Ll’uocche e Dio, ‘a Luce pure chesta matina me sceta ‘e songo allero.
Chiamo Fabio e gli dico:
A lira fa ‘o ricco e ‘a crianza fa ‘o signore.
Cercando, poi, di non essere fritillus, cioè frittella, prima di parlargli di quanto suggeritoci da Don Giustiniano Lebano, aggiungo:
Ll’uommene che n’hanno ammore, songo nave senza a vela, so’ lanterne senza cannela, songo cuorpo senza core. Ll’uommene che n’anno amice, nun sanno che è ‘o bene.
Caro Fabio, potendo contare sulla tua amicizia, penso di sapere cosa sia il bene.
Continuo dicendogli che non mi riconosco più, che la vibrante intesa fra tutti i miei sensi, in festa, sembra essere l’ombra della luce; che mi vedo cambiato; che anche il suo profondo affetto e i suoi lievissimi aneliti del cuore, sembrano essere l’ombra della luce; che mentre attraverso il Mare della Vita, cerco di dare risposta alle tre perpetue domande: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?
Chi sono? Sono parte dell’Essenza di Dio, sono Energia. Spesso mi accade di pensare che l’artista illuminato conosca intimamente la verità del Creato, mentre l’uomo di scienza gli si avvicina in modo maldestro.
Da dove vengo? Provengo dall’Energia. Provengo dalla caverna di Platone.
Dove vado? Ritorno al giardino adamico. Dopo l’allontanamento dalle leggi del Creatore, da quelle dell’Uno e dopo un banale spreco di tempo, cerco la via della riunione cosmica con il Logos, per trovarla e percorrerla.
Sono una maschera, un’idea, un pensiero e giacché tale, anche se umilmente, mi reputo un artista illuminato. Ascoltando il consiglio di Don Giustiniano Lebano, leggo e studio il pensiero di Gustavo Adolfo Rol.
L’accezione del termine illuminatus, sembra essere quella di dotto, d’istruito, di sapiente dotato di saggezza superiore e completamente consapevole del cambiamento occorsogli. Le caratteristiche salienti sono in genere quelle di un ricercatore appassionato di esoterismo e di occulto, che, allo scopo di spingersi verso mete sempre più lontane, frequenta chi condivide gli stessi interessi.
Conscio che l’alchimista mette in atto un metodo che mostra la conoscenza a tutti, ma ne concede solo a pochi l’accesso, chiedo al mio amico di lasciare che i vascelli dormano pigramente, di penetrare con me laddove tutto è ordine, bellezza, calma e voluttà.
Lo invito al viaggio in quel paese che gli somiglia tanto, in quel luogo dove i soli languidi dei limpidi cieli hanno, per il mio spirito, l’incanto dei fiumi dell’Eden.
Lo invito a percorrere assieme a me le vie che portano all’Essenza, a penetrare con me, laddove il mondo si addormenta nella calda luce dei bianchi giacinti, tanto amati dal dio Apollo; nella calda luce di quell’oro alchemico che innesca sempre nuovi scambi energetici e spirituali. Ad addentrarsi con me nel mondo delle Dimensioni Sottili che permeano l’esistenza di ogni individuo.
Sapendo che la nonna di Fabio, la nobildonna Carmela Capasso, distribuisce corpi astrali e condivide gli stessi interessi spiritualistici del Dott. Gustavo Rol, gli suggerisco di chiamarla per avere il suo numero di telefono. Fabio, compiuta l’incombenza richiestagli, da me, mi prega di raggiungerlo sul suo terrazzo cenacolo poiché il Dott. Rol, trovandosi a Napoli per una conferenza, accompagnato da Madame Carmen, è in procinto di recarsi a casa sua.
Mi vesto a festa e mi dirigo verso casa di Fabio. Nel corso del tragitto penso che la morte, la fame, la disperazione, la sofferenza, il nemico biologico e invisibile non debbano prevalere sulla vita, sulla lucente resurrezione da ogni miseria umana e sullo spirito dell’uomo. Osservando i cicli continui d’inizio, fine, morte, rinascita, penso che l’individuo dovrebbe scavare tra le rovine della propria interiorità per ritrovare i valori smarriti, la speranza e l’auto creazione.
Giunto a destinazione, varcata la soglia di quel luminoso cenacolo, ormai a me caro, mi rendo conto che, come sempre accade, i miei sogni attraversano il mare, più veloci delle aquile in volo, poiché mi trovo di fronte il Dott. Gustavo Rol. Un uomo calvo, elegante e distinto. La sua voce educatissima e priva d’inflessioni dialettali, manifesta un’eloquenza la cui architettura sembra essere fondata sulla saggezza e la conoscenza.
Al suo fianco c’è la signora Carmela Capasso, detta Madame Carmen, una donna bruna, alta e bellissima che trasmette una considerevole forza magnetica e ha una luce celestiale sul suo volto. Le sue dita sono lunghissime, affusolate, bianche come il marmo e meravigliosamente curate. Le unghie sono tagliate a cuneo perché forse così riesce a trasmettere la consistenza del triangolo pitagorico.
Fabio, percependo con il cuore quelle consistenti sensazioni, che gli fanno comprendere appieno di essere vivo e che lo fanno librare in aria, verso la volta del cielo, m’introduce ai presenti. Una volta eseguite le presentazioni, ci prepara delle comode sedie rivolte in direzione della nostra amata sorgente del Sebeto così da permetterci, mentre conversiamo, di ammirarla in tutto il suo splendore.
Sono emozionatissimo al cospetto di chi divulga il profondo e potente concetto di spirito intelligente, di coscienza sublime e di anima; di chi afferma che ogni cosa ha uno spirito le cui caratteristiche sono in rapporto alla funzione della cosa stessa; che lo spirito dell’uomo è intelligente perché l’essere umano sovrasta ed è in grado di regolare o dominare gli istinti che sospingono incessantemente tutto ciò che esiste; che questa prerogativa, nel momento in cui l’uomo ne percepisce l’esistenza e la riconosce, appare sublime.
Una volta esauriti i convenevoli legati alle presentazioni, mentre ci sediamo, il Dott. Rol afferma:
Caro Pulcinella, non è necessario che lei mi postuli alcuna domanda poiché le conosco già, quindi, cerco immediatamente di fornirle adeguate spiegazioni.
Alcuni mi definiscono un pioniere dell’impossibile e dell’incredibile, altri pensano che io sia un lume.
In realtà, mi ritengo un ricercatore e non faccio altro che cercare di provare la sussistenza della vita dopo il transito sulla terra e l’esistenza di uno spirito intelligente capace di stravolgere le leggi della fisica a oggi conosciute.
Queste sue parole mi fanno sentire come un cammello in una grondaia, che attende di acquistare un paio d’ali per abbandonare l’attuale condizione di mente incolta e priva della necessaria conoscenza. Lui, percependolo pienamente, mediante due occhi che sembrano fari che illuminano l’orizzonte marino, mi elargisce un radioso sorriso che mi trasporta su una panchina di un incantato giardino.
L’ospite, istruito dalla sapienza, prosegue il suo discorso:
A proposito della sfera di cui mi occupo, penso che ogni cosa animata o inanimata possieda uno “spirito” e che nell’essere umano questo sembra essere caratterizzato dalle peculiarità della coscienza e dell’intelligenza. La differenza tra lo spirito dell’uomo e quello delle cose pare dipendere dal fatto che l’essere umano prevale, gestisce e spesso domina quegli istinti che sospingono ininterrottamente tutto ciò che esiste e si forma.
In merito allo spiritismo, va detto che quando il corpo muore, l’anima si libera, ma non interrompe la propria attività, mentre, lo “spirito intelligente”, oltre a rimanere in essere, resta operativo, anzi, continua a esistere in una sorta di eterno presente.
L’individuo, nel momento in cui percepisce il possesso dello spirito intelligente, si rende conto che questo è sublime. Spingendomi oltre, definisco Coscienza Sublime, ogni qualsiasi attività volta a raggiungere, anche se attraverso la materia, dimensioni inconsuete. Tenendo conto che la genialità è parte integrante dell’istinto, i frutti dell’ingegno possono essere definiti “libertà di creare”, che, spingendosi oltre lo stesso istinto, sembra essere una specifica prerogativa dello “spirito intelligente” dell’uomo.
Cogliendo l’esistenza dello spirito intelligente, si riesce a comprendere anche quella dell’anima, la quale, identificandosi nell’armonia universale, contribuisce e partecipa al mantenimento delle condizioni dell’armonia stessa.
Vede caro Pulcinella, in merito alla medianità, credo che ogni individuo ne possieda un certo potenziale. Pur nutrendo riserve etiche e biologiche, penso che la medianità vada intesa come modo per entrare in contatto con le dimensioni dello spirito divino e come attività legata alle ultime scoperte della fisica quantistica.
Tornando all’anima, penso che questi torni a Dio. La Tradizione metafisica sostiene che un Maestro illuminato possa volontariamente ritornare sulla Terra, per completare la sua missione spirituale. Personalmente concordo pienamente con questa teoria e aggiungo che se l’uomo in vita non raggiunge un adeguato livello spirituale, non può ritornare sulla Terra, anzi, quando giunge al post-mortem, essendosi legato alla materia, a questa, ritorni.
Il mio insegnamento è incentrato sulla nozione di “spirito intelligente”, inteso come quella peculiarità capace di manifestare pienamente l’uomo. Spirito intelligente che, restando sulla Terra, anche dopo la morte, testimonia funzioni e pensiero dell’individuo.
Alcuni denigrano i miei esperimenti pur sapendo che disprezzo sia le sedute spiritiche comuni e “volgari”, che i medium che operano per denaro. Sono certo che non si possa escludere che gli “spiriti intelligenti” riescano a manifestarsi dai “regni invisibili”, quindi, partecipo a quelle “sedute” che ritengo esenti dai pericoli dello spiritismo volgare.
Parlo di “spirito intelligente” anziché di spiritismo, giacché questo è spesso mal usato e abusato. Credo che alla morte del corpo l’anima si liberi dalle catene ma non interrompa la propria attività, mentre invece, lo “spirito intelligente”, oltre a rimanere in essere, resti anche attivo. Ogni cosa che esiste è in perenne sollecitazione, proprio come si addice al moto creativo. Moto che non saprebbe estinguersi e nel quale ogni cosa concorre, persino nei mutamenti più vari, armonicamente. Anche la perenne sollecitazione e il moto che non si estingue dimostrano che Dio è eterno ed inconsumabile in tutte le sue manifestazioni e sembianze.
Molti mi chiedono di rivelare le formule, i procedimenti e le conoscenze e la mia risposta è sempre uguale giacché non esistendo alcun segreto, non posso tramandare nulla. Nulla di ciò che faccio può essere caratterizzato come segreto, bensì, come processo intuibile previo adeguati studi. In altre parole, le mie sono rivelazioni profonde che escludono qualsiasi specifica speculazione metafisica.
L’uomo, spinto dall’istinto, utilizzando in modo errato le prerogative umane, tiene conto solamente di quelle necessità terrene, volte a favorire l’ambizione, l’ego, l’orgoglio, la potenza e la crudeltà. Sembra però palese che la rinuncia ai predetti fattori negativi comporti, se non la visione, almeno l’intuizione di quelle sollecitazioni alle quali il pensiero s’ispira sia per comprendere l’infinito che per vincere il terrore della morte. L’uomo, rendendosi conto che la vita terrena è troppo breve e che non è pronto a rinunciare a quanto realizzato, è spaventato dall’aldilà.
Caro Pulcinella, lo “spirito intelligente” di cui parlo, può consentire la materializzazione e la smaterializzazione, la telepatia, la telecinesi, la taumaturgia, la bilocazione e la metamorfosi. Può trasformare o vivificare gli oggetti, consentire la lettura del pensiero e dei libri conservati in altri luoghi. Può permettere interventi a distanza, anticipazioni scientifiche, guarigioni, e ancora tanto altro.
Dietro il mondo visibile c’è un mondo invisibile, che si nasconde ai sensi umani e al pensiero legato a essi. L’individuo, prendendo coscienza delle insite prerogative e sviluppando le sue facoltà dormienti, può penetrare nel mondo invisibile. In altre parole, ogni uomo è un iniziato che possiede la chiave della conoscenza e la magia.
Pur scoprendo la tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale e il calore, sono conscio che l’esperienza della realtà sia incompleta nonostante le possibilità di ricerca e di sviluppo disponibili non abbiano limiti. Mi sento come chiuso in una bolla di sapone, conscio che ciò che ci divide dalla sterminata realtà non sia altro che un sottile diaframma.
Vede, caro Pulcinella, mentre lei nel corso dei secoli abbandona la materia, attraverso lazzi e sberleffi, il buon Picasso cerca assiduamente la formula per evadere anche lui dalla forma che incatena la materia stessa. Essendo, sia lei che Fabio, spiriti resi materia, dovreste, alla stessa stregua di Pablo, cercare e trovare il punto d’incontro tra la materia e lo spirito.
Il famoso Einstein, conoscendo il tipo di ricerca di cui mi occupo, sostiene che il Mistero sia la cosa più bella di cui l’essere umano possa interessarsi, la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza.
Albert, discorrendo un giorno con me e altri amici, alza la mano e frapponendola tra la lampada e il tavolo dice: “Quando la materia si manifesta, proietta un’ombra scura, perché è materia, Dio essendo puro Spirito, quando si manifesta lo fa attraverso la Luce”. Einstein, intendendo aprirmi le porte del tempio della saggezza e desiderando che io risolva tutti i problemi della vita, afferma che la Luce è l’ombra di Dio che quando si spiritualizza, proietta Luce.
Cari miei, è certo che la materia è energia. È dimostrato che sono equivalenti E = mc2. Concordo pienamente con questo postulato e aggiungo che mentre la materia è fatta di energia, la meccanica quantistica sostiene che la materia è composta di “quanti di energia”. Premettendovi che tale concetto mi lega alla scienza dei quanti, mi preme dirvi che la materia non è inerte, anzi, oltre a essere in continuo movimento, manifesta il suo moto secondo le situazioni contingenti.
Ciò che gli occhi dell’uomo vedono è una frazione infinitesima della realtà. Anche i cabalisti affermano che queste cose non sono visibili ma deducibili mediante la fisica teorica o attraverso le capacità individuali e, per questa ragione, non credo che l’uomo abbia compreso appieno il mistero dell’esistenza dell’aldilà.
Dal mio punto di vista, infatti, nonostante si pensi che l’uomo sia in grado di comprendere appieno le caratteristiche di questo mondo particolare, non ritengo sia operazione facile poiché le dimensioni coinvolte sono diverse. L’individuo, manifestando diversi modi di essere e di vedere, fa sì che lo spirito immortale si articoli e renda percepibile la sua presenza rispecchiando le caratteristiche del contenitore che lo ospita.
Per meglio manifestare il mio pensiero potrei parlarvi di Memoria Akashica, ossia, quel Regno in cui rimane traccia delle azioni, delle persone e delle cose, quel luogo – non luogo, dell’etere, del tempo e della mente di Dio, dell’archetipo originale della Creazione, del recipiente sia di onde magnetiche che di vibrazioni.
Esiste un nesso tra tutte le cose avvenute, che avvengono e quelle in procinto d’avvenire. Tutte le cose si mantengono indipendenti e nello stesso tempo dipendenti.
A tal proposito, vi suggerisco di parlarne, quando potete, con il fondatore dell’Antroposofia, ovvero, con il croato Rudolf Steiner.Sono conscio di essere uno strumento nelle mani di Dio, un canale che convoglia acqua che cade sul tetto. Un tramite tra la volontà superiore, ovvero Dio, e un volere umano. Credo che non vada analizzata la grondaia, quanto l’acqua e le ragioni per le quali la pioggia si manifesta.
Alcuni affermano che io non sia una grondaia poiché i miei esperimenti sembrano essere una semplice manifestazione psichica. Concordare con ciò non è possibile giacché nei miei esperimenti è la psiche a far da grondaia allo spirito.
Esimio Pulcinella, caro Fabio e carissima Carmen, anche se ciò che sto per dirvi può sembrare irrazionale, in realtà non lo è.
La morte non esiste perché subito dopo c’è un’altra vita dato che nulla si crea e nulla si distrugge.
In questo miracolo una legge naturale non è sospesa ma superata. In natura tutto è energia movimento e illusione.
Detto ciò, il Dott. Rol rivolgendosi alla nonna di Fabio aggiunge:
Cara Carmen che ne pensi di regalare il tuo pensiero a questi amici desiderosi di conoscenza?
La donna, presa alla sprovvista, guardando Fabio dritto negli occhi, recita un versetto scritto dal suo stimato marito, Vincenzo Buronzo, prima Deputato e poi Senatore del regno, che, assieme a lei, aveva salvato tantissime vite umane dalle brutture della guerra.
O nipote mio, un giorno, un sol giorno restato là nella casa a piangere, vivida di fucine e squillante d’incudini, ognora con esile murmure, per silenzi di stelle, in me torni purissimo. Batti o cor nel mio core, nella mia voce o voce di ciel limpida canta, fin che torna l’aprile, e sui fanciulli cadano più fresche rugiade di sogni, ahimè, cari fanciulli cui già copre la polvere! Nipote mio, vola, vola d’azzurro in azzurro, io qui resto a seguitarti in terra, ombra mendica d’angelo.
Fabio, coinvolto personalmente dallo spessore esoterico di sua nonna, sembra vivere uno stato di catalessi che non gli permette di pronunciare alcuna parola. Lei, rendendosene conto, gli accarezza il viso, la nuca e, infine, tenendogli la mano nella sua, lo conduce fuori dallo stato di catalessi, riportandolo allo stato primigenio.
‘O fridde ncuollo. Pur si songhe Pullecenella ‘sto suranne sette cammise. È vero ‘chi tene ‘a nonna nun chiagne. Meglio sentì rummore ‘e campane ca’ rummore ‘e catene e ‘a voce ‘e Madam Carmen è comme o suono ‘e ciente campane.
La signora, manifestando lo splendore della sua consapevolezza interiore e una consistente tranquillità mentale, dice:
Caro Pulcinella, carissimo Fabio, cosa posso dirvi di Gustavo che non sappiate già? È un uomo straordinario, caritatevole, affettuoso, umile e anche nelle sofferenze è sempre ottimista e, ovunque si trovi, fa brillare l’intelligenza di Dio.
Risente di una chiara impronta mariana e fa risalire a Dio i suoi poteri. Vive una sorta di santità laica sia per ciò che fa nei confronti degli umili, degli indigenti e dei sofferenti, sia perché con il suo esempio fa sì che molti individui si avvicinino ancora di più alla Chiesa.
Anche se non usa parlarne, sono certa che ritenga che lo stato di “coscienza sublime” sia l’unione con l’Assoluto, con il Tutto, con l’interezza che non prevede alcuna separazione. In virtù del suo stato di grazia, è in grado di portare a termine positivamente i suoi esperimenti e di manifestare le sue consistenti possibilità.
La nonna di Fabio, apparendoci come un pozzo di conoscenza, continua:
Parlare di Gustavo è più complesso di quanto si possa pensare. Quando si giudica Rol o i sui “esperimenti”, si osserva, in genere, l’aspetto esteriore dei cimenti, anziché caratterizzare gli avvenimenti dal punto di vista dello spirito. L’attenzione resta legata all’immateriale, al pensiero, a ciò che s’immagina, alla possibilità che ciò che si sta guardando divenga reale, visibile e osservabile.
Osservare esteriormente ciò che fa Gustavo, Eusapia Palladino o io stessa, appare, ai più, simile a ciò che fanno i prestigiatori, i quali mostrano al pubblico, che ha voglia di essere meravigliosamente infatuato dal Mago, quei trucchi e quelle abilità, capaci di distrarre e stupefare.
Gustavo, invece, penetra e partecipa attivamente alle dinamiche previste da quell’importantissima legge Universale che stabilisce che ogni cosa rappresenta l’Uno e che sancisce l’esistenza di una e una sola grande realtà, consistente nel Dio Creatore. Un Dio Infinito che governa e armonizza Infiniti Mondi e altrettante infinite realtà.
L’uomo saggio, che spalanca le porte al perfezionamento, fa suo quest’ultimo concetto e in questo modo si rende conto che la realtà che si presenta davanti non è altro che la risposta ad un desiderio interiore.Ricordo piacevolmente un episodio occorso qualche anno fa nella mia villa a Capri. La mattina successiva a quella del suo arrivo, mentre sorseggiamo un buon caffè in salotto, ammirando alcuni quadri affissi alle pareti, Gustavo dice:
“Carmen i personaggi dei dipinti, con la loro espressione, manifestano il tuo triste stato d’animo”.Il mattino successivo e l’altro ancora, si ripete la scena e lui continua a cogliere, allo stesso modo, il mio umore. Anche se a malincuore, sono costretta a prenderne atto. Trascorso qualche giorno, sorridendomi dice: “Stamattina sono contento perché l’atteggiamento delle figure ritratte mi fa intendere che sei di buon umore”.
Questa sua affermazione mi lascia come di pietra e mi fa comprendere che Gustavo è capace di colpire nel segno e che le sue prerogative siano consistenti.
Il Dott. Rol, chiedendo alla nonna di Fabio il permesso d’interrompere dice:
Madame Carmen, cari miei, anche se può sembrare paradossale, vorrei notaste che in assenza di un possessore, non potrebbe esistere il Quadro. Questo concetto sembra essere valido per ogni cosa che s’incontra lungo il percorso della vita. In questo si riescono ad intuire i collegamenti esistenti e i rapporti intimi con le cose che ci circondano.
Detto ciò ridà la parola alla dama, che aggiunge:
Gustavo, mediante le carte da gioco, è in grado di “manipolare” la realtà. Facendo, infatti, uscire da un nuovo astuccio, carte che non esistono, se non nella mente dell’osservatore, dimostra che queste, non essendo reali, assumono le caratteristiche immaginate da chi osserva. In altre parole, è come se la Creatura capendo il Potere del Creatore, riuscisse, a sua volta, a Creare.
Non so se quello che tento di esprimere sia completamente comprensibile, ma non possiedo altri mezzi per spiegarli meglio. Posso aggiungere, però, che il concetto, appare nella sua completa chiarezza e nella sua intima essenza, nel momento in cui è percepito dall’uomo.
Concluso il suo pensiero, la signora Carmen dice:
Caro Pulcinella, prima di riaccompagnare Gustavo a Napoli e poi rientrare a Villa La Madonnina a Capri, sarei curiosa di sapere le sue impressioni in merito.
Prontamente rispondo:
Penso che il Dott. Rol sia sempre pronto ad elargire, a chi ne ha bisogno, ogni sorta di bene, giacché in possesso di pregevoli doni spirituali. Nonostante l’oltre, il mondo dello spirito, sia un luogo inaccessibile ai più, uno spazio di cui non sia hanno certezze della sua esistenza, di cui non ci sono risposte definitive, nell’ambito del possibile, egli lo conosce e lo penetra con rispetto e circospezione.
Con il suo consistente carisma lascia il suo messaggio di speranza ai giovani quando suggerisce loro di chiedere la realizzazione degli stati uniti del mondo, al fine di permettere la pace universale e il benessere a tutti, propone una soluzione univoca per risolvere i mali globali.
Quando dice che se le filosofie che hanno un fondamento etico coesistente, collaborano pacificamente, possono convincere i governi a ripartire le risorse, è lungimirante e manifesta anche una notevole competenza; o che una giusta ripartizione dei beni e delle risorse abolirebbe la definizione di primo, secondo e terzo mondo, dimostra quella consistente profondità d’animo che lo rende meritevole di un pregevolissimo encomio.
Tenendo conto di questo e di altro ancora, lo ritengo uno spirito illuminato, inviato da Dio sulla terra, per esaltare quelle capacità spirituali che il Creatore stesso ha donato all’uomo; per disseminare la speranza sotto la volta del cielo stellato.
Esaurito il mio intervento, i graditissimi ospiti, mostrando il loro rammarico, dovuto alla tirannia del tempo, ci salutano con affetto sincero. La stretta di mano del Dott. Rol e l’abbraccio di Madame Carmen sembrano essere considerevoli vettori energetici che trasmettono consistenti e indescrivibili vibrazioni. Il loro saluto, facendomi sentire la frequenza della loro aura, mi fa vivere una bellissima interazione cosmica ed assaporare quel fuoco eterico consistente nella percezione e nella consapevolezza di essere anima.
In altre parole, il modo in cui si congedano dimostra che l’uomo è fatto di energia.
Si dice che nei momenti difficili i popoli cerchino l’uomo forte. Trattandosi di me, Pulcinella, non so se sia vero, anzi, penso che forse la gente abbia solo voglia di qualcuno che parli chiaro. Cercando di parlar chiaro e superando le correnti gravitazionali, umilmente vi dico: quando è l’etica a prevalere e lo spirito a dominare la materia, ogni cosa diventa possibile.
Autore Domenico Esposito
Domenico Esposito, nato ad Acerra (NA) il 13/10/1958, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali, Master in Ingegneria della Sicurezza Prevenzione e Protezione dai Rischi, Master in Scienze Ambientali, Corso di Specializzazione in Prevenzione Incendi. Pensionato Aeronautica Militare Italiana.