La politica è l’arte del possibile, la scienza del relativo… Che cos’è un opportunista? È un uomo che afferra l’occasione più favorevole per attuare ciò che ritiene utile e conveniente, che è il compito di tutta la diplomazia.
Otto von BismarkLa fattibilità politica di un’idea dipende principalmente dal fatto che l’idea possa rientrare in un preciso intervallo definito nel sentimento ricorrente dell’opinione pubblica, piuttosto che dalle preferenze individuali dei politici.
Joseph P. Overton
La Finestra di Overton
Nell’osservare la cronaca politica degli ultimi anni, in molti si chiedono come si generino idee e si realizzino fenomeni come la Brexit, siano aumentate le restrizioni sull’aborto, si adottino in USA politiche estreme, come la costruzione del muro al confine con il Messico, venga proposto in Francia di abolire l’uso nelle scuole del termine ‘padre’ e ‘madre’, si introduca per legge la vendita ed il consumo delle droghe leggere…
Come può essere possibile che scenari ritenuti impensabili entrino all’improvviso nel mainstream mediatico, vengano sponsorizzati da una fazione per variare in pensieri ‘politicamente corretti’, avendo spesso, come conseguenza, azioni di governo che si trasformano in provvedimenti di legge, ovvero nelle policy?
Una spiegazione viene data dalla teoria della Finestra di Overton, nota anche come la Finestra del Discorso.
In essa viene inquadrata la gamma di idee politiche che, dato il clima dell’opinione pubblica in un preciso momento, uno statista può raccomandare, sponsorizzare o supportare per guadagnare o mantenere cariche; la Finestra si può spostare o espandere, aumentando o riducendo il numero di opinioni che possono essere sostenute senza rischiare di incrinare la base elettorale.
La teoria è elaborata dal sociologo ed attivista Joseph P. Overton per capire come le ideologie nella società cambino nel tempo ed influenzino la politica.
La chiave di comprensione di tale modello consiste nell’assunto per il quale si spiega come i politici siano limitati nel supportare e promuovere il loro punto di vista.
Generalmente perseguono solo concetti ampiamente accettati come opzioni legittime all’interno dell’universo che compone l’elettorato di una società. Questi pensieri politici rientrano nella cosiddetta Finestra del Discorso. Naturalmente, nell’arena politica si generano ed esistono innumerevoli visioni, ma, secondo la sua ipotesi, si rischierebbe di perdere appoggio popolare se si volessero difendere principi che si posizionano al di fuori di essa.
Pertanto, la Finestra di Overton descrive la gamma di argomenti che un amministratore pubblico in carica o un candidato ritiene opportuno trattare, selezionati in funzione del sentimento generale che li accompagna, per il loro posizionamento nella stessa, come più o meno accettabili dall’elettorato.
Ad esempio, l’opinione pubblica potrebbe essere ben predisposta a seguire dibattiti che vertono su provvedimenti da adottare in merito ad immigrazione, tasse o pensioni, ma, almeno nelle società di cultura giudaico – cristiana, è improbabile che ascolti di buon grado una controversia politica sulla legalizzazione della poligamia, ritenuta ancora inaccettabile, posizionata al limite estremo della Finestra, o, peggio ancora, una discussione sulla pedofilia, concetto definitivamente al di fuori di essa.
Tuttavia…
La Finestra di Overton non è stabile nel tempo, può espandersi o contrarsi.
La sua apertura agli argomenti che vi possono entrare e spostarsi in qualsiasi direzione può avvenire in modo sorprendente.
Negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso era in auge il Proibizionismo, nei decenni successivi inizia ad essere ritenuta ‘un’idea folle’ e nessun politico avrebbe più preso in considerazione di discutere pubblicamente per rendere illegale l’alcol; oggi accade che nella Finestra di Overton entra anche l’idea di legalizzare le droghe leggere aprendo la controversia nel dibattito pubblico e politico.
Lo studioso sostiene, dunque, che, per motivi di opportunità elettorale, i politici non siano propensi a sostenere idee in grado di danneggiare la loro chance di coprire cariche pubbliche, sebbene possano ritenerle valide e desiderino caldeggiarle; piuttosto appoggeranno solo proposte che rientrano nella gamma delle opzioni disponibili perché modellate da convinzioni in linea con norme e valori condivisi e condivisibili all’interno delle società.
Joseph Overton, scomparso prematuramente all’età di 43 anni, era Vicepresidente del Mackinac Center per la Politiche Pubbliche. Il suo Presidente, Joseph Lehman, per anni ha tenuto a precisare, in numerosi dibattiti, che Overton aveva elaborato questa teoria per descrivere delle dinamiche, non per suggerire uno strumento tattico al servizio dell’agire politico.
Overton, infatti, sosteneva:
La mobilitazione di base può spostare la finestra delle possibilità politiche.
Ciò suggerisce:
… che i politici sono più seguaci di quanto siano leader. È il resto di noi che alla fine determina i tipi di politiche che avremo di ritorno dai politici. Questo implica che sarebbero le nostre istituzioni sociali (le famiglie, i luoghi di lavoro, gli amici, i media, le organizzazioni religiose, le associazioni di volontariato, i gruppi di riflessione, le organizzazioni scolastiche, gli enti di beneficenza e molti altri fenomeni che stabiliscono e rafforzano le norme sociali) ad essere quei soggetti chiave in grado di plasmare il pensiero e l’azione politica più di quanto generalmente siamo propensi a credere (…)
Se delle idee politiche sono fuori dalla finestra, cercare di convincere i politici ad abbracciarle diventerà un’ardua impresa, una ripida montagna da scalare. Per promuovere idee originali dovremmo iniziare a lavorare lentamente per diffonderle, partendo dalla base della montagna, cercando di costruire una piattaforma di consenso generale a supporto delle nostre idee, cercando di posizionarle nella Società allo scopo di far entrare i nostri argomenti nella Finestra di Overton… allora sarà il momento che i politici ne entreranno a far parte.
Mackinac Center per la Politica Pubblica
Ma…
Se è vero che la Finestra di Overton può essere spostata dall’esterno con sollecitazioni dal basso, è anche vero che queste possono ugualmente provenire dall’alto per essere impiegate a supporto dell’ingegneria sociale.
Se accettiamo come corretta questa affermazione, diventa chiaro come e perché negli ultimi decenni sono necessariamente subentrate strategie di comunicazione di marketing, di persuasione applicate alla politica, capaci di Trasformare il Politicamente Impensabile in Mainstream.
In particolare, il fenomeno è stato facilitato da quando l’influenza mediacratica si è rafforzata con la diffusione dei social media .
Marketing emozionale e nuove tecnologie entrano potentemente in gioco per pilotare, man mano, idee un tempo credute impensabili, passando per un centro accettabile fino ad arrivare all’estremo opposto della Finestra di Overton. Una miscela esplosiva al servizio della politica che può assumere i connotati di una vera e propria programmazione neuro linguistica nei confronti delle popolazioni operata da abili spin-doctor.
La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante del nostro Paese (…)
Poiché la civiltà è diventata più complessa e la necessità di un governo invisibile è stata sempre più dimostrata, i mezzi tecnici sono stati inventati e sviluppati con i quali l’opinione può essere modificata. La democrazia è amministrata dalla minoranza intelligente che sa come governare le masse.
Edward Bernays in Propaganda
Nell’articolo DemocraCity cito il saggio di Edward Bernays ‘Propaganda’ pubblicato nel 1928.
Come si può leggere nella recensione di Amazon per questo testo:
Edward Bernays ha aperto la strada alla tecnica scientifica di modellare e manipolare l’opinione pubblica, che ha soprannominato ‘Ingegneria del Consenso’.
Durante la prima guerra mondiale, è stato parte integrante del US Committee on Public Information (CPI), un potente apparato di propaganda che è stato mobilitato per impacchettare, pubblicizzare e vendere la guerra al popolo americano come uno che avrebbe ‘rendere il mondo sicuro per Democrazia’, l’Ingegneria del Consenso diventerà il modello su cui basare le strategie di marketing per le guerre future.
Bernays applicò le tecniche apprese incorporando alcune delle idee di Walter Lipmann, diventando uno schietto sostenitore della propaganda come strumento per la manipolazione democratica e corporativa della popolazione.
Il suo testo ‘Propaganda’ delinea la sua visione stranamente previdente per l’uso della propaganda per governare la mente collettiva in una varietà di aree, tra cui il governo, la politica, l’arte, la scienza e l’educazione. Leggere questo libro oggi significa comprendere spaventosamente ciò che le nostre istituzioni contemporanee di governo e di affari sono diventate riguardo alla manipolazione organizzata delle masse.
Bernays, di origine ebrea, rimase molto colpito quando venne a sapere che Joseph Goebbels, il Ministro della propaganda nazista, custodiva nella sua biblioteca personale uno dei suoi libri sulle tecniche di guida dell’opinione pubblica.
Autore Vittorio Alberto Dublino
Vittorio Alberto Dublino, giornalista pubblicista, educatore socio-pedagogico lavora nel Marketing e nel Cinema come produttore effetti visivi digitali. Con il programma Umanesimo & Tecnologia inizia a fare ricerca sui fenomeni connessi alla Cultura digitale applicata all’Entertainment e sugli effetti del Digital Divide Culturale negli Immigrati Digitali. Con Rebel Alliance Empowering viene candidato più volte ai David di Donatello vincendo nel 2011 il premio per i Migliori Effetti Visivi Digitali. Introducendo il concetto di "Mediatore della Cultura Digitale" è stato incaricato docente in master-post laurea.