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‘Oltre il tempo’ al Centro Santa Maria del Carmine

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Guillaume Rossignol, Oltre il tempo


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Le opere di Guillaume Rossignol in mostra dal 5 novembre al 4 dicembre a Roma

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 5 novembre 2022 alle ore 18:00, inaugura presso le Sale del Centro Santa Maria del Carmine a Roma la mostra personale ‘Oltre il tempo’ di Guillaume Rossignol, con il patrocinio del Municipio I Roma Centro, dell’Institut Français e in collaborazione con il Movimento dei Focolari.

In mostra una serie di opere pittoriche – paesaggi e figure – che indagano il modo di percepire il tempo: la stessa realizzazione delle opere, alcune delle quali ha richiesto oltre venti anni di lavoro, è proprio una riflessione sul rapporto tra l’artista e la dimensione temporale odierna, accelerata, tanto da privare la creazione artistica di un elemento fondamentale, il tempo.

Le scene ritratte da Rossignol, temporali ed ipnotiche, invitano l’osservatore a cercare una risposta introspettiva e a intuire che vi è molto altro oltre il tempo.

Come scrive Mario Dal Bello nel suo testo ‘Il viaggio nell’essenziale di Guillaume Rossignol’:

Il suo è un linguaggio piano, denso, allusivo. Alberi, vallate, ritratti: sono visioni o esplorazioni?

Sono entrambe le cose e molto di più. Sono visione, incantamento, viaggio nell’essenziale, fascino del mistero.

Nel meraviglioso albero d’ulivo che si sfrange e quasi si liquefà al vento notiamo la pittura di macchia, acquerellata che dissolve le forme per cavarne l’essenziale.

Nei ritratti che emergono dall’ombra oppure da un disegno ombreggiato cogliamo l’umanità.

Nelle mani di Guillaume o meglio nel suo pennello cogliamo di fatto una autentica spiritualità della natura, nel senso che Rossignol individua la corrente vitale che attraversa la creazione – uomini e donne compresi – e la eleva trasfigurandola nella luce.

Di qui la morbidezza densa nel modellato dei visi ma anche nei panorami che fa ricordare – non a caso – il mondo di Giorgione. Al grande pittore veneto Rossignol si avvicina per la delicatezza, l’amore per le tinte sfumate, il senso di qualcosa che va oltre il tempo.

È un incantamento quest’arte che sembra nutrirsi di infinito, e di musica. E suscita ammirazione la scelta di vivere lontano dal frastuono cittadino o della celebrità – anche se le sue opere sono in giro per il mondo – per concentrarsi su quella parola che forse esprime al meglio chi sia Guillaume: poesia.

Mentre Pier Luigi Berto ne ‘La spina della pittura’:

Guillaume non dipinge affatto soggetti dalla realtà in modo naturalistico, non dipinge da foto, anche se non disdegna le sedute, dal vero, ‘en plein air’ con disegni e acquerelli, ma dipinge a ‘memoria’ e, dipinge lento, meditando, ‘velando’ di continuo.

Se si guardano le sue opere di lato, per osservare più attentamente la superficie del dipinto, si vedrà che non è regolare e, in corrispondenza, soprattutto del volto, altro tema affrontato dal ‘nostro’, c’è un avvallamento, risultato del metodo adoperato, dell’estenuante ricorso alla velatura.

E Mario Nocca nel testo ‘Giorno dopo giorno nella Pittura: il voyage d’Italie di Guillaume Rossignol’ evidenzia il fulcro della ricerca dell’artista francese:

Rossignol risponde con i suoi acquerelli, in cui la tecnica è messa al servizio delle trasformazioni della materia: immagini leonardesche, in cui un paesaggio alpino e uno toscano, allo stesso modo, sono ritratti con felicità visionaria ‘nella forza operosa che li affatica’, restituiti come Natura naturans.

O con i superbi ‘Ulivi’, che ridanno l’essenza dell’albero più diffuso qui in Sabina, vibrante nei ceppi divergenti, tremolanti di colore, e che di verde impregnano il cielo.

È chiaro il nucleo della sua poetica: Guillaume attraversa la tradizione, della pittura ad olio come del disegno, col desiderio di elaborare con il suo linguaggio una visione ‘differente’, che parli a noi, oggi.

I suoi dipinti impongono a chi guarda l’abbandono della fretta, del tempo a brandelli in cui ogni cosa (immagini in testa) si consuma nel quotidiano.

Catturati in un’atmosfera rarefatta, sospesa, di fronte a questi dipinti siamo costretti a rallentare, a depositarci nel tempo lungo che l’opera ha imposto al suo artefice, cercando risposte agli interrogativi che quelle visioni ci pongono.

All’inaugurazione, oltre all’artista, interverrà Mario Dal Bello, giornalista, scrittore e critico d’arte.

Durante il periodo della mostra sono in programma eventi di approfondimento: nei giorni 6, 27 novembre e 4 dicembre la mostra ‘Oltre il tempo’ si muove nel tempo delle ‘Sei Suites per Violoncello solo’ di Johann Sebastian Bach, interpretate dal violoncellista Giordano Antonelli, nel progetto ‘Bach to the Future’: una simbologia remota percorre i sei capolavori, suddivisi in tre ‘stazioni – concerti’, un viaggio nel mistero dell’Ars Perennis di Bach.

Per prenotare i concerti: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-bach-to-the-future-concerti-sei-suites-bach-per-violoncello-446000909727

Bach to the Future
Giordano Antonelli, Violoncello
J.S.Bach
Sei Suites a Violoncello solo senza Basso
Suite 1 BWV1007: Hortus Paradisius
Suite 2 BWV1008: Expulsio
Suite 3 BWV1009: Verbum caro factum est
Suite 4 BWV 1010: Passio
Suite 5 BWV 1011: Mors
Suite 6 BWV 1012: Resurrectio

Biografie

Guillaume Rossignol nasce a Parigi nel 1971. Inizia a dipingere all’età di 17 anni, quando rimane colpito dalla potenza espressiva di un autoritratto di Van Gogh. Frequenta i Cours du soir presso la Ville de Paris, dove studia disegno con il pittore Remi Aron. È in questo periodo che inizia a dipingere paesaggi, ispirato dalla campagna circostante la capitale francese.

Il suo lavoro, inizialmente segnato nel profondo dall’Impressionismo, viene in seguito influenzato dalle opere di Matisse, Picasso e dalle avanguardie del Novecento. Durante un viaggio a Firenze, gli affreschi di Masaccio rappresentano per lui una nuova rivelazione.

Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove studierà per due anni, per approfondire le opere del primo Rinascimento italiano. In Toscana frequenta anche il mondo del restauro, che gli permette di comprendere meglio le possibilità e i limiti delle diverse tecniche pittoriche.

Di ritorno in Francia svolge il suo servizio militare come obiettore di coscienza nelle comunità Emmaus fondate dall’Abbé Pierre. Trascorre un anno a Budapest, dove studia l’Anatomia artistica con il maestro Kiss Tibor presso l’Accademia di belle Arti. Successivamente frequenta i corsi di morfologia di Jean-François Debord all’École des beaux-arts di Parigi.

In Francia inizia una serie di quadri a cui lavorerà per oltre vent’anni. Nel 2005 si trasferisce in Sabina, dove attualmente vive con la sua famiglia. I suoi lavori sono presenti in Europa e negli Stati Uniti.

Giordano Antonelli ha compiuto studi di prassi esecutiva della Musica Antica e Violoncello Barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis di Basilea, nella classe del M° Christophe Coin. Dal 1998 al 2003è stato 1° Violoncello Solista dell’Orchestra Sinfonica di Granada (OCG, Spagna), realizzando registrazioni discografiche con Harmonia Mundi France, e tournèe concertistiche in Spagna, Francia, Germania, Belgio, Austria, USA.

Giordano Antonelli ha ricoperto il ruolo di 1° Violoncello Solista e continuista presso l’Orchestra del Theatre Royale La Monnaie – Bruxelles, Orquesta Ciudad de Granada, Orchestra Barocca di Sevilla, I Fiati di Parma, la Kammer Orchester Basel, Neues Orchester Basel, Orchestra Barocca di Granada, Prague Mozart Orchestra, Gustav Mahler Jugend Orchester (tutti); suonando come 1° violoncello al fianco di direttori come C. Hogwood, G.van Waas, G. Antonini, B. Sargent, F. Brueggen, F.Biondi, K. Ono, P. Herreweghe, C. Abbado.

Attivo soprattutto nell’interpretazione e lo studio filologico del repertorio Barocco e Classico (1650 – 1750).

Il primo Violoncello Solista dei Berliner Philharmoniker, L. Quandt ha scritto di lui:

… he is one of the rare musicians, who are able to create links between active musicians and music scientists as well as to build up and to leed ensembles who perform ‘directly from the archieves’.

Suona frequentemente con un Violoncello Piccolo a 5 corde, largamente utilizzato nel XVIII secolo, per il quale ha realizzato un approfondito studio filologico e di repertorio (Paolo Castello, Genova, 1793); con il Violoncello Piccolo a 5 corde realizza inoltre la direzione dell’Ensemble Musica Antiqua Latina.

Bach to the future