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Record di sfollati nel mondo: sono 75,9 milioni a fine 2023

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L’ultimo rapporto dell’IDCM conferma la diffusa instabilità che riguarda molti Paesi del mondo

L’Internal Displacement Monitoring Center, IDMC, è la principale fonte mondiale di dati e analisi sugli spostamenti interni ai Paesi toccati da instabilità.
Il rapporto, pubblicato a Ginevra nei giorni scorsi, informa in merito agli scenari politici ed operativi per il miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone che vivono in condizione di sfollamento, oppure che rischiano di esserlo in futuro.

Attiva dal 1998, fa parte Consiglio norvegese per i rifugiati, NRC, organizzazione umanitaria indipendente per il sostegno e l’aiuto delle persone costrette a fuggire.

Gli sfollati, che differiscono dai rifugiati fuggitivi da un Paese per recarsi in un altro, rimangono all’interno del proprio, ma sono costretti a spostarsi per vari motivi, quali conflitti, violenza e disastri per terremoti od uragani.

Quasi 76 milioni di persone risultano sfollate al 31/12/2023, di cui 68,3 milioni a seguito di conflitti e violenze su 66 Paesi e territori, mentre le catastrofi naturali hanno costretto 7,7 milioni di individui, in 82 Paesi, a spostamenti di lungo termine, dimostrando che, come i conflitti, anch’esse possono allontanare per lunghi periodi di tempo.

Da quanto riportato nel rapporto, sono i conflitti in Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Striscia di Gaza e ad avere spinto il numero di sfollati interno al livello record di 75,9 milioni a fine 2023 con un incremento del 51% negli ultimi 5 anni e un balzo rilevante nel 2022.

conflitti

È importante sottolineare che l’analisi considera i movimenti delle persone, e, quindi, le stesse sfollano e ritornano, potendo altresì reiterare lo evacuazione in relazione agli eventi.

La mappa dei Paesi toccati dal movimento di persone evidenzia la concentrazione in Africa, Medio-Oriente e Estremo Oriente.

Mappa Paesi

Nel solo 2023 sono state 46,9 milioni le persone costrette allo sfollamento.

Rappresentando in arancione i movimenti generati da conflitti e violenza e in azzurro quelli per disastri naturali, risulta che

Conflitti e disastri

così ripartiti sulle aree geografiche in base all’ordine decrescente per numerosità di persone che si muovono a causa di conflitti e violenza, abbinando, inoltre, gli spostamenti per disastri naturali:

Conflitti e disastri

È evidente la prevalenza di conflitti e violenza nell’Africa Sub-Sahariana, che equivale al 65,8% con 13,5 milioni di sfollati, seguita da Medio Oriente e Nord Africa al 19,8% con 4,1 milioni:

Internal displacement

Pertanto, in queste sole due parti di continente si sono verificati, nel solo 2023, l’85,6% degli sfollamenti per conflitti e violenza nel mondo, e quasi tutti nell’Africa Sub-Sahariana.

Non da meno, i disastri naturali sono stati causa rilevante che ha costretto persone a stabilirsi altrove.

Il conflitto in Palestina, ha affermato l’IDMC, ha contribuito ad un aumento degli sfollamenti di otto volte nell’area Medio Orientale.

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Autore Adriano Cerardi

Adriano Cerardi, esperto di sistemi informatici, consultant manager e program manager. Esperto di analisi di processo e analisi delle performance per la misurazione e controllo del feedback per l’ottimizzazione del Customer Service e della qualità del servizio. Ha ricoperto incarichi presso primarie multinazionali in vari Paesi europei e del mondo, tra cui Algeria, Sud Africa, USA, Israele. Ha seguito un percorso di formazione al Giornalismo e ha curato la pubblicazione di inchieste sulla condizione sociale e tecnologia dell'informazione.