‘Rossi: ‘Il dovere della giustizia, il diritto alla sicurezza’
Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.
Abbiamo un duplice dovere, come istituzioni: stare vicini alle famiglie e al loro desiderio di giustizia, ma anche essere in campo perché le norme che riguardano la sicurezza di chi viaggia siano cambiate, mettendo in primo piano la tutela della vita e non i guadagni.
E questo è un compito che coinvolge innanzitutto l’Europa.
Questo uno dei passaggi dell’intervento pronunciato dal Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi, 30 luglio, in Consiglio regionale durante il quale gli è stato donato ‘La figlia d’Europa. Il sogno infranto di Elena Maestrini’, libro testimonianza della giornalista Jule Busch dedicato a una delle vittime del tragico incidente che il 20 marzo del 2016 causò in Spagna la morte di 13 studentesse Erasmus italiane, tra cui Elena.
Erano presenti i genitori di Elena, Roberta e Gabriele, Andrea Biondi, il sindaco di Gavorrano, paese di origine della ragazza, il Consigliere regionale, Leonardo Marras, e l’autrice.
Ringraziando per la copia del libro donatagli, Rossi ha ricordato i precedenti incontri con le famiglie non solo di Elena, ma anche delle altre due giovani vittime toscane – Lucrezia Borghi e Valentina Gallo – e il sostegno dato dalla Regione alle richieste di giustizia dei familiari.
Ha detto Rossi:
È necessario uno sforzo maggiore da parte del governo nazionale, la Spagna è un paese dell’Unione Europea e la rete di relazioni che lo lega all’Italia è fitta: deve trovare ascolto la richiesta di un processo giusto.
Ma c’è un altro aspetto che questa tragica vicenda ha messo in luce e che coinvolge direttamente le responsabilità dell’UE.
Ha continuato il Presidente:
Come è possibile che le norme consentano che a condurre bus di quel tipo sia una sola persona? Denunciammo sin dall’inizio questa situazione inaccettabile, frutto di quella logica delle liberalizzazioni che ha spinto a mettere avanti i profitti invece della sicurezza. Rinnovo la richiesta all’Europa che tutto regolamenta, di rimettere mano a questa materia.
Spero che questo libro arrivi anche a chi governa il Paese e che aiuti a rafforzare la consapevolezza che l’Europa non è stata in grado di proteggere queste sue giovani figlie.
L’esperienza Erasmus deve essere rafforzata, ma i genitori che spingono i loro figli a muoversi e a fare l’esperienza di studio all’estero, devono avere la certezza che possono farlo in sicurezza.
Questo, anche, è il messaggio forte che viene da questo libro e soprattutto dalla testimonianza di impegno che viene dalla famiglia di Elena: forte e serena, anche se segnata da un dolore incancellabile.