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Rapporto IRPET, Giani: Economia toscana tiene

IRPET


Il Presidente: Occorrono salario minimo, formazione e sicurezza

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati il rapporto IRPET sull’economia toscana.

Insieme al Presidente Eugenio Giani, che ha fatto un saluto in apertura, sono intervenuti anche l’Assessore a lavoro e formazione Alessandra Nardini e l’Assessore a economia e turismo Leonardo Marras.

Il Presidente Giani ha detto:

La tenuta dell’economia toscana, come si evince dallo studio, è buona. In un momento in cui, a livello nazionale, all’andamento economico si associano spesso i termini di crisi e recessione.

Ci sono luci e, accanto a queste, alcune criticità. Vanno bene il turismo e alcuni settori forti nell’export, come la gioielleria, la farmaceutica, l’agroalimentare, la meccanica dove è rilevante l’impatto dell’innovazione sul buon risultato.

Il profondo legame tra atenei, imprese e centri di ricerca si riflette sulla crescita di start up in settori chiave come la robotica e l’Intelligenza artificiale. Anche il lavoro mostra segnali confortanti, con il mercato toscano che indica una tendenza verso la piena occupazione.

Contemporaneamente non si possono nascondere le difficoltà.

Ha aggiunto:

Il settore della moda sta vivendo un momento delicato. Abbiamo aperto due tavoli: uno specifico su pelletteria e comprensorio del cuoio, e uno più generale che abbraccia il settore tessuti e filati e che interessa tutta l’area della piana fiorentina e quella pratese.

Sul versante occupazione i punti deboli si trovano nella precarietà e nel livello dei salari. Ritengo fondamentale arrivare ad un salario minimo ed incentivare la formazione per incrementare la possibilità di soddisfare una domanda di qualità. Senza poi trascurare la sicurezza.

Tutti ambiti chiave che ci obbligano ad intervenire insieme alle parti sociali.

Concludo annunciando che accanto alla misura dei nidi gratis, a settembre introdurremo anche i libri gratis per le famiglie sotto un dato livello ISEE. Questo per non creare percorsi formativi di serie A e serie B, cosa che in Toscana non dovrà mai accadere.

Ampio e articolato l’intervento dell’Assessore a formazione e lavoro Alessandra Nardini:

Il tema dell’inverno demografico è tra quelli chiave e non è risolvibile né con bonus né con la vergognosa proposta sul reddito di maternità.

Dobbiamo agire favorendo l’occupazione giovanile e femminile, con strumenti concreti come quelli che in Toscana abbiamo adottato: formazione e diritto allo studio, sostegno alle giovani famiglie con nidi gratis e progetti innovativi di welfare aziendale per agevolare la conciliazione tempi di vita e di lavoro.

Decisivo poi il tema salariale: i giovani abbandonano il nostro Paese perché altrove vengono adeguatamente valorizzati anche dal punto di vista retributivo e possono beneficiare di migliori strumenti di conciliazione.

Per mettere in campo politiche mirate aderenti ai bisogni dei vari territori toscani abbiamo deciso di seguire il metodo della concertazione: continuo ascolto e confronto con le parti sociali. Un metodo che non è forma ma sostanza.

Altri due punti chiave sono la necessità di far crescere tutta la Toscana e alla stessa velocità, supportando la Costa, che in questi anni ha sofferto di più, e le aree interne; ed il tema immigrazione.

Va superata la becera propaganda che abbiamo purtroppo dovuto ascoltare in questi anni, secondo la quale gli immigrati sottrarrebbero lavoro. Si deve cancellare l’ingiusta Bossi – Fini e adoperarsi per una nuova politica migratoria e una adeguata gestione dei flussi.

Abbiamo bisogno di formare chi arriva nel nostro Paese, di riconoscere le competenze che già possiedono ed aiutare queste persone ad inserirsi nel mondo del lavoro in maniera legale, contrastando così anche fenomeni di sfruttamento lavorativo.

Chiusura con la richiesta di una vera politica industriale a livello nazionale:

Noi in Toscana stiamo investendo moltissimo su formazione e politiche attive del lavoro per le quali abbiamo ingenti risorse e molteplici misure, dal PNRR al Fondo Sociale Europeo, passando per il Nuovo Patto per il Lavoro.

Ma ovviamente serve una vera politica industriale a livello nazionale che tracci la rotta.

Infine, una particolare attenzione verso il settore moda:

Seguiamo molto da vicino le difficoltà del settore della moda, a partire da pelletteria e cuoio: abbiamo chiesto al Governo l’attivazione di ammortizzatori sociali per scongiurare perdita di posti di lavoro e di competenze.

Chiusura da parte dell’Assessore Marras.

Un primo dato che emerge è il ritorno ad una fase di stagnazione pre pandemia. Una situazione che riguarda anche gli altri Paesi europei.

Ci sono fenomeni globali che non possiamo governare, ma sui quali, quanto meno, possiamo agire a livello locale contribuendo anche al dibattito nazionale e europeo: energia, ricerca, infrastrutture, innovazione digitale.

Quello demografico è il secondo, enorme, tema.

Immigrazione, attrazione dei talenti, posizionamento internazionale delle produzioni e del sistema della ricerca. Strumenti che consentono di aggredire il problema centrale delle retribuzioni e della povertà dei salari in Italia.

Ci vogliono politiche economiche e fiscali adeguate che favoriscano il lavoro e non la rendita. Che vadano incontro ai bisogni delle micro e piccole imprese, ossatura dell’economia toscana.

Ritengo che quanto emerge dal rapporto IRPET indichi la necessità di mettersi tutti intorno ad un tavolo per rinnovare il patto con le autonomie locali, i sindacati, la rappresentanza delle imprese.

Il tutto nella direzione di migliorare le condizioni dei lavoratori, le retribuzioni e i salari, innalzare i livelli della produttività e favorire gli investimenti produttivi per consolidare la nostra competitività a livello internazionale.

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