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Per salire una scala bisogna fare un gradino alla volta

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Scala


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La Bibbia narra di Giacobbe che, durante il suo viaggio, volendo riposarsi dopo il tramonto del sole, prese una delle pietre che stavano per terra e, ponendola sotto la testa, dormì in quello stesso luogo.

In sogno vide una scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo e alcuni angeli che la percorrevano. Alla fine della scala vi era il Signore, che gli diceva:

“Io sono il Signore, il dio di Abramo, tuo padre, e il dio di Isacco. La terra sulla quale ti sei coricato la darò a te e alla tua discendenza”.

Alla mattina, svegliatosi dal sonno e intendendo il potere della pietra che si era posto come guanciale, Giacobbe la alzò, la piantò sulla terra a mo’ di stele e sparse dell’olio sulla sua sommità e disse:

“Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima”.
Genesi, 28

La scala è un simbolo, rappresenta da sempre il collegamento fra cielo e terra, fra morti e vivi, la comunicazione tra Dio e l’uomo, la possibilità di ascendere alle dimensioni sottili.

Lo stesso Buddha scese dal monte Meru utilizzandone una.

Dipinti con le anime degli uomini raffigurate mentre salgono e scendono su una scala sono comuni in opere d’arte illustrative della mitologia indiana.

Nella grotta di Mitra ce n’era una con sette gradini che riproducevano le sette sfere dei pianeti per mezzo delle quali le anime salivano e scendevano.

I maghi della Persia immaginavano che le anime dei defunti dovessero giungere al Sole passando per sette porte di sette diversi metalli, poste sopra una altissima scala.

Nella tradizione islamica, Maometto vide una scala che nel Tempio di Gerusalemme si innalzava fino al Cielo, con gli angeli a destra e a sinistra; sulla scala le anime dei giusti si elevavano verso Dio.

Nella Divina Commedia, Canti XXI e XXII del Paradiso, Dante scrive di vedere, nel cielo di Saturno, una scala d’oro innalzarsi vertiginosamente fino all’ultima sfera celeste, sulla quale salivano le anime dei beati.

Le ascensioni significano sempre trascendere la condizione umana e penetrare in livelli cosmici superiori e distinguono gli iniziati dalla grande massa dei profani.

Sant’Agostino afferma che per i gradi delle varie virtù morali si arriva alla sommità della scala, cioè al Sommo Bene: questo, quindi, è l’emblema che indica la graduale ascesa, ossia il progresso.

E in Massoneria?

L’aumento di salario a Compagno, attraverso l’uso della livella, dovrebbe aver insegnato al Fratello a trasformare la Pietra Sgrossata in Pietra Cubica, aiutandolo a rimontare su di una scala curva di cinque gradini, per trovarsi, appena superato questo ostacolo, di fronte alla scala di sette gradini al cui apice risplende la luce della conoscenza suprema.

Nel cammino iniziatico è evidente l’importanza simbolica assegnata ai gradini della scala utilizzata per ascendere a piani più elevati dell’esistenza umana: dal piano fisico si giunge a quello spirituale.

I pioli, fin dall’antichità, hanno fatto riferimento alla progressione ad un piano superiore, quindi più vicino al divino, al cielo; infatti, la maggioranza dei templi delle civiltà antiche furono edificati a gradini, come le piramidi egizie e centro-americane, le torri mesopotamiche e i templi greci.

L’iniziato è chiamato a percorrere durante il proprio cammino, numerosi viaggi simbolici. Dai quattro elementi costituenti l’essenza di tutte le cose, simbolicamente approfonditi nei quattro viaggi previsti dal rituale di iniziazione, salendo una scala di tre gradini, si intraprendono i cinque viaggi del compagno, riassumendo le tradizioni gnostiche occidentali.

Ogni “stato massonico” è ben descritto da un numero: il tre ed il cinque riassumono l’essenza dell’apprendista prima e del compagno poi. Da Maestro è, invece, necessario comprendere ed applicare la concezione settenaria dell’universo, solo così potremo accedere a tutti i numeri superiori.

Il numero sette ha sempre ricoperto e ricopre tuttora un ruolo importante in molte culture.

Gli esempi della valenza simbolica di questa cifra sono numerosi, vediamone alcuni.

Sette erano i pianeti conosciuti, così come i metalli.

Sette sono i giorni della settimana ed esattamente il tempo necessario a Dio per creare il Mondo.

Sette sono i vizi capitali, i sacramenti cattolici e le virtù: tre teologali, fede, speranza, carità e quattro cardinali, giustizia, temperanza, prudenza, fortezza.

Sette sono le arti liberali.

Sette è il numero buddhista della completezza.

Sette fiamme circondano la divinità pre-vedica Agni, dio del fuoco che incarna le forze della luce, figlio del cielo e della terra.

Sette sono i chakra.

Sette sono le note quale rappresentazione della musica che, regolando il caos, crea l’Armonia nell’universo.

Sette sono le meraviglie del mondo antico e moderno.

Sette sono le lettere indirizzate alle rispettive Chiese da Giovanni nell’Apocalisse.

Sette sono le tinte dell’arcobaleno, ovvero i colori primari dello spettro individuati da Newton, che si basò sulle teorie filosofiche sofistiche.

Il numero sette serviva ad indicare il salto verso il superiore, ciò che va oltre, vista la larga diffusione nel mondo assiro-mesopotamico della base sessanta, il sette è il primo numero per cui non si può dividere in parti esatte la base di tale sistema di numerazione che, a tutt’oggi, utilizziamo per il rilevamento del tempo e delle misure angolari.

Il sette rappresenta l’espressione privilegiata della mediazione tra umano e divino, in quanto somma di tre, trinità divina, più quattro, gli elementi che costituiscono il mondo.

I concetti legati alla simbologia della scala con quella del numero sette, possono assumere innumerevoli significati: la scala delle virtù, delle “arti liberali” e dei pianeti nei misteri mitraici.

In ambito massonico la scala è protagonista nel Rito Scozzese, come ricorda Mariano Bizzarri ne ‘La Scala Misteriosa nel XXX grado del Rito Scozzese’.

Nella camera dell’Areopago, XXX grado del Rito Scozzese, al centro del Tempio, c’è una doppia scala, a libretto, la Scala Misteriosa, composta da sette gradini per lato. Quelli ascendenti portano i nomi delle sette arti liberali ovvero, dal basso verso l’alto: Grammatica, Retorica, Logica, Aritmetica, Geometria, Musica e Astronomia; sul versante discendente i gradini portano dall’alto verso il basso i nomi di Prudenza, Impegno, Lavoro, Fede, Dolcezza, Purezza e Giustizia. Sul primo montante compare la scritta «amore del prossimo»; sul secondo «amore dell’Eccelso».

La volontà di salire ad un piano più elevato riproduce il cardine stesso dell’essere Massoni: il perfezionamento è possibile solamente seguendo la via verso la “luce”, una strada «in salita», caratterizzata da piccoli passi in avanti, in ascesa!

Il Fratello Giuseppe Mazzini, in ‘Dal Concilio a Dio’, 1870, scrive:

Noi vediamo negli angeli l’anima dei giusti che vissero nella Fede e morirono nella Speranza. Nell’angelo custode ed ispiratore, l’anima della creatura che più santamente e costantemente ci amò, riamata, sulla terra, ed ebbe per ricompensa la missione o la potenza di vegliare su di noi giovandoci: la Scala fra terra e cielo, intraveduta in sogno da Giacobbe, rappresenta per noi la doppia serie ascendente e discendente delle nostre trasformazioni sulla via dell’iniziazione all’Ideale divino, e delle influenze benefiche esercitate su noi dagli esseri cari che su quella via ci precedono.

Concludo riportando le parole di un altro celebre Fratello:

Per fare il primo passo non hai bisogno di vedere tutta la scala.
Martin Luther King

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.