I lavoratori denunciano pregiudizi sistemici e linguaggio razzista da parte del personale senior
L’organizzazione “Amnesty International” avrebbe una cultura del privilegio dei bianchi con episodi di razzismo. È quanto si legge in un articolo del quotidiano britannico “The Guardian” che si basa sulle denunce del personale di tale ONG.
Il personale senior è accusato di comportamenti micro-aggressivi quando sono a contatto con i colleghi di colore. Otto tra attuali ed ex dipendenti di Amnesty International UK, AIUK, hanno descritto le proprie esperienze di discriminazione e rilasciato una dichiarazione, invitando le figure di alto livello dell’organizzazione a dimettersi.
Uno dei testimoni, Katherine Odukoya, ha dichiarato:
Ci siamo uniti ad Amnesty sperando di fare una campagna contro le violazioni dei diritti umani, ma siamo rimasti delusi.
I rappresentanti di entrambi i rami dell’organizzazione per i diritti umani con sede nel Regno Unito si sono scusati e si sono impegnati a apportare modifiche. La revisione interna presso la segreteria internazionale di Amnesty, creata a seguito del movimento Black Lives Matter, ha registrato molteplici esempi di lavoratori che denunciavano presunti atti di razzismo.
Nel giugno dello scorso anno il Consiglio internazionale di Amnesty International ha inviato un’e-mail al personale parlando del movimento Black Lives Matter e del razzismo. Nel citare l’uccisione di George Floyd, ha affermato che il razzismo è stato codificato nel “modello organizzativo” dell’ente. Il Consiglio ha proseguito informando il personale che avrebbe avuto luogo una revisione indipendente delle dinamiche interne all’organizzazione.
In una dichiarazione congiunta, sei ex dipendenti e di AIUK due attuali hanno chiesto le dimissioni del Direttore, del senior management team e del Consiglio.
Autore Redazione Arabia Felix
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