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Quando Napoli è trend

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Napoli Velata


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Deludente ‘Napoli Velata’, l’ultimo lavoro di Özpetek

Insieme ai sacchetti per differenziare l’organico, argomento più discusso di questi giorni è ‘Napoli Velata’, l’ultimo film del regista turco Ferzan Özpetek.

Un vociare frenetico e quasi convulso sui significati reconditi e misterici di un film che ha fatto di Napoli e della napoletanità un gran mischione tra stereotipi, forzate citazioni colte, riferimenti scontati, ostentazioni pseudo-intellettuali e velleità artistiche.

A partire dalla trama contorta e controversa, il film non brilla per forza e coerenza narrativa, per non parlare della sceneggiatura terribilmente soap. Tenterò una descrizione, ma non me ne vogliate se non riuscirò a essere chiarificatrice. Se una trama non c’è, possiamo solo inventarcela.

Giovanna Mezzogiorno è Adriana, un medico legale di buon ceto, che incontra durante una serata teatrale il giovane Andrea. I due trascorreranno una notte di forte passione resa attraverso una scena di sesso di notevole durata che catalizzerà l’attenzione delle sale cinematografiche oltre agli incassi ai botteghini. Dopo quella lunga notte lui le darà un appuntamento al Museo Archeologico che non rispetterà.

Durante la diagnosi in obitorio di un cadavere, la donna si renderà conto, grazie alla presenza di un tatuaggio, che Andrea è stato ammazzato e privato dei bulbi oculari.

Parte così una ricerca spasmodica e ossessiva sull’identità della vittima che si incrocerà con la storia identitaria della protagonista stessa. Il tutto contornato da sibille cumane, lesbiche con manie omicide e feticiste per l’arte, fantasmi, avvelenamenti, trans, omosessuali, manie persecutorie e allucinazioni.

La sensazione che arriva a luci accese è quella di un gran collage rotante intorno a dei punti focali caratterizzanti la cultura partenopea. Di una scrittura forzata, di un film montato intorno a dei punti chiave della napoletanità in modo da compiacerne e sollazzarne lo spirito. Coscienti del fatto che a parlare di Napoli e del suo popolo il premio è sempre gran cassa di risonanza. Oltre alle casse piene ovviamente.

Napoli ormai è trend. Fa tendenza. A partire da serie come Gomorra, lo spot di D&G che ha visto protagonista Kit Harington imboccato da una bella signora con i bigodini nel bel mezzo di una piazza napoletana, fino a Özpetek, la città è diventata miniera d’oro per chiunque cerchi glorie senza troppa sforzo e dogana di marchette.

La verità è che Özpetek non ha avuto assolutamente ben chiaro cosa girare a Napoli dato il finale inesistente e le continue incongruenze di intreccio. Ha sicuramente intuito che dopo gli ultimi flop, il capoluogo campano avrebbe potuto risollevarlo come in effetti ha fatto.

Per citare un amico che avevo accanto mentre guardavo il film:

voleva fosse noir e invece è tremendamente pink.

Nota di merito alla fotografia di Corticelli, ma la bellezza di Napoli, si sa, non richiede molta fatica.

Autore Marilena Scuotto

Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.