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Napoli, villa Floridiana, nulla di nuovo sotto il sole d’agosto

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Napoli, via Cimarosa, ingresso villa Floridiana


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Ancora chiuso l’ingresso da via Aniello Falcone con gravi disagi

Riceviamo e pubblichiamo.

A oltre quattro mesi dalla riapertura del parco della villa Floridiana, riapertura avvenuta il 21 aprile scorso, da un nuovo sopralluogo in villa Floridiana si è constatato che nulla è cambiato. La situazione resta del tutto immutata.

A intervenire sulla vicenda è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori, che è sceso in campo più volte, pure con la creazione di un gruppo sul social network Facebook, che conta oltre tremila iscritti, al fine di ripristinare la piena fruibilità del parco borbonico, all’interno del quale si trova anche il museo delle arti decorative Duca di Martina, riaperto di recente dopo una lunga chiusura.

Puntualizza Capodanno:

Già, prima di entrare, nell’emiciclo posto all’ingresso su via Cimarosa, si nota che in diverse fioriere le piante sono totalmente scomparse.

Un approccio certamente poco gradevole anche per i turisti che stanno cominciando a tornare a visitare le bellezze paesaggistiche e ambientali presenti nel quartiere collinare.

Inoltre, in tutto questo tempo, non è stato ancora risolto il problema di consentire l’accesso al parco anche dal cancello di via Aniello Falcone che resta dunque sbarrato, con gravi disagi per tutti quei visitatori che abitano nella parte bassa del quartiere ma anche per coloro che vogliono visitare il museo.

Laddove il problema fosse, come sembra, l’assenza di personale per la guardiania, in attesa di risolvere in maniera definitiva l’annoso problema della mancanza di personale, si potrebbe provvedere distaccando dipendenti di altre strutture che fanno capo alla stessa direzione regionale dei musei della Campania, in modo da tenere aperti entrambi gli accessi del parco, così come avveniva prima dell’ultima chiusura determinata dalla pandemia.

Passeggiando poi lungo i viali si continua a osservare l’oramai consueto, da dieci anni a questa parte, tripudio del grigio delle numerose transenne che limitano l’acceso a buona parte delle aree del parco borbonico, rispetto allo scarno verde presente nelle poche aree disponibili.

Si comincia dalla scala, posta immediatamente a sinistra dell’accesso da via Cimarosa, dove campeggia su una grata metallica un segnale rosso di divieto di circolazione, che impedisce l’accesso a tutta l’area sopraelevata, dopo si trovano il teatro di verzura e l’aiuola destinata ai giochi dei bambini con le giostrine che furono vandalizzate oltre due anni fa e che fino ad oggi non risultano ancora ripristinate.
Intanto, è auspicabile che, nel frattempo, siano proseguiti i lavori indicati sul cartello di cantiere apposto su una delle transenne per la “manutenzione Conservativa Teatrino di Verzura e spazio giochi, con messa in sicurezza dell’area e il ripristino percorsi di accesso; interventi locali di messa in sicurezza; ripristino funzionale delle due fontane monumentali”.

Ben poca cosa, in verità, rispetto a tutte le aree ancora interdette ai visitatori che resteranno tali, anche dopo questi lavori, iniziati il 16 giugno scorso per una durata contrattuale di 90 giorni, la qual cosa comporta che dovrebbero terminare per la metà del mese prossimo.

A conferma il dato che per tali lavori l’importo indicato nel suddetto cartello, escludendo gli oneri per la sicurezza, è di appena €167.198,80. Una somma di molto inferiore a quella annunciata dallo stesso ministero della cultura già oltre due anni fa, pari a due milioni di euro.

In sostanza, i lavori appalti sono per un importo di meno del 10% di quello che dovrebbe essere lo stanziamento previsto per risanare l’intero parco borbonico.

Di conseguenza, dopo oltre dieci anni di degrado e d’abbandono che, a partire dall’anno 2011, hanno visto chiudere di volta in volta la maggior parte dei viali e delle aiuole, non sarà ancora possibile mettere la parola fine alla lunga odissea che ha caratterizzato, nell’ultimo decennio, la vita del parco borbonico, unico polmone a verde pubblico a disposizione dei circa 50mila residenti del quartiere collinare.

Comunque, se e quando il parco della villa Floridiana sarà restituito nella sua interezza all’antico splendore, è auspicabile che sia reso fruibile anche nelle ore serali, attraverso l’organizzazione di eventi e di spettacoli da svolgersi pure d’estate, principalmente nel museo Duca di Martina e nel teatro di verzura, tenendo conto del fatto che, tempo addietro, il parco fu dotato anche di un impianto d’illuminazione, anch’esso da ripristinare.

Così come andrà definita la destinazione dei numerosi immobili che si trovano all’interno del parco, solo alcuni dei quali ancora occupati, che potrebbero essere utilizzati per attività sociali e per ludoteche per i bambini.

Al riguardo Capodanno rinnova la richiesta agli uffici competenti del Ministero della cultura e della Direzione regionale dei musei della Campania, del cui patrimonio fa parte la villa Floridiana, affinché venga data tempestiva e pubblica comunicazione sulle questioni evidenziate, con particolare riferimento a eventuali ulteriori fondi stanziati o da stanziare per la riqualificazione dell’intero parco e per la sua restituzione integrale ai numerosi visitatori.