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‘O mistero buffo al Centro polifunzionale Ciro Colonna

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'O mistero buffo - ph Arianna Ricciardi
'O mistero buffo - ph Arianna Ricciardi


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In scena il 3 novembre a Napoli nell’ambito della rassegna ‘CuciNights’

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 3 novembre, ore 21:00, la rassegna ‘CuciNights’ presso il Centro polifunzionale Ciro Colonna, via Curzio Malaparte, 42, del quartiere Ponticelli a Napoli prosegue con ‘O mistero buffo, produzione di Vernicefresca Teatro e La Bottega del Sottoscala.

Nicola Mariconda rielabora e interpreta ‘Mistero buffo’, il testo di Dario Fo a cura di Franca Rame, in una originale riscrittura in dialetto campano e lombardo/veneto.

La partecipazione allo spettacolo è gratuita con un aperitivo offerto al pubblico. È prevista inoltre una degustazione di piatti della tradizione, a prezzi popolari, rivisitati dalle cuoche di CuciNapoli Est, cucina sociale nel cuore del quartiere.

L’iniziativa è promossa dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto ‘Affabulazione’ e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.

Per info e prenotazioni:
335-5432067 e al link https://forms.gle/1Nu1M7SJ762p2pKE8

‘O mistero buffo di Nicola Mariconda ritrova il filone narrativo/teatrale che Dario Fo ha lanciato negli anni 60. La scena è nuda e le parole e l’affabulazione la fanno da padrona, attraverso una danza grottesca di bizzarri personaggi, con voci e suoni di dialetti vicini, dialetto campano, e lontani, dialetto lombardo/veneto, e l’uso del grammelot, lingua onomatopeica usata dai giullari e dagli attori della Commedia dell’Arte.

Nelle tre giullarate ‘La Nascita del Giullare’, ‘Il Cieco e lo Storpio’, ‘Il Primo Miracolo di Gesù Bambino’, che compongono la riscrittura, vengono ripresi i temi centrali dell’intera opera: la presa di coscienza dell’esistenza di una cultura popolare, la condanna diretta dell’abuso di potere e il riconoscimento della dignità del lavoratore e dell’essere umano.

Sono argomenti che prendono vita in una particolare situazione sociale e politica come quella degli anni 60 e che nella condizione attuale tornano con rinnovata urgenza.

A proposito dello spettacolo, il regista e interprete dichiara:

Ho provato a pensare a due cose mentre giocavo a tradurre: la prima è di non scadere nell’imitazione di Dario Fo.

È impossibile cercare di fare Mistero Buffo come lo faceva lui. Sembrerebbe voler imitare Fo, e in un certo senso, scimmiottare la sua opera; la seconda è cercare di fare mio quel suo linguaggio usando il dialetto che più mi appartiene, il dialetto campano, a partire da quello irpino arcaico, a quello napoletano e casertano alternandoli con altri suoni e linguaggi.

La potenza di Mistero Buffo è nel messaggio che comunica e nella forza delle parole, che suscitano immaginazione e creatività in chi ascolta.