Site icon ExPartibus

‘Nero al neon’ a Castel dell’Ovo

'Nero al neon'


La personale di Claudio Carrino in mostra dal 15 al 22 giugno a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 15 giugno, ore 12:00, presso Castel dell’Ovo, Sala delle Terrazze, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli si inaugura ‘Nero al neon’, personale di Claudio Carrino. Resterà aperta fino al 22 giugno. In mostra un ciclo di dipinti ad olio di medie e grandi dimensioni, tutti recenti.

Varietà di accenti e coerenza artistica caratterizzano nel tempo l’opera di Claudio Carrino, che a partire dagli anni Settanta ha percorso un suo personalissimo e meditato itinerario
pittorico… è pervenuto nelle opere più recenti ad esiti di felice trasfigurazione lirica dei dati sensibili

scrive Enzo Pagano nel catalogo, inaugurato dal testo di Massimo Tartaglione, per il quale:

L’evidenza della specifica cifra lirico evocativa di queste immagini è fornita appunto da un’alterazione dei rapporti ottici e dimensionali rispetto ad una mera soggezione prospettica che le farebbe ricadere nel genere del paesaggismo tout-court.

È impossibile dire se ci stiamo inabissando in oscure profondità marine o in ancor più freddi spazi celesti, se davanti a noi si svolge lo spettacolo di arcane ed incomprensibili energie cosmiche o se osserviamo una pura forma cristallizzata, se sono rami agitati dal vento quelli che vediamo o il frutto di un’indagine microscopica.

Pasquale Varriale dedica a questa mostra un saggio dal titolo ‘Lo specchio e l’ossimoro
nelle opere di Claudio Carrino’, proponendo una lettura ispirata all’intreccio dell’analisi di Lacan e della linguistica, dove però le figure della retorica non svolgono un ruolo di “ornamento linguistico” ma “rimandano ad una nuova cognitività”.

Le tavole di Claudio Carrino hanno la capacità di produrre un incontro con il reale. Un incontro che si fonda sull’inversione dell’idea ordinaria di apprendere l’opera: non è il soggetto che contempla l’opera, ma è l’esteriorità dell’opera che afferra il soggetto.

Ed ancora:

Scuotono lo spettatore la materia, l’estensione, la sostanza, con il sentire le ragioni, con le ragioni del sentire, con le ragioni dello spazio, con le ragioni del tempo, con le ragioni di fine, con le ragioni di sempre. Il visitatore, immerso in una concreta situazione
umana-storica-artistica, ha l’impressione di potersi ritrovare protagonista/spettatore di
luoghi interni/esterni del vivere/sopravvivere quotidiano.

Ed infine concludendo segnala come:

Quei paesaggi esterni/interni su i quali prima o poi ci fermiamo tutti a contemplare l’orizzonte – ma quale orizzonte? Di dove?, si chiede lo spettatore – sono il luogo di arrivo/partenza di una/tante storie che sentiamo emergere dalle profondità e dalle finestre aperte sulla città vicina/lontana…
e la luna è la sirena che emerge, o scoglio bianco, o scudo, o arcaica maschera tribale che si erge a protezione dei viaggi notturni fra spostamenti consci/inconsci dei nostri impulsi e dei nostri sogni rimossi.

Exit mobile version