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Proposte Piano di Sviluppo, Crescita e Lavoro Provincia di Frosinone

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CGIL, CISL, UIL Frosinone


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CGIL, CISL, UIL: ‘Se non ora, quando?’

Riceviamo e pubblichiamo.

La dichiarazione dei Segretari Generali Anselmo Briganti, Enrico Capuano e Anita Tarquini e i componenti le Segreterie CGIL, CISL, UIL della Provincia di Frosinone.

In puntuale concomitanza con quanto stanno conducendo in questi giorni le OO.SS. Confederali, Nazionali e Regionali, impegnate alla stesura di un Programma che, permetta di far ripartire l’economia nazionale a valle della crisi ingenerata dall’emergenza Covid-19 il 17 giugno 2020, si sono riunite le Segreterie di CGIL Frosinone Latina, CISL Frosinone e UIL Frosinone.

All’Ordine del giorno della riunione unitaria l’analisi e lo sviluppo dei temi legati alla situazione socioeconomica, occupazionale, lavorativa e dei servizi alla persona caratterizzanti le specifiche peculiarità ed esigenze della provincia di Frosinone per dare un contributo fattivo alla discussione generale ed inserire i temi del nostro Territorio nel Programma Nazionale.

È ovvio che la crisi che travaglia da anni la Provincia di Frosinone sia di natura strutturale e che la recente emergenza epidemiologica ne abbia solo acuito la profondità e ampiezza.

Interi settori produttivi erano già in grave difficoltà o soggetti a situazioni delicate, il fermo produttivo e le difficoltà legate alla ripartenza stanno ponendo ancor più a rischio intere fasce della popolazione della Ciociaria, prova ne sia con quanta premura è stata accolta la recente iniziativa dei pacchi solidali.

Si ritiene, quindi, indispensabile cogliere l’opportunità per pensare ad un nuovo modello di sviluppo, partendo dalla necessità indifferibile di migliorare e rendere più forte il nostro sistema di welfare per renderlo davvero universale e permettendo realmente l’esigibilità dei diritti di cittadinanza per tutti i cittadini, i lavoratori e i pensionati e che sia attento alla condizione femminile, a quella dei giovani e di quanti vivono disagi fisici o psicologici.

Bisogna agire su quattro macro direttrici di interventi.

Ambiente e sviluppo sostenibile

Occorre mutare l’attuale modello produttivo investendo sulla Green Economy e sburocratizzare i processi decisionali seppur rigidamente garantendoli da solidi vincoli in rispetto dell’indispensabile legalità.

Sviluppare e far crescere esperienze di Economia Verde permetterebbe di valorizzare una vasta gamma di opportunità offerte dal Territorio e dalla sua tradizione.

Porre in sinergia produzione di energia pulita, ciclo dei rifiuti integrato e razionalizzazione delle risorse idriche permetterebbe di rilanciare il volto produttivo e occupazionale della Provincia.

Ovviamente prima di affrontare ogni possibile crescita di Green Economy Ciociara è indispensabile affrettarsi nelle opere di bonifica di vaste aree, troppo compromesse da decenni di incuria, illegale abbandono e sfruttamento ambientale, partendo dalla Valle del Sacco, nel cui bacino a oggi sarebbe impossibile anche solo procedere a nuove espansioni per i vincoli imposti dal SIN mentre già ora sarebbe quanto mai necessario investire nell’edilizia a suolo zero che recuperi infrastrutture dismesse, in un’edilizia senza abusi, nell’edilizia scolastica e nella messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del territorio.

Ovviamente porre in atto le necessarie bonifiche sarebbe vano se non si mettessero in sicurezza le aziende che hanno prodotto il dissesto idrogeologico e che ancora non hanno agito a tutela della salute dei propri lavoratori e della collettività a dispetto della legalità del sistema.

La bonifica delle zone compromesse dall’inquinamento permetterebbe in cascata di procedere decisamente a stimolare lo sviluppo delle potenzialità delle Aree Interne, allentando le maglie burocratiche che soffocano le possibilità di sviluppo e di mantenimento dei comparti industriali del Territorio.

A oggi alla sola Area della Val Comino è necessario un proseguimento dell’opera consortile e varare quelle dei Monti Lepini, degli Aurunci, degli Ernici e dei Monti Simbruini, nelle quali, coniugando innovazione con tradizione, si ponga a crescita il settore del Turismo collinare e montano valorizzando le eccellenze enogastronomiche con l’offerta di percorsi nel verde, trekking, discipline sportive estreme e sorretto da un sistema alberghiero e della ristorazione ammodernato nonché pronto a rispondere alle esigenze di svago, relax e lavorativo.

Per il rilanciare e valorizzare le Aree Interne è necessario che i Comuni affrontino scenari meno angusti e varino forme di gestione associata dei servizi offerti alla cittadinanza, partendo dai servizi per la salute, la sanità di vicinanza, l’istruzione diffusa, la mobilità integrata, la tutela e la valorizzazione del territorio e ciò sarebbe anche una parte della risposta che i cittadini della Provincia attendono in tema di diritti alla persona.

Sanità, Povertà, Disuguaglianza

Come detto la crisi Covid-19 ha aumentato il grado di povertà già prima diffuso per larghe fasce della popolazione costrette a vivere condizioni difficili e per i soggetti più deboli ed emarginati rendendo inefficace, di fatto, quel concetto di uguaglianza cui tutti dovranno destinare ogni sforzo e attenzione.

Ricordiamo che gran parte del Territorio Provinciale è Area di Crisi complessa e che il tasso di disoccupati, inoccupati o soggetti in regime di Cassa Integrazione raggiunge poco lusinghiere vette.

E urgente, quindi, concertare nuove e più efficaci Politiche Sociali e ripensare il modello di assistenza sin qui perseguito, investendo sul Servizio Socio Sanitario Nazionale che deve tornare a crescere e garantire l’universalità dei servizi.

Sono necessari interventi e investimenti per la Sanità Pubblica sia in ambito ospedaliero che investendo su una medicina del territorio più capillare ed efficace che permetta di recuperare i vuoti creatisi dalla chiusura di troppi nosocomi e di contro la non apertura di centri di primo intervento e case della salute.

Economia Circolare
È necessario coinvolgere Istituzioni, Associazioni Datoriali, Organizzazioni Sindacali e cittadinanza per cambiare radicalmente il modello produttivo e dei consumi, rendendo la nostra Provincia pioniera nell’innovazione dell’Economia Circolare.

È necessario invertire i fattori di produzione e consumo, condividendo politiche incentivanti che trasformino il modello tradizionale: estrarre, produrre, utilizzare e gettare in “prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti”, allungandone l’utilizzo ed estendendone il ciclo di vita nonché contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo, provvedendo affinché, una volta terminata la sua funzione originaria, i materiali di cui è composto il prodotto vengano reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico.

La questione legalità è naturalmente centrale se si vuol perseguire un convincente ciclo virtuoso dei prodotti.
Inutile sottolineare le importanti ricadute occupazionali che da ciò deriverebbero.

Infrastrutture materiali ed immateriali

Il recente investimento di Ferrovie dello Stato sulla rete ad Alta Velocità in terra di Ciociaria è una decisione di particolare importanza.
Questa Provincia ha estremo bisogno di investimenti dedicati all’innovazione e allo sviluppo.

Riteniamo necessario un tavolo di confronto per conoscere i piani di investimento pubblici e privati ed incentivarli.
Non si può sottacere che a Cassino sia presente uno storico stabilimento di FCA come non possiamo non mostrarci preoccupati per l’assenza di notizie circa i piani di investimento del Gruppo come per il silenzio che ancor regna sulle nuove tecnologie quali l’elettrico o il basso impatto ambientale e dei carburanti alternativi.

I frutti avvelenati della crisi epidemiologica con i quali ci stiamo già ora confrontando, quali il prevedibile calo delle produzioni interne soprattutto nel settore automotive, hanno bisogno di risposte di sistema e non della stantia e stucchevole prassi consolidata di far pagare le perdite ai lavoratori.

Tagli del personale, mancato rinnovo dei contratti a termine e decurtazioni sugli stipendi delle maestranze, anche di migliaia di euro pro capite, sono le classiche soluzioni adottate da industrie e manager incapaci di immaginare un cambio di paradigma che privilegi l’innovazione tecnologica e organizzativa, l’efficientamento e modernizzazione degli impianti nonché la comprensione dei nuovi bisogni della domanda.

Tutto ciò merita un ragionamento e soluzioni condivise da ricercarsi in un Tavolo di confronto a livello Provinciale che deve esser attivato prontamente vista la vocazione industriale del Territorio che merita di più che estemporanee e singole risposte all’acuirsi della crisi ma una vera cabina di regia che indichi percorsi e confini onde evitare un diffuso stato conflittuale nelle aziende.

Bisogna mettere a fattor comune le infrastrutture materiali ed immateriali da completare e/o da realizzare, in maniera tale che siano funzionali alle varie filiere produttive e facciano da volano ad una ripresa del territorio che si preannuncia lunga e complicata.

E del tutto evidente che un Piano per lo Sviluppo, la Crescita e il Lavoro di tale ampiezza necessiti, urgentemente, di un Tavolo di contrattazione che metta insieme Parti Sociali e Istituzioni, per questo siamo a rinnovare la richiesta già inoltrata non più di due settimane fa in occasione del Progetto sui Pacchi Solidali, di riaprire il Tavolo Provinciale dello Sviluppo e affiancarlo ad un Tavolo sul Socio Sanitario per ricercare le dovute convergenze sulle istanze da inoltrare in Regione Lazio.

Bisogna, inoltre, rilanciare la Contrattazione Sociale coi Comuni della Provincia in quanto depositari del dovere di provvedere e migliorare i servizi e le infrastrutture dei propri cittadini.

Noi lavoreremo da subito per realizzare le proposte di CGIL CISL UIL, ma se non coglieremo in tempi rapidi segnali concreti da parte delle Istituzioni avvertono i Segretari Generali saremo pronti ad assumere le decisioni conseguenti.

Se non ora, Quando?