Trasgressori sanzionati con un verbale di 5 mila euro e prodotti commercializzati sequestrati per essere poi distrutti
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.
Nel mese di gennaio 2021 le attività di controllo eseguite dagli Agenti della Polizia Locale di Napoli, appartenenti alla U.O. Tutela Ambientale, hanno portato alla individuazione di nuovi importanti centri di commercializzazione all’ingrosso dei c.d. shopper illegali, ossia le buste della spesa non biodegradabili e non compostabili.
Tre i sequestri effettuati per un totale di circa centomila pezzi.
Due sono stati eseguiti in due distinte attività di generi al dettaglio operative nella zona collinare mentre, nella zona industriale, è stato individuato in un grande capannone, un deposito per la vendita all’ingrosso il cui gestore serviva un grande portafoglio clienti.
Tutti i trasgressori sono stati sanzionati con un verbale di 5 mila euro e hanno visto il sequestro dei prodotti commercializzati finalizzato alla distruzione.
Nell’ottica della prevenzione dell’uso dei sacchetti in plastica dannosi per l’ambiente, l’unità specialistica della Polizia Locale di Napoli, conduce assiduamente ispezioni presso rivenditori, al dettaglio e all’ingrosso i quali talvolta distribuiscono prodotti artatamente falsificati che, seppur in plastica, riportano tutte le indicazioni di conformità ingannevoli per l’ignaro utente finale.
Il Ministero dell’Ambiente ha recentemente istituito, con decreto n.284/2020, il Consorzio Nazionale per il riciclo degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, il BIOREPAK che, fra le altre funzioni, partecipa fattivamente alle azioni di contrasto alle illegalità del settore.
La collaborazione tra il neo nato Consorzio e la Polizia Locale di Napoli ha fatto da subito registrare apprezzabili risultati che, nonostante il periodo di pandemia, hanno portato all’accertamento di numerose violazioni e all’esecuzione di grossi sequestri, applicando la sanzione pecuniaria prevista dal Codice dell’Ambiente, art. 226 bis, che va da un minimo di 2500 euro a un massimo di 25mila euro.
La sanzione può però arrivare fino a 100mila euro laddove la merce posta in commercio e sequestrata sia tale da far considerare l’aggravante dell’ingente quantità.