Toccante esibizione al Joker Pub di Napoli
La sera di martedì 4 dicembre ha visto esibirsi al Joker Pub di Napoli, nel suo primo live, Nijukun. Sei i pezzi tracciati sotto l’occhio e l’orecchio, vigili e attenti, del Maestro Marcello Vitale che con le corde della sua chitarra ha avvolto le note dell’artista.
Un accompagnamento non invasivo che ha lasciato spazio a Nijukun di essere protagonista del palco, ritagliandosi, nel contempo, momenti di assolo che hanno dato mostra della propria maestria.
Il primo brano non poteva che essere ‘Il Fiume’, sua canzone d’esordio della quale già si è parlato in un precedente articolo. Canzone piena che ha aperto la strada nell’animo di Nijukun, rivelandone l’artista profondo. La scaletta è proseguita con l’intensa ‘Mi Dirai’, l’introspettiva ‘Ambra’ che riesce a materializzare immagini di luce nella nostra mente attraverso le gemme levigate. Queste mostrano un’altra realtà, non sempre quella ricercata e, insieme, custodiscono il passato di cui ognuno è, spesso inconsapevolmente, parte. Forse è proprio questo passato il tesoro da preservare, la vita di chi non è più.
Tra i brani già noti, ‘Il Viaggio’, con la strada onirica che porta ad Est, attraversando deserti e valli con montagne lontane, maestose e imponenti pronte a sopraffare chi ha il coraggio di affrontarle. Il tetto sopra la testa di Nijukun attraverso questo viaggio è il cielo stellato della notte, buio come l’animo più profondo in cui però brilla la stella da seguire per non soccombere. Una consapevolezza nuova si manifesta spazzando via il buio e mostrando, infine, la luce.
La performance ha regalato anche gli inediti ‘La Voce’, ‘Running Shaking’, e la ballata ‘Jack il Giocoliere’.
Il cielo è un elemento costante, presente e con un proprio essere necessario. In ogni sua sfaccettatura è ricercato da Nijukun come approdo per il proprio sguardo. Occhi che valicano la realtà indirizzando a quei cieli un animo in continua ricerca.
Piene le sale del pub vomerese che ha permesso lo svolgersi dell’evento in un’atmosfera di amicizia e di calda accoglienza in compagnia, tra gli altri, dei Maestri e degli allievi del dojo di Karate “Shumpukan”.
Non sono un critico musicale né, tantomeno, un esperto per poter giudicare asetticamente la performance e le musiche di questo artista, posso solo scrivere le sensazioni trasmesse.
Particolare il riascoltare ‘Mi Dirai’ dopo aver avuto un piccolo diverbio nel pomeriggio con mia figlia. Parole, quelle del testo, che toccano in profondità scatenando un turbinio di emozioni che chiedono silenzio. Parole cantate con lo sguardo posato su quelli della sua di figlia seduta ad un tavolo poco distante. Il testo di questa canzone va letto con attenzione per cogliere la profondità di Nijukun.
Non scade mai nel banale, anzi, ogni verso diviene stimolo per scavare dentro se stessi e nel proprio rapporto con i nostri figli. Ciò che colpisce e prende è la sensazione di trovarsi di fronte ad uno squarcio nel proprio futuro aperto da quelle parole musicate.
Qualche rigo più su accennavo al materializzarsi di immagini, beh, credo che la capacità di creare queste immagini nella mente di chi ascolta la si riscontri in pochi artisti. È un modo particolare di raccontare il proprio animo, tratteggiando sulla tavola “vuota” di ognuno curve e colori, linee e suoni di un mondo suo proprio e che prende forma invitandoci a farne parte.
È stata, quella di martedì, una serata soffusa in cui tra i tavoli si sentiva il bisbiglio di parole e riflessioni legate strettamente alle parole cantate sul palco. Questa è stata la dimostrazione della forza delle canzoni di Nijukun, che si sono diffuse nell’aria invitando tutti a partecipare.
In attesa dei prossimi lavori e progetti, da queste pagine non posso che augurargli che il futuro intravisto, rubato da quegli squarci sia per lui un lungo viaggio “che porta verso il cielo” con tutto il suo carico di sogni.
Dirai che alla mia voce che un tempo dava pace
adesso preferisci il tuo silenzio
dirai la mia presenza non ha più importanza
che sei abituata a fare senza.
Mi diraiUna volta sola ho chiesto al cielo
un po’ di luce in più per restare qui
ad osservare l’Ambra che
cattura il sole e lo riversa
qui davanti tra i milioni di segmenti
della sia realtà.
AmbraMa stanotte continuo
e non mi accampo
perché quella che seguo è la stella che ho dentro.
Il Viaggio
Autore Fabio Picolli
Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!