruco, proprio come se lei avesse fatto la domanda a voce alta, e in un attimo scomparve alla vista.

Alice contemplò il fungo pensosamente per un minuto, cercando di indovinare quali fossero i due lati del fungo, e, siccome era perfettamente rotondo, il problema non era di facile soluzione.

Comunque, alla fine allargò le braccia e tendendole il più possibile, abbracciò il fungo e ne staccò dal bordo un pezzettino per parte con ciascuna mano.
Lewis Carroll – Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie

I funghi sono simboli lunari; ambivalenti perché usati come medicina per le proprietà terapeutiche, ma anche pericolosi per la velenosità dovuta alle molecole tossiche, in taluni casi con effetto psichedelico in grado di alterare temporaneamente la percezione sensoriale e la coscienza.

I funghi sono talvolta associati alla morte e all’aldilà, poiché compaiono in una notte e crescono nei boschi, ambienti mistici umidi e oscuri, tra le radici del sottobosco dove il legno che cade marcisce naturalmente e si decompone dando loro nutrimento.

La prima rappresentazione artistica dei funghi a noi conosciuta risale al 470 – 460 a.C. e ritrae Persefone e Demetra con dei funghi in mano.

Erano associati alla morte e alla resurrezione anche nella mitologia egizia, e venivano inseriti nelle tombe come simboli di speranza e vita eterna.

Il suolo e l’atmosfera governano tutte le produzioni della natura, dall’uomo ai funghi.
Voltaire

⸫ Ricetta

Immaginando il ruolo di ognuno degli ingredienti all’interno di una Loggia (contenitore):

Il Maestro Venerabile ispira, presiede, governa e rappresenta la Loggia; nell’esercizio del Magistero iniziatico la sua autorità è sacra e inviolabile.

Per il nostro esempio qui è il cuoco.

I Dignitari e gli Ufficiali di Loggia coadiuvano il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia. Gli Ufficiali di Loggia sono quelli legittimati dalle tradizioni e sono nominati dal Maestro Venerabile.

Per la presente ricetta sono Dignitari e Ufficiali di Loggia:
– il Primo Sorvegliante – la zucca;
– il Secondo Sorvegliante – il fungo porcino secco;
– l’Oratore – l’uovo;
– il Segretario – lo speck;
– il Tesoriere – il sale;
– il Maestro delle Cerimonie – la pasta, tagliolini freschi;
– il I Maestro esperto – l’olio extra vergine d’oliva;
– il II Maestro esperto – il formaggio grana;
– il Copritore interno – la cipolla;
– il Copritore esterno – la noce;
– il Primo ed il Secondo Diacono – la salsa di soia e la spezia;
– Ospitaliere – il prezzemolo.

Fratelli, assistetemi ad aprire i Lavori.

Secondo tradizione e regolamento gli ingredienti devono essere selezionati accuratamente: non tutti possono essere ammessi e vanno controllati.

Come da rituale, la zucca deve cominciare il lavoro rosolando a fuoco lento, su un filo l’olio extra vergine d’oliva, con la cipolla tagliata fine e uno spicchio d’aglio in una capiente casseruola.

Aggiungere lo speck, dopo una breve rosolatura, un paio di cucchiai di salsa di soia e un cucchiaino di concentrato di pomodoro e far insaporire. Unire patate e carote.

Subito dopo, a parte, bisogna mettere a bagno i funghi porcini secchi in abbondante acqua tiepida. Una volta ammollati si metteranno temporaneamente da parte per usare la relativa acqua per allungare e far cuocere la zucca. Lasciar sobbollire per circa 33 min.

Aggiungere il formaggio grana e unire i funghi, tenendone da parte qualcuno per guarnire il piatto, aggiustare di pepe e mettere 3 stimmi di zafferano.

Separatamente, cuocere per 7 minuti l’uovo da sodare e far lessare, invece, la pasta fresca nel brodo per 3 minuti, senza aggiungere sale se non occorre.

A chiusura, impiattare, disponendo i tagliolini in una ciotola ampia, coprire con il brodo di  zucca e funghi, aggiungere l’uovo sodo tagliato a metà, qualche porcino tenuto da parte a decorare e un piccolo gambo di prezzemolo.

E dunque buona cena!

Ma prima:

Mai mangiare a stomaco vuoto! Perciò: fuoco!

Al proposito dell’abbinamento del vino è preferibile un rosso di corpo medio e tannini morbidi, meglio se proveniente dall’adiacente Val Camonica.

Fratelli, separiamoci in pace.

P.S. Se qualcuno avesse idea di come completare la Loggia e indentificare / collocare l’Elemosiniere, il Portastendardo e l’Architetto Revisore, cortesemente, me lo faccia sapere.

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.

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