Eccomi qui: sapevi che sarei ritornato a parlarti; i tuoi occhi chiusi, il tuo sorriso appena accennato su quel volto che ne ha assaporato di venti e tempeste durante la vita, la tua lunga e faticosa vita.
Sono tornato a parlarti del dolore, già, di ogni lacrima non versata e trattenuta nella parte oscura dei miei occhi: quelli che gli altri non vedono, né scorgono e a cui in realtà, nessuno interessa. Sono catturati da un’immagine equilibrata, serena, abbondantemente pacata e perché no, rassicurante.
Stiamo vivendo in un periodo buio; sembra quasi che il tempo si sia fermato, scaraventandoti addosso il peso gravoso della sua staticità ingannevole.
È appena giunta la primavera: la natura emerge con il suo silenzioso verso dal proprio risveglio. Ma questa volta manca un personaggio: l’Uomo.
La sua centralità, il suo egoismo, la sua stessa vanità sono diradati innanzi all’ombra oscura di questo male che minaccia e al contempo affonda vittime.
È riuscito a destabilizzare sistemi economici; a bloccare aerei, treni, auto, ma cosa peggiore è riuscito a rendere l’Uomo nuovamente singolo, ricordandogli della sua solitudine primordiale e a privarlo di un abbraccio, di un bacio, di una semplice e tenue carezza. Lo ha costretto a guardarsi dentro, affinché si riveli a se stesso.
Molti si chiedono quando terminerà tutto questo; altri sono atterriti dalla morte, dimostrando di aver sempre creduto a una propria eternità personale; pochi, invece, ascoltano le pulsioni spirituali e si sono messi in cammino verso loro stessi nell’intento di ritrovarsi.
Non è una guerra degli uomini no; è un male che non si sarebbero mai aspettati e che li ha trovati distratti, sprovveduti, altamente impreparati.
Sei sopravvissuta a due conflitti mondiali; hai conosciuto la fame, il freddo e la carestia. Hai subito e superato vessazioni fisiche e psicologiche eppure, ancora oggi, ti guardo e percepisco sul tuo volto spirituale, la serenità di un essere che ha compiuto la sua missione nel mondo, non arrestandosi mai, non fermando il corso degli eventi.
Hai amato per quel che hai potuto e chi hai voluto, ma poi ti sei guardata dentro e sei partita per il tuo viaggio personale, giungendo nella dimensione spirituale in cui sei adesso e da cui nemmeno hai bisogno di guardarmi. Sei qui e mi percepisci; hai avvertito il mio smarrimento e la paura per un domani che nessuno in questo mondo conosce e sa realmente.
In realtà, siamo tutti sotto una campana, come quelle che aiutano a respirare gli uomini e le donne che si ammalano di questo morbo di cui si studia la cura e si cercano rimedi e per il quale tanti angeli in camice bianco si danno da fare, per salvare ogni singola vita che gli capita fra le mani.
Oggi non ho la forza nemmeno di porti domande; non sono in grado di chiederti ciò che può servirmi per rialzarmi in piedi e continuare il mio cammino. La mia energia si è assopita; risucchiata dai parassiti della paura che si nutre di ogni mio umano desiderio, pensiero e di ogni forma di speranza.
Mi sento ad un millimetro da terra e avverto l’onda di un forte e radicale cambiamento generale; non ho più meta né scopo; tutto mi appare precario, farraginoso, incerto. Resto io, soltanto io in questa fredda solitudine che mi ghiaccia il cuore, rendendomi spento e oscuro.
Adesso, se ancora sei qui, se ancora riesci a percepire la portata del mio dolore, ti prego, come facevi un tempo, raccontami!
È l’ora buia, per tutti e non soltanto per te. Siete chiamati a guardare dentro voi stessi; avete rimandato per alcune generazioni questo momento e adesso, attraverso la Natura, siete costretti a ritornare all’origine della vostra parte oscura.
Nel tuo caso specifico, avevi già intrapreso questo viaggio di ritorno, ma sei incorso in errore nella scelta dei mezzi e delle persone intorno a te che ti avrebbero consentito di fare l’esperienza per cui sei chiamato. Adesso il mazzo di carte è stato rimescolato, ma non dalla mano dell’Uomo, ma direttamente dalle Forze che lo governano.
Ognuno di voi è al tempo “zero”; siete cioè all’inizio del ritorno verso voi stessi e verso la vostra reale natura umana, ma soprattutto spirituale.
La paura genera altra paura, ma è giusto che la conosciate e la affrontiate per ciò che realmente è: uno spettro che ha sempre permeato la parte luminosa di voi, impedendovi di farvi conoscere la vostra parte oscura.
Da quando hai unito la tua parte luminosa a quella oscura hai percepito una sensazione di completezza, e ciò è giusto; ma adesso non puoi arrestare il cammino o tornare sui tuoi passi. Adesso che hai imparato l’alfabeto e le sue regole, non puoi rinunciare a scrivere le parole.
Se esiste al mondo una sola persona per cui la vita debba continuare, allora il mondo spirituale sarà dalla parte dell’Uomo; egli deve assolutamente cambiare, non può opporsi al mutamento, se lo facesse, sarebbe la fine per ognuno di quelli che sceglierebbe questa via di rigidità.
Nulla accade per caso e il senso del destino lo comprendi solo al termine del percorso della tua vita: vivi questo tempo buio; assapora ogni goccia di sé, anche quella più amara, sii combattente e non rinunciare alla battaglia. Fa parte di te, non puoi relegarla.
Se il seme non muore nella terra, il germoglio non verrà mai alla luce; impara a morire, soltanto così acquisirai la capacità di rinascere. E adesso, ora che sai, “raccontami”.
Autore Antonio Masullo
Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".