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Non fiori, ma posti di lavoro



Serata tiepida, piacevole, appena archiviata la festa dei defunti non ti aspetti di trovare gente che sta celebrando un funerale in pieno centro, in piazza Municipio, proprio di fronte all’ingresso di Palazzo San Giacomo per l’esattezza. Il funerale del lavoro.

Lumini accesi, manifesti funebri, croci disegnate e persino la sagoma di una bara di cartone.  A morire è il lavoro, ancora una volta, e una volta di troppo è a causa delle Istituzioni assenti, quelle stesse Istituzioni che dovrebbero invece proteggerci, supportarci, tutelarci. Comune, Regione e Provincia sono ugualmente responsabili della situazione dato che la società Bagnolifutura è del 90% del Comune, 7,5% Regione e 2,5% Provincia di Napoli.

I 53 lavoratori di Bagnolifutura con grande dignità non chiedono altro che il sacrosanto riconoscimento dei propri diritti, che il sindaco li reintegri, mantenendo le promesse fatte da ormai troppo tempo per la loro ricollocazione in altre società. Si, perché sono ben 9 mesi che 53 famiglie sono senza soldi, non ricevono stipendio e sono senza cassa integrazione, da quando la società, in liquidazione da febbraio, dopo una lenta agonia, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli il 29 maggio 2014.

La società di trasformazione urbana che dal 2002 si è occupata del progetto di riconversione dell’area di Bagnoli era già in crisi da tempo: un passivo di oltre 250 milioni di cui 60 milioni di debiti verso Fintecna Spa.

A fallire non è stata solo una STU, cosa in sé già gravissima, ma l’intero progetto di rilancio dell’area ex Italsider di Coroglio, troppo lentamente e faticosamente portato avanti, che ha lasciato incompiute opere realizzate con fondi pubblici e la bonifica stessa dell’area.

Parliamo con Luca Napolano, rappresentante Rapporti con la stampa e con Emanuele Del Guacchio, RSU FIOM CGIL. Il loro presidio mattutino in pianta stabile dalle 10, all’incirca da tre settimane: trombe, altoparlanti, fischietti per protestare e per attirare l’attenzione sul gravissimo problema. “Non fiori, ma posti di lavoro” si legge sul manifesto funebre, e ancora “Le famiglie dei lavoratori ringraziano le istituzioni per aver compiuto questo scempio”.

In questi giorni stanno protestando con i manifesti più disparati, il tutto per sollecitare l’opinione pubblica, ma soprattutto pretendere, a giusta ragione, una presa di posizione da parte di De Magistris. Il presidio continuerà finché la situazione non si sbloccherà.

E domani si ricomincia…sempre alle 10, sempre davanti Palazzo San Giacomo!

 

 

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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