Una delle più importanti opere d’arte e di architettura del Rinascimento italiano celebra l’anniversario rilanciando la sua vocazione a luogo di ispirazione, formazione e creatività con una nuova veste e importanti appuntamenti espositivi
Riceviamo e pubblichiamo.
Cinquecento anni fa due giovani uomini, il venticinquenne Gonzaga e il circa trentenne Giulio Romano, lasciano scaturire un’utopia artistica e politica, un’agenda culturale destinata a cambiare la storia dell’architettura e della pittura.
Oggi Palazzo Te si istituisce come un luogo capace di ispirare sogni, visioni, creatività. Un luogo che da cinquecento anni è dedicato al ‘dare inizio’.
Con queste parole il Direttore della Fondazione Palazzo Te, Stefano Baia Curioni, spiega lo spirito con cui l’istituzione mantovana si appresta a celebrare il Cinquecentenario di questo luogo straordinario anche per la capacità di continuare a parlare al presente e di guardare al futuro.
Realizzato a partire dal 1525 e concluso entro il 1535, luogo di corte, di intimità e di festa, il palazzo ospita per due volte l’Imperatore Carlo V e, per la sua magnificenza, accompagna la nomina del Gonzaga a Duca.
La sua architettura, intercalata alla pittura e alla letteratura, disegna un luogo in cui le drammatiche trasformazioni politiche del tempo si rispecchiano in un’agenda umanistica e politica.
In questo Palazzo/Wunderkammer l’omaggio all’antico e la reverenza per il Gonzaga si intrecciano in uno spartito colto e raffinatissimo di rimandi letterari e mitologici, in cui spiccano due esempi immortali della grandezza di Giulio Romano: la camera con la favola di Amore e Psiche, e quella dedicata alla Caduta dei Giganti.
Il tema delle Metamorfosi ovidiane e delle meraviglie ha animato la realizzazione di questi capolavori inscindibilmente legati a Palazzo Te nell’immaginario collettivo: non poteva dunque non essere centrale anche nell’aggiornamento del suo percorso di visita, che vedrà per la primavera del 2025 il riallestimento delle prime sale con una revisione della narrativa.
Il ‘perno’ fornito dalle Metamorfosi si arricchirà ulteriormente di alcuni capolavori del Rinascimento – in prestito da Museo del Louvre, l’Albertina di Vienna e Uffizi – in un percorso curato da Claudia Cieri Via e studiato per intessere dei contrappunti in dialogo con il patrimonio di Palazzo Te.
Momento apicale delle celebrazioni sarà il progetto espositivo di Isaac Julien atteso per l’autunno 2025 e curato da Lorenzo Giusti. Dopo aver esposto in tempi dell’arte contemporanea come il Museum of Modern Art di New York, 2013, l’Art Institute of Chicago, 2013, il Museum of Contemporary Art di San Diego, 2012, e il Centre Georges Pompidou di Parigi, 2005, e aver ricevuto il premio Semaine de la Critique al Festival di Cannes, l’artista britannico presenta a Mantova un’opera originale realizzata proprio a Palazzo Te che interroga il tema delle Metamorfosi nel contemporaneo, in assonanza con Giulio Romano.
Noto per il suo lavoro multidisciplinare che approda a potenti narrazioni visive con installazioni cinematografiche multischermo, Isaac Julien inaugurerà i nuovi spazi delle Fruttiere.
Il Cinquecentenario è anche l’occasione per una serie di nuovi allestimenti per eventi, parallelamente a diverse rifunzionalizzazioni degli spazi e una nuova illuminazione dell’Esedra in primavera.
Per l’autunno è invece previsto l’allestimento di tre aule seminariali destinate a proposte formative volte a potenziare ulteriormente le attività didattiche ormai consolidate attraverso l’esperienza della Scuole di Palazzo Te.
Un percorso di appuntamenti e aggiornamenti che riserverà altre sorprese e che intende confermare Palazzo Te quale punto imprescindibile nella mappa tanto dell’arte classica quanto di quella contemporanea, luogo di promozione di un pensiero in continuità con la sua storia, votato all’inesauribile forza della creatività.