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Perfetta Laetitia

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Perfetta Leatitia


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C’è stato un tempo, in cui un illuminato, parlò al mondo del concetto di perfetta letizia.
Gli uomini lo hanno definito santo, per profondo atto di fede, ma quel santo, il poverello di Assisi, Francesco, non era soltanto un santo, bensì uno spirito eletto, che attraverso l’immanenza della natura, era riuscito a bussare alla porta del divino.

Ma in realtà, cosa sanno gli uomini dei santi? Quale conoscenza possono avere degli stessi? Gli uomini si abbandonano alla fede e soltanto se essa è autentica e non edulcorata, possono appena intuire la grandezza di un’anima prescelta.

Il santo non è un’entità divina; egli è un incarnato, che attraverso la propria esperienza umana, nel suo alto e profondo grado di consapevolezza interiore, ha accolto un raggio del “divino” e lo ha messo a disposizione dell’umanità, del prossimo.
Al suo trapasso, il santo, si annovera nel cerchio degli spiriti eletti, degli “illuminati”; ma non è divino.

La perfetta letizia di Francesco esprimeva un concetto di amore estremo, su uno scenario di misericordia e perdono, anteposto a qualsivoglia nefandezza umana, su cui, l’uomo illuminato, nel proprio equilibrio interiore, si eleva al di sopra di ogni male o torto subito, gustando la vera essenza del valore della propria vita. Nulla lo scalfisce; se è completamente disinteressato alla materialità del mondo e in perfetta armonia con la natura e le sue leggi universali.

Dentro di sé, l’uomo riscopre il divino.

Eppure, non è soltanto tramite il percorso di Francesco che può raggiungersi il concetto di perfetta letizia.

Se sovrappongo la tua piccola mano alla mia, il contatto origina luce radiante.

Se guardo i tuoi occhi, per quanto tu possa essere ignara del mondo e di tutte quante le sue brutture, conosci la potenza del divino meglio di chiunque altro. Nel tuo candore, traspare la sua innocenza; nel tuo acerbo cammino è manifesta la sua eterna e antica sapienza; nella tua forma d’infante emerge il calore del suo essere informe, che conduce alla luce.

Così piccola, eppure tanto potente e savia; nessuno, più di te, riesce a penetrare l’invisibile che divide il mondo fisico, da tutti gli altri infiniti mondi.

Nessuno più di te conosce la bellezza del creato e ne porta dentro le misteriche leggi che lo governano.

In te ritrovo la pace che può strapparti via il giorno e che soltanto la notte può restituirti, se ti apri all’infinito Cosmo.

Fuse in te ci sono due gocce di essenze spirituali, che attraverso il ciclo delle generazioni si sono riscoperte, ritrovate e amate.

Sul tuo volto appaiono le analogie fisiognomiche di chi ti ha preceduto, ma che, al contempo, ti ha aperto la strada verso l’umana esperienza.

In ogni tuo gesto riscopro la mia volontà di proseguire questo cammino, tanto incerto quanto periglioso; eppure, con la tua presenza, ogni paura fugge via innanzi alla potenza di un amore unico e incondizionato.

Sei tu per me, la perfetta laetitia del mio vivere in questo mondo, a cui volterei volentieri le spalle, per guardare oltre i suoi limiti e proiettarmi all’infinità del Cosmo.

Eppure tu, con la tua manina sovrapposta alla mia, mi tieni legato al tutto del tuo sconfinato amore, in attesa del tutto, che da te sboccerà.

Alzi la tua piccola mano e guardandomi negli occhi, ne resto assorbito e abbandonato, per la pace che mi infondi e che mi restituisce all’Amore Originario.

Mi accarezzi con una delicatezza simile al respiro di un angelo e poi, farfugliando qualche tua nuova parolina, appoggi, sorridente, il tuo capo al mio petto.

Sei tu per me: “Perfetta Laetitia”.

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".