Oli, acquerelli, tecniche miste e tavoli in resina in mostra dal 14 al 28 agosto a piazza Risorgimento
Riceviamo e pubblichiamo.
Dal 14 al 28 agosto nello spazio eventi di Amandola (FM) si terrà la personale di pittura dell’Artista Nicola Convertino; tante le nuove opere dell’Artista che da tempo spazia tra il figurativo moderno e l’informale, sempre alla ricerca di nuove tecniche e nuove tematiche da proporre.
Convertino è figlio d’arte, la madre, modella in arte è stata una grande pittrice, ma ‘Anna’ è rimasta nella storia dell’arte per aver posato per i più grandi pittori e scultori di questo secolo: da Emilio Greco a Guttuso, Purificato, Trubbiani, Manzù, Montanarini, Remo Brindisi e tanti altri.
Nicola, fin dall’età di 5 anni, seguendo la madre nelle migliori accademie d’Italia, apprendeva tutte le tecniche pittoriche che questi grandi maestri insegnavano agli studenti, pertanto, anche senza volerlo, ha acquisito tecniche, fantasie e tutta la creatività che scaturiva dalle menti sia dei maestri che degli allievi.
Una scuola immensa che ha forgiato la mente e ha guidato le mani del giovane artista e lo ha portato dolcemente verso una visione globale dell’Arte a 360 gradi.
Ma ciò non è bastato, il Convertino ha inglobato all’arte anche i concetti, la cultura, ha studiato in maniera convulsa tutto ciò che si poteva studiare, frequentando l’Università di Geologia, poi quella di Biologia, scrive libri, si documenta in maniera manicale di tutti i misteri che da sempre circolano nel pianeta.
Il padre architetto e miniaturista del Vaticano gli ha trasmesso nel DNA la voglia di sapere, la voglia della ricerca, ciò lo ha portato a inserire nelle sue opere dei concetti forti, dovuti a questa sua continua ricerca della verità.
Nelle sue opere quindi non ci dobbiamo sorprendere se si alternano momenti fortemente apocalittici a momenti di pura beltà, dove le donne fanno da sfondo ad un mondo quasi irreale, fiabesco.
La donna per il Convertino rappresenta l’inizio e la fine di tutto; a volte è Lilith a volte è la Maddalena a volta è una strega ammaliata dai gatti.
Gli occhi li dipinge con delle ciglia lunghissime quasi a simboleggiare una natura aliena, una natura che allunga le sue propaggini all’infinito alla ricerca di un’altra dimensione dove mettere le radici.
In realtà, tutto ciò è simile alla sua natura di ricercatore, sempre volta a scoprire nuovi mondi da esplorare, nuove verità su cui investigare, nuove dimensioni dove ritrovare l’altra parte di se, un altro Nicola, diverso ma nel contempo sempre radicato a se stesso.
Lui allunga le ciglia verso l’ignoto ma le radici rimangono in questa dimensione, cerca delle risposte dal futuro ma gli piace rimanere ancorato al presente. In Amandola avremo modo di scoprire una parte del suo mondo, quello fantastico, filtrato attraverso gli occhi di un bambino.