Olio su tela, cm.73×44
Chi fu… a compiere l’impresa, in fondo non lo si sa con certezza, se Ercole o Atlante e… se il drago Ladone abbia difeso quei pomi meravigliosi, tutti d’oro, a costo della propria vita, sbuffando fiamme sulfuree, dilatando nell’ira furibonda le narici, oppure non vedendo mai, per lungo tempo, nessun ladro o avventuriero comparire all’Orizzonte… sia andato tranquillamente a fare un giro… per conoscere finalmente come è fatto il Mondo.
Il Mito… si sa… è come un “groviglio” di aurei filamenti… di narrazioni che, alle volte, si sovrappongono e cambiano, trasmutando nelle sembianze e nei nomi, come i suoi stessi “guardiani”, in questo caso, preposti alla custodia di particolari “Doni Celesti”, lasciati poi stranamente sulla terra… come a volerli esporre per tentare il desiderio degli uomini e non portati, invece, nelle olimpiche dimore delle deità alle quali se ne è inteso farne omaggio.
Il Mito sì… rispetto alla storia può essere cangiante ed accrescersi o modificarsi via via nel tempo… anche togliendole spesso il ruolo di educatrice, che sembra non assolvere mai del tutto. Perché l’Immaginario riesce a trarre a sé la parte creativa dell’Uomo piuttosto che l’accettazione di realtà ineluttabili.
Ricordo che mio nonno, seduto accanto al camino, alla mia richiesta di ripetermi una “storia” me la raccontava sempre in maniera diversa… arricchendola di ulteriori particolari.
La Fantasia non ingombra… gonfia uno spazio per predisporlo alla Conoscenza… è il suo stimolo… la sua avanguardia.
Il Mito è prima, durante e dopo… la storia reale, invece, quando nei rari casi è veritiera, è il prima ed il presente… ma per essere Futuro ha necessità d’essere Visione.
Penso all’Uomo Narrante! Ed a guardare indietro lo rivedo “mio nonno” assettare il fuoco del camino e “aggomitolare”, con la sua sempre rinnovata narrazione il filo aureo… accattivante, anche del mio Sogno di uomo futuro!
Tutto ciò riportato all’analisi di questa mia visione… crea, via via, delle varianti. Proprio come nelle narrazioni che si tramandano…
Atlante, che, sollecitato da Ercole a prendergli i pomi per espletare la sua ennesima “fatica”, gli lascia sulle spalle la Volta Celeste, è tra questi… e, forse, anche lui come Ladone se ne sarebbe andato volentieri a spasso, se il forzuto semidio non avesse trovato ancora un altro brillante “escamotage” per “rifilargli” di nuovo la sua titanica condanna.
Le vedo interfacciarsi le Esperidi, le gaie e bellissime ninfe… che accolgono nel loro giardino gli eroi di quei tempi avventurosi e… sotto i minacciosi sguardi, gli occhi di brace del drago, mimetizzarsi fra gli arbusti…
In fondo, il loro è anche il giardino dei tanti nascondimenti e delle mutazioni, che, ancora oggi, lasciano interrogativi insoluti che la posterità dei ricercatori delle origini del Mito difficilmente potrà risolvere, perdendosi attraverso le intricatissime e trasmutanti narrazioni… variabili come la vita, come la nostra stessa esistenza?
Sì… le vedo apparire… la mia tela è uno schermo ed il suo orizzonte è in continuità con quello rappresentato come limite reale ed io… ma, forse è il mio pittorico “doppio”… ad essere contemporaneamente fuori e dentro quel “giardino”… pittore pensoso o ammantato viaggiatore, che indaga le geometrie cosmiche proprio lì, ai confini del mondo conosciuto…
Le Esperidi accolgono chiunque riesca ad arrivare in quel luogo sperduto. Sono festose le figlie di Atlante, il Titano ribelle custode dell’Occidente, come il fratello Prometeo lo è dell’Oriente, mentre, dal fitto fogliame del melo, si affacciano le numinose entità degli eroi… quelli meno esperti, che sono rimasti intrappolati nella “ragnatela” del Mito…. perché ognuno che ha sfidato il Cielo… ed ha rubato i pomi, donati ad Era da Zeus, deve lasciare in cambio al posto d’ogni frutto… la propria Animica Essenza, prigioniera… intrappolata, in quelle antichissime radici.
Frutti proibiti… inviolabili giardini… terribili guardiani… sembra di vederlo ancora mio nonno fare finta di dormire, per concentrarsi sulla prossima affabulazione… sotto la cenere tra le braci forse dorme il drago Ladone… ma lui sa tenerlo tranquillo…
Nonno mi racconti una storia?
ed io… sono di nuovo in quel giardino… il “Giardino delle Esperidi”!
Autore Vincenzo Cacace
Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.
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