Forse è vero che la storia si ripete: dopo quasi 50 anni ritroviamo l’occidente o meglio nello specifico la NATO schierata ancora una volta contro la Russia, ma ora le dinamiche sono rese più complesse dall’intervento di nuovi “soggetti”. Il riferimento è ovvio: paesi del medio oriente in particolare gli accordi russo- siriani e la lotta solitaria che Mosca ha ingaggiato contro l’ISIS. Putin ha deciso di iniziare a perlustrare ed attaccare per via aerea le basi del califfato presenti in Siria con l’obbiettivo di indebolire ed evitare l’espansione del califfato. Ma a “frenare” l’entusiasmo russo è intervenuta la Turchia che ha denunciato la violazione del suo spazio aereo da parte di jet russi. In modo repentino è arrivata la reazione della NATO che ha fatto sapere di non voler lasciare da soli gli alleati e si dice pronta ad inviare truppe in sostegno di Ankara. il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha sottolineato che i raid russi costituiscono “ragione di preoccupazione” perché i sovietici avrebbero deciso di sostenere il regime di Bassar afi al-Asad per combattere contro lo stato islamico. Ma la Russia si difende accusando la NATO di utilizzare la violazione dello spazio aereo turco solo come propaganda e puntualizza di voler mantenere buoni rapporti con la Turchia; << le operazioni aeree in Siria contribuiscono, ribadisce Mosca, ad assicurare stabilità e sicurezza nella regione ai confini turchi>>. Nel frattempo anche le truppe inglesi potrebbero intervenire in Siria a fianco di USA e Francia per rendere più efficace la lotta contro il califfato. Notizia che ovviamente non è stata accolta di buon grado da Mosca che ha definito “spiacevole” un eventuale intervento britannico e che risponderà di conseguenza.
Tutto ciò però comunque non offre notizie più precise rispetto agli interventi russi: il premier turco, sulla scia
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.