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Presentata all’Instituto Cervantes di Napoli la mostra ‘Milagros’

'Milagros'


Le 23 tavole originali di Ana Juan realizzate per il libro ‘Anna dei Miracoli’ e le 24 di ‘Lucia’ di Roger Olmos in esposizione fino al 30 gennaio

Ieri, 24 ottobre, ore 18:00, presso l’Instituto Cervantes di Napoli, in via Nazario Sauro 23, si è tenuto il vernissage della toccante mostra ‘Milagros’, visitabile fino al 30 gennaio, sulle 23 tavole originali di Ana Juan realizzate per il libro Anna dei Miracolie le 24 diLucia di Roger Olmos, per la collana CBM #logosedizioni ideata per affrontare il tema della disabilità e dell’inclusione attraverso l’arte di illustratori professionisti.

Il primo a prendere la parola è stato Ferran Ferrando Melià, Direttore dell’istituto culturale che, si è detto felicissimo di poter ospitare un’esposizione dall’alto valore artistico e sociale di due figure note nel panorama internazionale quali l’illustratrice, pittrice e scultrice spagnola Ana Juan, presente in sala, e l’illustratore spagnolo Roger Olmos, che, per motivi personali, non ha potuto presenziare all’evento.

Ha quindi riassunto brevemente lo scopo di CBM Italia Onlus e ha concluso rimarcando il potere immenso della creatività e della solidarietà come collante sociale:

Nei prossimi mesi all’Instituto Cervantes con i due artisti offriremo dei laboratori gratuiti per bambini e ragazzi in cui le opere qui esposte sono solo il punto di partenza per sensibilizzare i nostri giovani su una tematica delicata come quella della disabilità.

Nel cedere la parola al Console Generale di Spagna a Napoli, Carlos Maldonado Valcàrcel, ha sottolineato quanto sia sempre attento alle iniziative dell’istituto, tanto da voler condividere un momento così significativo presenziando all’inaugurazione.

Carlos Maldonado Valcàrcel e Ferran Ferrando Melià

L’alto diplomatico ha rivolto un ringraziamento al Direttore di CMB Italia Onlus, Massimo Maggio, ai due artisti e al direttore che, credendo fortemente nel progetto, ha messo a disposizione una sala dell’istituto per la mostra.

Al Cervantes, che da tanti anni si assume la responsabilità di insegnare arte e cultura, si insegnano prima di tutto, la diversità della lingua spagnola, varia e piena di sfumature in tutte le sue accezioni, ma anche e soprattutto il valore e la cultura della diversità.

Una mostra come ‘Milagros’ è importantissima per tutti i bambini, disabili e non, affinché capiscano che non è la limitazione fisica a renderli migliori o peggiori rispetto ai propri coetanei e che ci sono tanti modi per essere diversi.

Trovo molto bello il paradosso che due artisti si avvalgano delle immagini per mostrare la cecità.
Del resto, immagine ed immaginazione condividono la stessa etimologia ed è proprio grazie all’immenso potere dell’immaginazione che i bambini ciechi riescono a vedere il mondo. Grazie ad Ana e Roger riusciamo oggi ad aprire un po’ di più gli occhi su queste tematiche.

È quindi la volta del Direttore di CMB Italia Onlus, Massimo Maggio, che, nel ringraziare dell’ospitalità in una struttura tanto prestigiosa e in una città splendida, riassume la mission di Christian Blind Mission, organizzazione attiva sin dal 1908, per assistere, curare, includere e dare una migliore qualità di vita alle persone con disabilità che vivono nei Paesi più poveri, attiva in 10 Nazioni, che insieme sostengono progetti e interventi di tipo medico – sanitario, riabilitativo ed educativo.

CMB è la più grande organizzazione umanitaria al mondo che si occupa di contrastare la disabilità evitabile visiva con azioni ed interventi grazie è possibile cambiare la vita delle persone.

Faccio un esempio concreto. Un bambino che nasce in un Paese povero del mondo con una cataratta bilaterale, è completamente cieco, con pochissime possibilità di sopravvivenza. Le percentuali ci dicono che un bambino su due muore entro il primo anno di vita da quando gli è diagnosticata la cecità perché non ha la percezione dei pericoli che si trova ad affrontare, magari per il solo fatto di spostarsi.

Una piccola operazione di soli 20 minuti può portare questo bimbo dal buio della cecità alla luce della vista e, soprattutto, alla luce del futuro che gli si preannunzia davanti. Questo vuol dire cecità evitabile.

Siamo impegnati in circa 600 progetti in 55 Paesi del mondo e, ogni anno, raggiungiamo circa 60 milioni di persone. Sono numeri incredibili, perché con pochissimi soldi si può fare tantissimo. Basti pensare che per operare una mamma africana di cataratta ci vogliono solamente trenta euro, per dare un paio di occhiali ad un bambino solo sette euro.

Stasera siamo qui perché con Logos edizioni abbiamo voluto creare questa collana che nasce dal desiderio che mi porto nel cuore da tanto tempo. Mi sono chiesto perché non raccontare una cosa per niente bella come la cecità con il massimo della bellezza, l’Arte, e per farlo, ci siamo rivolti al massimo dell’illustrazione, Anna e Roger.

Anna Juan, visibilmente emozionata, ci racconta il suo libro scortandoci, illustrazione dopo illustrazione, davanti alle 23 tavole originali per mostrarci concretamente quanto la magia dell’arte, la delicatezza del racconto visivo riescano a colorare il mondo in cui viviamo e a trasformare la disabilità in abilità e crescita.

Ana Juan

Un percorso empatico, ricco di speranza, corredato da didascalie dolcissime e significative, come possono essere solo quelle rivolte ad un pubblico di lettori bambini, di fronte al quale noi adulti non possiamo che sorridere con tenerezza.

Ho chiuso gli occhi, mi sono coperta le orecchie e ho cercato di immaginare che tutto mi fosse estraneo. Impossibile. Conoscevo già il mondo che mi circondava, conoscevo il suono delle parole e il nome delle cose, potevo ricordare la musica, e il regno della fantasia non mi era stato precluso.

L’immaginazione è ciò che ci salva dalla morte e dagli orrori della vita, ma a Helen Keller, durante l’infanzia, fu proibito sognare. Conosceva solo un mondo in cui dolore e amore si confondevano.

Le spine e la pioggia la ferivano allo stesso modo perché, aliena a emozioni e sentimenti, non sapeva distinguere una cosa dall’altra.

Viveva sotto una campana di vetro.
Si può immaginare una tortura peggiore?

Quando mi sono confrontata con questa storia il mio obiettivo era riuscire a dar forma alla solitudine e all’isolamento in cui questa bambina aveva trascorso l’infanzia. Per questo ho cercato nel bianco e nero una voce che mi aiutasse a rendere l’atonia della sua vita e il suo brancolare nella nebbia più fitta.

Mi sono concentrata sulle due donne, Helen e Anne Sullivan, sul loro rapporto tormentato. L’ambiente che le circondava non permetteva ad altri di disturbare questa relazione così intima e delicata.

I genitori sono i silenziosi testimoni della lotta di Anne Sullivan per infrangere la campana di vetro dentro cui viveva la piccola Helen. Di loro vediamo solo gli occhi, che ne riflettono le emozioni: occhi tristi, disperati e poi commossi quando finalmente riescono a comunicare con la figlia.

I personaggi li avevo, ma mi mancava il tono in cui raccontare la storia di questo prodigioso incontro.
La storia di Helen Keller e Anne Sullivan era come una fiaba – una bambina persa in un bosco tra fitte nebbie, una fata che arriva a salvarla e la porta in un mondo ricco, pieno di emozioni e amore – ma senza happy ending.

A una seconda lettura, tuttavia, mi accorsi che sbagliavo. Il finale della storia non poteva essere più felice: Helen arrivò a vedere attraverso la conoscenza.

CBM è la fata che dona la luce a tanti occhi condannati all’oscurità.

Una versione audio gratuita di ‘Anna dei Miracoli’ è dedicata proprio ai bambini ciechi e ipovedenti. Le illustrazioni sono state tradotte in parole con la consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche sull’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive, e alla voce professionista di Grazia Minarelli.

Le 24 tavole di ‘Lucia’ di Roger Olmos, altrettanto ricche di simbolici riferimenti e di inviti alla riflessione, sono invece disposti dal lato opposto della sala.

Riportiamo, di seguito, la dichiarazione di Roger Olmos, gentilmente fornitaci dall’ufficio stampa di CBM:

Lucia ha rappresentato per me l’inizio di una nuova avventura. Conoscere CBM Italia Onlus, approfondire il loro lavoro, avvicinarmi alla disabilità, soprattutto a quella visiva, ha abbattuto un muro che non sapevo neanche di aver costruito.

Quello della cecità è un mondo che non conoscevo se non come lo conosciamo tutti, per aver incontrato un cieco per strada e averlo aiutato (forse) ad attraversarla. Ho sentito quindi la necessità di documentarmi sull’argomento partendo dall’ABC, e quindi leggendo Cecità di José Saramago, Il paese dei ciechi di Herbert George Wells, Il giorno dei trifidi di John Wyndham e Il silenzio delle conchiglie di Helen Keller.

Ho guardato anche i documentari di Silvio Soldini Per altri occhi e Un albero indiano. Quest’ultimo è stato realizzato in collaborazione con CBM Italia e il protagonista è il fantastico Felice Tagliaferri (che trovo somigli moltissimo all’attore francese Jean Reno), scultore cieco che ho avuto il piacere di conoscere di persona nella sua Chiesa dell’Arte a Bologna, dove mi ha gentilmente coinvolto in un laboratorio di autoritratto in argilla con gli occhi bendati.

Ho anche intervistato Manel Martí, presidente della Asociación Discapacidad Visual Cataluña B1+B2+B3 di Barcellona, che mi ha raccontato di una folgorazione romantica per una sconosciuta di cui aveva soltanto sentito l’odore e sfiorato la morbida pelle del gomito scoperto. Le mie ricerche mi hanno portato a scoprire fino a che punto la vista condizioni la nostra percezione delle cose, ma soprattutto mi hanno svelato l’esistenza di un mondo fatto di percezioni tattili, odori e suoni, e anche colori (perché la fantasia è colorata!).

Un mondo che fino ad allora credevo fosse fatto solo di buio. Lucia è il risultato artistico di questa mia prima esperienza con il mondo della disabilità visiva.
Sono ben cosciente che si tratta di una disabilità, e che tutti i non vedenti preferirebbero vedere.
So che ogni giorno incontrano mille e uno ostacoli che rendono loro la vita difficile, e anche che essere ciechi in Italia non è la stessa cosa che esserlo in Africa, ma questo è solo l’inizio della mia avventura, del mio viaggio. Con Lucia sono volutamente partito dalla speranza.

Ho scelto di colorare e dare vita al variegato mondo che abita il presunto buio in cui vive un cieco; ho voluto mostrare ciò che possono diventare le cose che ci circondano se chiudiamo semplicemente gli occhi, immaginandole e basta.

Questo è un libro per bambini, un libro che sogna di integrare il mondo dei non vedenti al nostro, che nella disabilità vede solo una diversità. I ragazzi di CBM mi hanno insegnato una parola molto importante, sulla quale si concentrano tutti i loro sforzi: INCLUSIONE, che per me significa condivisione degli spazi vitali fisici e onirici tra persone con disabilità di vario genere, perché la più grande scoperta che ho fatto lavorando a questo libro è che, contrariamente a quanto pensavo, sono disabile anch’io! Il mio tatto, il mio olfatto, il mio senso dell’orientamento, il mio udito e la mia capacità di ascoltare (che non sono la stessa cosa) sono decisamente inferiori a come dovrebbero essere e, a parità di condizioni, di fianco a un cieco sono una persona che ha bisogno di aiuto.

Parte dei ricavati della vendita dei libri, acquistabili anche online sul sito della casa editrice https://www.libri.it/logosedizioni sarà devoluta a CBM Italia Onlus a sostegno dei suoi progetti di lotta alla cecità nei Paesi più poveri del Sud del mondo.

‘Lucia’ di Roger Olmos e ‘Anna dei Miracoli’ di Ana Juan

La mostra è visitabile, fino al 30 gennaio, dal lunedì al giovedì dalle 10:00 alle ore 18:00, e il venerdì e il sabato, dalle 10:00 alle 13:00. Chiusa la domenica e i festivi.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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