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‘Nijinsky, il buffone di Dio’ al Nuovo Teatro Sancarluccio

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'Nijinsky, il buffone di Dio' - ph Davide Benedetto
'Nijinsky, il buffone di Dio' - ph Davide Benedetto


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In scena dal 4 al 5 giugno a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 4 giugno, ore 21:00, e domenica 5 giugno, ore 18:00, presso il Nuovo Teatro Sancarluccio, via San Pasquale 49, a Napoli, andrà in scena lo spettacolo ‘Nijinsky, il buffone di Dio’ di Antonio Mocciola e Diego Sommaripa, con Andrea Cancelliere, Clara D’Afflitto Morlino e Francesco Giannotti, regia Diego Sommaripa, drammaturgia musicale Gianluigi Capasso, movimenti scenici Ilenia Valentino.

Il ballerino che ha cambiato la storia della danza e il rapporto morboso ed ossessivo con il suo impresario e dominus. Tra di loro, una donna di troppo, decisiva nella rottura tra i due uomini, seguita dal precipitoso declino del genio di Kiev, e dalla precoce morte del suo mentore.

‘Nijinsky, il buffone di Dio’: Un Viaggio lancinante, dark, di liquida e onirica follia.

Imprigionato e ostacolato nei movimenti, pur aggraziati, pur disperatamente vitali, l’infelice étoile rivive come in un disperato autodafé i passi, danzati e non, che lo hanno portato dalla fama alla fame, con una presa di coscienza a tratti lucida, a tratti ferinamente inconsulta.

E il cervello trapanato da una sola ossessione: fare fuori l’ingombrante immagine del suo padre-padrone, Djagilev, dalla sua mente oppressa e malata. Tra rabbia, malinconia, gioia estatica, poesia, dolore, strazio, angoscia ed infantile slancio, si consuma un’esistenza devota e irrequieta, destinata – come sempre accade nei casi geniali – a durare poco. Troppo poco.

Sullo sfondo la figura mistica e disperata della moglie Romola de Pulszky; un passo a due morboso la loro vita, una partita a scacchi, senza nessun vincitore.

Il Nijinsky di Antonio Mocciola e Diego Sommaripa è una bestia alle corde, che cerca disperatamente di danzare nonostante le ferite, le inibizioni, le corde che zavorrano il corpo indifeso dell’attore, e che pure, allo stesso tempo, lo proteggono. Così fu Vaslav, animale libero nell’anima, schiavo nel cuore.

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