Al termine del Consiglio dei Ministri, preceduto da un incontro con il Guardasigilli Orlando, Renzi ha illustrato i punti salienti della nuova riforma della giustizia. Essa dovrebbe vedere la luce a settembre, questo stando alla scaletta fissata dal Premier. L’attenzione è concentrata in particolare sul processo civile, si vogliono abbreviare i tempi cosicchè in un anno si riuscirà ad arrivare già al giudizio di primo grado.
Ci sono quindi novità per un tema delicato come quello della giustizia: ” sono anni che sulla giustizia si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere nel merito, possibilmente senza litigare”, ha affermato Matteo Renzi. La riforma riguarderà il processo civile, arrivando al primo grado entro un solo anno; il dimezzamento dell’arretrato che è arrivato a 5,2 milioni di processi pendenti. Il Premier ha indicato, come giusta strada da percorrere, quella della degiurisdizionalizzazione, ovvero la possibilità di risolvere le controversie, non davanti ad un giudice, ma attraverso il ricorso alla negoziazione assistita. Le parole chiave per il Ministro Orlando sono: informatizzazione, che comporta il secondo concetto chiave ovvero semplificazione, le quali dovranno rivolgersi in particolare a famiglie ed imprese.
Altro punto della riforma sono le separazioni ed i divorzi: in caso di reciproco consenso dei coniugi non ci sarà bisogno di rivolgersi ad un giudice. Renzi ha deciso di intervenire anche sul Consiglio Superiore della Magistratura; non ci sarà, almeno nell’immediato, nessuna riforma sul metodo di elezione, ma interventi per garantire che la carriera dei giudici avvenga per merito e non per appartenenza a correnti privilegiate. Inoltre l’idea è quella di modificare il procedimento disciplinare per far si che chi giudica i magistrati per le loro eventuali mancanze o negligenze, non abbia voce in capitolo sulle nomine ai vertici degli uffici giudiziari. “Per questo motivo è necessario separare le funzioni amministrative da quelle disciplinari”, ha dichiarato il Guardasigilli.
Come già detto, questo è un tema delicato che in questo Paese ha portato a tanti provvedimenti sbagliati e contraddittori, i quali hanno contribuito a peggiorare la situazione della giustizia italiana: le trafile burocratiche, il coso dei servizi che aumenta nonostante le competenze spesso diminuiscono, il taglio delle sezioni distaccate dei tribunali di provincia e delle relative procure che hanno intasato ancor di più i tribunali; senza tener conto delle leggi ad personam che i politici di turno hanno realizzato per difendere i loro interessi. Alla luce di ciò ci auguriamo che ” super Matteo” riesca a fare di meglio.
Monica De Lucia
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.