Il significato polimorfo del simbolo della palma ha fatto sì che venissero date diverse interpretazioni a questa pianta, dai riferimenti alle Sacre Scritture ai significati pagani.
Di certo è indice di lealtà e rigenerazione.
Quella stessa palma che appare secca e morta improvvisamente rifiorisce, quasi a voler ricordare la rigenerazione, e ci insegna che esiste una seconda vita, una seconda opportunità.
Anticamente, era legata al dio Apollo, come segno di luce e di resurrezione, e veniva chiamata Phoenix, lo stesso nome del mitico uccello.
Per i romani divenne emblema di vittoria, in particolare militare, fino a diventare insegna anche per coloro che vincevano gare durante i giochi olimpici.
Maestosamente bella, rappresenta le prime credenze mistiche dell’uomo, forse per le sue molteplici e varie caratteristiche: è capace di resistere ai venti provenienti dal mare, se si trova sulle coste, e alle cocenti correnti del deserto; ma, soprattutto, può riprodursi sotto tutti i climi e ha un fusto sempreverde.
Inoltre, fornisce legno per costruire, le sue foglie diventano preziosi papiri e i suoi frutti donano tutti i nutrimenti essenziali per la sopravvivenza.
Lì dove l’uomo non è riuscito a coltivare nulla, essa è capace di germogliare, crescere e fiorire, tanto che è sopravvissuta alle grandi catastrofi geologiche del nostro pianeta.
Assieme all’ulivo e all’alloro, la palma, attraverso la sua simbologia, è stata in grado di interiorizzare il concetto trascendentale e felice di resilienza, immortalità, gloria, forza, vittoria, civiltà, letizia, fecondità e giustizia.
Il giusto fiorirà come la Palma.
Salmo XCI-12
Si piega e non si spezza, anzi, fa di più; una volta liberata dal peso che l’ha incurvata, torna eretta come prima.
Il Vangelo di Giovanni narra che, la domenica delle palme, la gente acclamò l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, seguendolo con i rami di palma inneggiando:
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del signore.
(C.V.12,13)
La palma, in questo Vangelo, indica la vittoria di Cristo sulla morte e la sua resurrezione.
L’incitamento rivolto a noi Massoni, in questo giorno è quello di portare pace prima in noi stessi e poi nel mondo. Come?
Avvicinandoci alla conoscenza del sé, indagando da dove veniamo, cosa siamo e dove intendiamo andare. Questo momento di profonda riflessione ci servirà, poi, per rinascere, ancora una volta, dalle nostre ceneri e in una versione migliore.
Dobbiamo imparare a considerare l’entrata di Gesù in Gerusalemme come l’accesso del profano nel Tempio, con la stessa consapevolezza di essere pronti a morire per poi rinascere. L’ingresso di un nuovo fratello porta difatti sempre più mattoni per la costruzione del Tempio a cui tutti lavoriamo costantemente e incessantemente per una vita intera.
La domenica delle palme dev’essere vissuta come un invito a rinnovarci ogni anno:
Perché di tutti gli alberi, questo solo produce un nuovo ramo a ogni novilunio, così che nei dodici rami l’anno è completo.
I Geroglifici 1,3
Ritiriamoci in questo Tempio morale e rigeneriamoci, perdiamoci nei ricordi che albergano dentro di noi, riscopriamo la potenza della Parola, il calore umano, riequilibriamo la ragione, convogliamo l’energia in azione, riscopriamo l’amore per noi stessi e verso il prossimo. Diamo ad ogni cosa il giusto peso e il giusto posto.
Associamo alla palma il simbolo del giusto, che, radicato nella Parola, si innalza in alto, verso Dio:
Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità.
(cfr. Salmo 92,13-16).
Autore Rosmunda Cristiano
Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.