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Pulcinella, Eusapia Palladino, Carmen Capasso, Fabio Da’ath: medianità

1868
Pulcinella


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Passo il tempo a pensare e a sognare. Nei luminosi pomeriggi, quando il sole mi nutre con i suoi raggi e l’aria diventa irreale, odo una voce che copre le distanze e dice: 

Pulcinella sono io il dio Sebeto, ascoltami. Non dimenticare che la valle del Sebeto è la culla della cultura meridionale. Riportami al mare, trasportami lontano a naufragare, conducimi via da queste sponde, guidami lontano sulle onde.   

Il sublime richiamo mi fa sentire come quell’uomo che si diverte a trovare un ciottolo o una conchiglia più bella del solito, mentre il grande oceano della verità si stende tutto sconosciuto davanti a sé. Mi rendo conto che dietro il mondo visibile ve ne è uno invisibile, che si nasconde ai miei sensi e al pensiero ad essi legato.

A Pullecenella o verene sule quann’ và ‘n carrozza, quando vuole trasmettere la sua idea, no vede nisciuno.

Amici miei, continuo a intrattenervi nonostante sia conscio che il compito sia ingrato.

A Napoli diciamo: chi bello vo parè, guaie adda patè. Pur conscio che pè mmare nun ce stanno taverne e che chi te sape t’arape, continuo a scrivervi.

Fabio e io attraversiamo tante tempeste ed affrontiamo innumerevoli ed antiche prove, coscienti che, nei momenti bui, Madame Carmen è sempre pronta a regalarci un’invisibile carezza; che è degna la vita di chi non è dormiente e, ancor di più, di chi è saggio; che riconoscendo il giusto valore all’inviolato possiamo riuscire laddove tanti falliscono.

Molti indossano la mia maschera, alcuni la onorano, altri no, perché arido è l’inferno e sterile è la strada. La sofferenza rende ciechi, nonostante le idee siano infinite e vi siano miracoli, disegni, ispirazioni e creazioni. Le nuvole non possono annientare il sole, giacché, nelle cadute, c’è il perché della sua assenza / presenza. Il male, nonostante sia subdolo, non può sconfiggere il bene.

Immerso in questi pensieri che circuiscono ed impegnano la mia mente, solo dopo diversi squilli e a malapena, sento il telefono che desta la mia attenzione. È Fabio. Mi chiede di raggiungerlo sul terrazzo, poiché sua nonna, Madame Carmen, è lì con una collega, Eusapia Palladino, la medium amica di Virginia Bocchini, l’amata moglie di Don Giustiniano Lebano. Assieme a Pasquale de Servis e Giuliano Kremmerz, Eusapia tenta di donare armonia ed equilibrio mentale a donna Virginia, nella domus conosciuta come Villa Lebano.

In men che non si dica giungo al cenacolo e, quando Fabio apre la porta, m’imbatto in due occhi indescrivibili, che mi appaiono come un abisso che non puoi scrutare per molto tempo giacché, dopo un po’, è lui a scrutare te.

Occhi che, con la loro profondità, dimostrano di essere il punto in cui si mescolano l’anima, lo spirito e il corpo. Occhi che spuntano come due finestre, due testimoni atti a manifestare la purezza e la profondità dell’anima.

Eusapia Palladino

Eusapia, scorgendo il mio imbarazzo e la mia emozione, mi porge la mano, che prontamente stringo con la mia. Un’inspiegabile sensazione mi avvolge, sento una lievissima corrente che attraversa il mio corpo, il vento che gonfia il mio camicione e la meza sola che, autonomamente, danza con la capinera.

Madame Carmen, rendendosi conto di quanto sta accadendo, mi saluta, mi abbraccia e mi accompagna alla sedia che di solito utilizzo per ammirare da lontano la sorgente del Sebeto. Eusapia e Fabio ci raggiungono.

Madame Carmen, prima di sedersi accanto a noi, ci serve un caffè nero, bollente e denso come la pece, preparato in precedenza da Fabio.

Eusapia dice:

Caro Fabio, esimio Pulcinella, il buon Giustiniano Lebano mi parla spesso di voi due e, non di rado, mi chiede di dedicarvi un po’ del mio tempo. Eccomi qui, sia per esaudire il desiderio di Giustiniano e di Madame Carmen, che per conoscere di persona la maschera che ci rappresenta in tutto il mondo.

Cari miei, vi comprendo, sono conscia che avete un deposito di domande da pormi, ma devo informarvi che conversare con me è frustante. Madame Carmen sa bene che non avete bisogno di pormi alcuna domanda, giacché le leggo nei vostri puri e trasparenti occhi.

Sono come voi cittadina del Regno delle Due Sicilie, la mia città natale è Minervino Murge in Puglia e vivo da qualche tempo a Napoli. Come sanno Giovanni Damiani e Cesare Lombroso, sin dall’età di sedici anni mi dedico a quell’attività che in tanti definiscono occulta.

Alcuni mi definiscono una creatura che si circonda di abitanti dell’aldilà, una sorta di biblioteca, di deposito pieno di prodigi, segni ed eventi. Tornerei a fare la serva e la ricamatrice, se potessi, ma non posso, perché dalle mie mani esce una materia bianca che, trasformandosi in energia, si manifesta ai miei occhi e alle mie orecchie. Energia che m’impone di fare da guardiano di quella soglia che divide il visibile dall’invisibile.

Quando tocco un oggetto, percepisco sia la sua energia che quella che questo riceve dall’esterno. Incarno quell’esperienza e quel sogno che non mi permette di vivere appieno il mondo visibile, anzi m’incatena a quello invisibile. Nemmeno se volessi riuscirei a liberarmi dalle catene, poiché un vento freddo, ininterrottamente, tiene svegli i miei sensi.

Sono ben note la mia passione esoterica a vari livelli e le sedute spiritiche a cui partecipo. Pochi, però, indugiano sulle mie capacità di comunicare con lo spirito dei disincarnati e con gli spiriti superiori, anzi, molti circoscrivono queste mie attività tra quelle definite “fenomeni di parapsicologia”.

Pochi si soffermano su quell’energia che, sotto forma di filamenti, fuoriesce dalle mie dita e, manifestandosi come materia informe, si trasforma in una mano, in un viso o in altro.

Mi sento un palcoscenico che permette alle entità che abitano il mondo invisibile di mostrarsi, di lasciare messaggi o richieste.

Mi sento un sogno che permette ai due mondi di mettersi in contatto tra di loro. Non è facile svolgere il mio lavoro, bisogna avere molta pazienza e sentirsi come una madre che sacrifica la propria esistenza per i figli, che fluttua, a mezz’aria, tra gli abitanti del mondo visibile e di quello invisibile.

Dicono che io non leviti mai da sola, che sia necessaria la “catena tiptica” e che vi siano testimoni che possono verificare il fenomeno mediante la percezione tatto-muscolare.

Alcuni affermano che la mia levitazione sia da classificare come fenomeno mistico, mentre altri la classificano come evento parapsicologico; in realtà, vi sono altri fattori che entrano in gioco.

 Pochi meditano sui principi che sostengono l’immortalità dell’anima e sulla natura degli spiriti, di cui parla il Dott. Rol, così come pochi sono quelli che studiano i rapporti che gli spiriti tessono con gli uomini che rispettano le leggi morali, che riflettono sulle peculiarità della vita presente e di quella futura. Pochissimi poi, sono coloro che, tenendo conto dell’insegnamento ricevuto dagli spiriti superiori, tramite la medianità, riflettono sull’avvenire dell’essere umano.

Nel corso della vita terrena coesistono alcuni fattori, che, dopo la morte, si separano. Quando la vita abbandona il corpo, l’anima, di natura divina, perché emanazione del creatore, pur tentando di liberarsi dalla materia, dall’ente materiale, resta vincolata, per un determinato periodo, a quel perispirito conosciuto anche come corpo spirituale, organismo fluidico, forma preesistente dell’uomo, trama sulla quale si modella poi il corpo fisico.

In altre parole, il perispirito può essere definito un substrato invisibile composto dall’essenza di quella materia che penetra tutti i corpi, un involucro fluidico che, in certe condizioni, può materializzarsi, lasciare delle tracce o spostare gli oggetti. Esso permette che resti in essere il legame tra l’anima – spirito e la materia durante la vita sulla terra.

L’uomo, legandosi al concetto d’immutabilità, non riesce a percepire che il perispirito cambia, si purifica assieme all’anima, che l’accompagna nelle varie incarnazioni, che sale, con essa, i gradini della scala di Giacobbe, che diventa sempre più luminosa e si prepara a risplendere di luce che abbaglia.

 Subisce l’influenza del corpo materiale che lo ospita, tant’è che i buoni sentimenti, la purezza, la ricerca del bene, lo modificano positivamente, implementano le sue vibrazioni e lo purificano, mentre le passioni umane lo appesantiscono e lo rendono impuro. In altre parole, attraverso i suoi mutamenti, si libera dall’influenza terrestre e accede ai mondi invisibili.

 Altra cosa da tener conto, cari miei, è lo stretto legame che esiste tra i vari elementi dell’essere umano.
Più lo spirito è puro ed elevato, più il perispirito è sottile e il corpo è moderato negli appetiti e nei desideri. Nonostante non sia dimostrabile empiricamente, la purezza dell’anima si riflette sul perispirito, lo rende maggiormente armonico ed etereo, influisce sul corpo, donando al viso la luminosità della fiamma alchemica interiore.

 Comunica con l’anima mediante specifiche correnti magnetiche. Esso è legato alla materia, ossia, al corpo, da invisibili e consistenti fluidi nervosi. Alcuni miei colleghi affermano che l’agonia rappresenti la summa degli sforzi che il perispirito mette in atto per slegarsi dal vincolo che lo stringe alla materia, ma di questo non posso fornirvene prova.

Così come non sono in grado di dimostrarvi praticamente l’esistenza dello spirito, ma San Paolo, nella Prima Lettera ai Corinzi – 15, riferendosi all’uomo, al punto 44 dice:
“è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale”.

I fenomeni di magnetismo e di spiritismo avvengono grazie alle peculiarità del perispirito. In altre parole, essendo il corpo spirituale l’immagine di quello materiale, sospinto dalla volontà dell’anima, mettendo in moto i fluidi di cui è composto, si sposta e materializza in altri luoghi.  

Questo contenitore di fluidi è in grado di penetrare nella luce spirituale, dar luogo alle apparizioni degli spiriti mediante la presenza di noi medium da cui il perispirito preleva la materia fluidica, la forza vitale e, pian piano, prende le sembianze della forma terrestre. Ciò accade, poiché l’energia, o corrente vitale, orientata dal fluido prelevato, permette alle molecole fisiche di raggrupparsi su quelle tracce dell’organismo di cui il perispirito ricalca le linee basilari.

Come Madam Carmen ben sa, il corpo così ricostruito e speculare rispetto a quello preesistito sulla terra, può sopravvivere per un periodo breve ed è temporaneo perché gli elementi, dopo quest’anormale unione, ritornano allo stato precedente.

A tal proposito vi cito la leggenda di Osiride e Iside, che ben simbolizza il concetto espresso sinora.
La ricostruzione del corpo di Osiride da parte d’Iside dura il tempo necessario affinché entrambi possano procreare Horus.

 Dicono di me che io sia una “medium a effetti fisici”, poiché, mediante le mie prerogative, faccio sollevare manufatti, tavoli, sedie.
Chi mi definisce in tal modo intende, forse, dire che trasmettendo l’energia del perispirito e realizzando un’idonea sfera d’irraggiamento, permetto agli spiriti di prelevare l’energia necessaria per creare e spostare gli utensili. Sono, quindi, lo strumento utilizzato dagli spiriti per assoggettare oggetti ed altro. 

Per realizzare questo, la buona norma consiste nel combinare le forze dello spirito, non più legato alla materia, con il fluido di chi partecipa all’evento. Affinché possa manifestarsi la corrente fluidica necessaria allo svolgimento di quanto voluto, è necessario che, mediante la catena delle mani, si combinino le forze dello spirito con il fluido dei presenti.  

Le parole della Signora Eusapia sono così intense che ascoltandole sembro essere da un’altra parte. Sento le gambe che autonomamente seguono la scia lasciata dal sole al suo passaggio, mentre percorro il sentiero di un fitto e denso bosco.

Madame Carmen e la signora Eusapia lo percepiscono, tant’è che la nonna di Fabio, chiedendo il permesso alla sua amica Eusapia, la interrompe e dice:

Cari miei, sono qui per proteggervi dalle paure e dalle ipocondrie, dai turbamenti, dalle ingiustizie, dagli inganni del tempo e dai fallimenti. 

Appoggia le sue affusolate mani sulle nostre spalle e aggiunge:

Fermo le lancette degli orologi, così da non farvi invecchiare, vi sollevo dai dolori e dagli sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle vostre manie. Prendete coscienza del vostro equilibrio e pazienza, giacché sento che si sta implementando. Inebriatevi con il profumo che proviene dalla sorgente del Sebeto.

Carmen Capasso

Uha! Na vutat’ ‘e mente e l’emozione si acquieta.

Madame Carmen, resasi conto che la nostra emozione sta ascoltando la nostra volontà, chiedendo scusa alla signora Eusapia, la invita a proseguire.

Eusapia riprende il suo discorso e continua.

L’evocazione delle Forze Planetarie e ciò che accade durante le sedute spiritiche rappresentano l’aspetto pratico della Magia, sono l’applicazione di quel processo che rende concreto lo “Stato Magico” dell’individuo e permette la realizzazione della “Grande Opera”. Le evocazioni e le sedute spiritiche sono la scorciatoia che permette di avvicinarsi rapidamente al Divino, un sentiero percorribile solo dall’individuo iniziato, dall’illuminato capace di governare le forze misteriose e soprannaturali o dall’uomo in grado di variare il proprio stato esistenziale, mediante quelle operazioni magiche che non modificano l’equilibrio universale.

 Tanti prendono sottogamba lo spiritismo e sbagliano giacché esso, inteso come dottrina filosofica-religiosa, predica la carità, l’umiltà, la solidarietà, la fratellanza universale e il progresso morale dell’umanità, in antitesi all’ego, all’orgoglio e al mero materialismo.

 In trance sono in grado di sollevarmi in aria, suonare strumenti quali l’organo, i campanelli e i tamburelli, ben distanti da me, ma anche di vedere ed interagire con il mondo invisibile. Credo però, che non siano queste prerogative a rendermi immortale, bensì il ricordo che mi tiene in vita nelle vostre menti.

Detto ciò, la signora Eusapia chiede a Madame Carmen se vuole aggiungere qualcosa utile a costruire la struttura architettonica dell’edificio si qui realizzato.

La dama, ringraziandola, declina l’invito, ma propone a me e al nipote di cimentarci in tale compito.

Subito esclamo:

Fabio, parla prima tu, giacché sono conscio del tuo amore per il Creatore e della tua purezza.

L’ammore ‘e Dio nun va truvanne ricchezza. Dio ‘o sape che anema senza ammore è comme ‘a nu sciore senza addore. L’ammore vero è comme ‘na malatia, nun se leva maje ‘a cuollo.

Fabio, come un capitano coraggioso che cerca il centro di gravità permanente che non gli faccia mai cambiare idea né sul Creatore, né sull’essere umano, né sulle cose afferma:

Cara nonna, pregevolissima Signora Eusapia, esimio Pulcinella, vi ringrazio, perché chiedendomi di intervenire mi rendete molto felice e mi permettete di liberarmi dall’emozione. Sono contento perché ho la possibilità di rivelare il mio pensiero al mio amico Pulcinella, a mia nonna, e alla Signora Eusapia che mi ha colpito positivamente per i suoi semplici modi, la sua umiltà, la sua gradevolissima presenza e il cospicuo bagaglio spirituale

Fatta questa necessaria premessa, intendo informarvi delle tre domande che spesso pongo a me stesso e delle risposte che mi do.

1) Perché il Creatore avrebbe dovuto decidere di consegnare un così incommensurabile potere, proprio nelle mani di determinate persone, anziché di altre? Perché proprio alla Signora Eusapia?

Egli non sceglie, giacché tra le varie prerogative e i possibili regali, ci dona il più prezioso tra quelli a disposizione della creazione, il libero arbitrio. Il sovrasensibile, nonostante sia accessibile a tutti, è cercato e penetrato solamente da chi ne è attratto e possiede un’adeguata sensibilità.

Alla luce di quanto leggo e di ciò che nonna Carmen mi dice, le persone semplici, grazie alla loro natura, assegnano una consistente priorità alla spiritualità, quindi si avvicinano e penetrano in questo misterioso mondo.

L’individuo si caratterizza e si distingue dagli altri per le sue scelte. Per esemplificare ciò descrivo l’atteggiamento di due persone che osservano lo stesso quadro. Chi impronta la vita secondo le linee guida del materialismo, osservando il dipinto riflette sul valore economico, sul costo e sull’eventuale provento. Chi, invece, si affranca dal materialismo, osserva la bellezza atavica che la tela manifesta, l’immortalità dell’opera e l’insita capacità di essere ammirata nel corso dei secoli a venire.

2) Chi e cosa determina il concretarsi di questa donazione; chi dona, chi riceve?

Credo che la risposta debba essere semplicemente: “la volontà”.
Per volontà intendo quella dell’individuo che avendo compreso la realtà assoluta del mondo estatico, nonostante sia conscio che rischia di perdere il lume, aspira a quell’estasi che porta al ricongiungimento con il sovrasensibile e vuole raggiungere, con tale mondo, l’uguaglianza di forma.

In altre parole, l’uomo che mediante il libero arbitrio, decide di procedere lungo questo percorso, può essere paragonato alla falena che, attratta da fonti luminose, si sacrifica per un bene superiore, dirigendosi incessantemente verso la luce, nonostante sappia che, così facendo, resterà folgorata.

3) Qual è lo scopo di questi poteri?

Lo scopo è “mercuriale”. Lo spiritista e il medium possono essere paragonati al messaggero delle divinità presso gli uomini, al dio che incarna lo spirito del passaggio e dell’attraversamento, ovvero a Hermes / Mercurio.

Lo spiritista, il medium, dischiudendo leggermente l’uscio che permette di accedere alla luce divina, consente all’uomo di comprendere che, nonostante viva sulla terra, quindi nel mondo materiale, è una creatura che il Creatore ama incondizionatamente. E, infatti, non le impone, né pretende amore, anzi, donandogli il libero arbitrio, gli concede la libertà di amare spontaneamente chi lo ha creato.
In altre parole, Egli lascia alla creatura la libertà di corrispondergli l’amore che Lui gli manifesta quotidianamente.

Mia nonna, la Signora Eusapia, il Dott. Rol ed altri ancora hanno un compito superiore che li erge a Mercuri. Grazie a loro si riesce a percepire l’infinito senza l’ausilio delle parole o di quello della scienza empirica.

Detto ciò Fabio, comunicandomi di aver terminato, mi dice di partecipare alla costruzione della struttura dell’edificio, ovvero, di manifestare ciò che penso circa l’argomento principe della serata.

Intervenendo con voluptas magna dico:

L’essere umano rappresenta una realtà cosmica, un fenomeno di valore universale provvisto di struttura fisica e caratteristiche sia spirituali che psicologiche. È dotato d’intelligenza, di forza e di quella libertà individuale, o libero arbitrio, che gli permette di amare il Creatore, penetrare nei mondi invisibili e comprendere gli insegnamenti esoterici e occulti di base.

Ascoltando quanto detto dalla signora Eusapia, si è consolidata in me l’idea che il preciso istante in cui avviene quello tutti definiscono trapasso consista in un passaggio che conduce alla vita.

Le parole della signora Eusapia e una telefonata intercorsa tra me e Madame Carmen mi portano a ritenere che dopo la morte ci sia la vita, che esista un mondo invisibile degli spiriti con il quale si può interagire. Credo che si debba parlare di spiritualità, piuttosto che di spiritismo, e di vibrazioni, anziché di fantasia.

Rivolgendomi poi a Fabio sottolineo:

Amico mio, le tue parole oltre ad accendere in me il fuoco della riflessione, mi fanno capire che la vita, il periodo transitorio e il post, debbano essere vissuti in maniera serena, poiché il Creatore inviluppa e difende l’uomo, mediante il suo mantello protettivo.

Concordo con chi dice che l’essere umano sia una scintilla divina, che prima vive l’esperienza terrestre e poi si ricongiunge alla Luce.
La mia convinzione è implementata dal fatto che persone come Madame Carmen, la Signora Eusapia e il Dott. Rol, oltre a dimostrare che l’individuo sia un’entità spirituale, riescono a mettere in contatto chi vive il mondo materiale e chi, invece, dimora su altri piani.             

Girandomi poi verso le due signore concludo:

Carissime medium, conscio che conversando con voi si dà un senso alla vita, vorrei, qui e ora, danzare come i dervisci rotanti, ascendere spiritualmente e intraprendere un viaggio mistico che mi conduca al Divino. Vorrei capire se durante il tragitto le montagne e i mari siano tali e se la volta del cielo sulla mia testa sia tale. A malincuore, però, sono costretto a non proseguire oltre, giacché data l’ora tarda, dovete ritornare a Napoli.

Penso che Fabio abbia ragione; l’uomo che si rende conto di non vivere in un universo governato da un Dio prepotente, con il crescere della propria conoscenza, comprende che il mondo circostante è conformato alle leggi universali create dall’Assoluto. Leggi che, in questo momento, stabiliscono che le nostre gradite ospiti debbano avere la possibilità di salutarci e dirigersi verso le loro dimore.

Ascoltate queste parole, le due nobildonne ci salutano, con indescrivibile cordialità, ma prima di avviarsi verso le loro case, Madame Carmen, dichiara:

Non credo che il destino sia già scritto. Le leggi universali stabiliscono che chi chiede del futuro, mostra tutti i limiti umani. Non esiste un unico futuro possibile, ve ne sono tantissimi.
Il futuro lo generate con il vostro comportamento e con il vostro studio.

Caro Pulcinella, diletto Fabio, potete costruirvi il destino, ma non essere in grado di generarlo.
Gli aerei possono percorrere diverse rotte, ma non quelle prive di autorizzazione.

Mamma mia. Ògne lignammo tène ‘addòre sùio.

Le parole di Madame Carmen profumano di conoscenza.

Giandomenico Tiepolo, La partenza di Pulcinella, 1797, affresco. Ca' Rezzonico, Venezia

Autore Domenico Esposito

Domenico Esposito, nato ad Acerra (NA) il 13/10/1958, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali, Master in Ingegneria della Sicurezza Prevenzione e Protezione dai Rischi, Master in Scienze Ambientali, Corso di Specializzazione in Prevenzione Incendi. Pensionato Aeronautica Militare Italiana.