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Quelle Mute Architetture… ed io

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Quelle Mute Architetture... ed io di Vincenzo Cacace


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Olio e tecnica mista su tavola, cm.65×65

… e… poi… fattosi crepuscolo lo scenario silenzioso, disteso sul “palcoscenico” del cielo… io stesso, al rimirar di quegli ermetici nimbi… in un connubio… amalgama di azzurro e di smeraldo… rimasi parimenti muto!
Ed al seguir… fu tutto un lievitar di forme, proprio le stesse, da me furtivamente sottratte entrando, nottetempo, come un omerico guerriero fuoriuscito dagli inganni equestri per aprir le porte del Sogno e le stanze auree del Principio… ma… tutto questo, come fu possibile?

Misurando con occhio e pensiero attento il cammino del Desiderio di Conoscenza con l’astrazione sì delle linee rette… ma rendendo concreti e fattivi i principii e le idee che nascono e che ci fanno sognare e segnare geometrie, rotte… tracciamenti memoriali per future architetture, come su di un “cretto” fatto di cerebrale materia… impasto “mesticato” e prezioso… spalmato sulla tavola da dipingere in cui imprimere con la pittura… sublimazione dei sensi carnali… il disegno della vita… e “tutto” con le sue “onde di forma” è tracciato in misura e dimensione e… composto nella Memoria con la “riga” e la “squadra”… strumenti semplicissimi e perfetti, mentre la mente si “inebria” nel produrre la sua “ambrosia” creativa e… la creatività s’ingegna attenta, nel seguir del compasso l’apertura… con la sua misura “misurante” che, dipartendosi da un “singolo” punto… fa d’ogni intima “periferia” sperduta tra le miriadi di “mondi”… una centralità per l’Infinito!

Ebbene sì… e poi si è visto che… ci sono anch’io nella “visione”… io che, ormai vegliardo… perché continuamente “veglio” e “ardo”… con l’animo di un bambino mai “cresciuto’… che, tutto “preso” ancora in una dimensione critica e ludica al tempo stesso, quotidianamente dipinge e si prova, traendoli come fossi un benefico “mago”… o un abile manipolatore d’inganni, dall’inseparabile cilindro di scena, coniglietti, colombe, coriandoli ed orologi da taschino in perfette condizioni… facendo credere che siano proprio quelli… ma certamente non gli stessi, presi a martellate appena un minuto prima… oplà, les jeux sont faits

Già… ma, in realtà è solo il Tempo a fare il suo gioco! Perché egli ci inganna… ci lascia fare e intanto passa… scorre inesorabile!

Ma… riguardo alla retta… e cerco di ritrovare in quale punto o segmento è andata a finire la mia “periferia”… e dove sono “sepolti” i ricordi di quel mio “paese” del cuore… si sono forse “mascherati”… mimetizzati nei meandri di quei “rovelli” introspettivi, sublimati con la ormai consumata abilità conseguita in tanti anni, a farmi un’esperienza dibattendomi tra errore ed illusione e poi chiedendo “rifugio” tra le sospese e mute architetture della mia mente… accolto tra le braccia del mio stesso Mistero… infatti, è proprio lì che si “squaterna” quel mio intimo universo… quel mio privato “microcosmo”… esso è forse un’anomalia tra le generali costanti che crediamo reggano l’equilibrio dell’Universo… una singolarità curata… coltivata nel mio “Orto” che… e lo dichiaro adesso… non è affatto “concluso”…

Leggeri triangoli di tela gonfi di vento… seguendo un andamento vorticoso e “archeometrico” si alzano e lievitano nell’aria e… quelle vele “estirpate” allo scenario di antichi orizzonti… si impennano come a voler intraprendere tra i “mari” cosmici, tra i venti siderali e le attrazioni eliocentriche che intrappolano ingoiando tutto nelle solari fornaci… un’eterna lotta contro le tempeste e i mitici leviatani, che, da sempre, tentano di intimorire ogni mente assopita e sognante e… quindi farla desistere dal generare ogni volta nuove aspirazioni, che spingono a considerare ancora altri incoraggiamenti ed intraprendere… quindi… ennesime avventure.

Ed ogni volta si gioca la sfida tra il Possibile e… l’Impossibile!

Libera-mente e con convinzione io dico che ho scelto di lasciarmi trasportare dal Vento Cosmico che aleggia nei miei sogni, perché essi sono pur nella loro evanescenza… una parte della materia umana più nobile… anzi la più importante… perché nelle loro “Stanze” aleggiano le presenze dell’animico che ci relaziona alla “sostanza prima”… e… nelle sue più ermetiche “cripte” la trasmissione col Divino tramite la “molecola” di comparazione donataci al principio dell’Esistenza… il sogno è come il “Flogisto” degli alchimisti che pur essendo materia ne è la soluzione trasmutativa…

Io, dunque, tra le mute architetture rimango estasiato e… pensoso…
Beh… mi rimetto a dormire? Sotto il cielo stellato… avendo racchiuso in me kantianamente la legge morale?

Così riprendo a sognare!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.