Dichiarazione dell’Ass. Palmieri
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.
Il Tribunale di Napoli si è espresso contro la possibilità di portare il pasto da casa nella refezione scolastica, ritenendo che al diritto alla “libertà di scelta individuale” del genitore vadano contrapposti altri diritti fondamentali della collettività, anch’essi di rango costituzionale, come il diritto all’uguaglianza e alla salute e la partecipazione a una “comunità sociale, quale appunto quella scolastica (che) impone il rispetto delle regole di convivenza civile”.
Nell’Ordinanza, emanata dalla X Sezione Civile del Tribunale di Napoli, infatti, è stato rigettato il Ricorso d’Urgenza di una mamma, avvocato, del 36° Circolo Didattico ”L. Vanvitelli” co-difesa dal “famoso collega” patrocinatore del cd “panino libero” avv.to G. Vecchione, che a Torino aveva sostenuto la pretesa di poter sostituire la refezione scolastica con un pasto portato da casa, ‘panino’.
La Dirigente Scolastica della Vanvitelli, dott.ssa Ida Francioni, difesa dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Napoli vede cosi riconosciuto dal Tribunale di Napoli il valore formativo della ristorazione collettiva, all’interno del Tempo Pieno, e soprattutto l’importanza del consumo di un pasto igienicamente controllato, che sia condiviso con i compagni e con gli insegnanti, senza distinzioni di ceto o di classe sociale.
Dichiara l’Assessore alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli:
Il giudice, dando ragione alla scuola non solo ha respinto l’urgenza della richiesta, ma ha anche ritenuto, come da sempre sostenuto da questa Amministrazione, che la valenza educativa della refezione non possa essere contestata e soprattutto che la fruizione collettiva dello stesso pasto sia ispirata ai principi di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, che è il valore a cui tutti noi ci riferiamo ogni giorno.
Precisa l’Assessore alla scuola Annamaria Palmieri:
L’aver eccepito l’impossibilità per le scuole di tutelare la salute di tutti in caso di introduzione arbitraria e selvaggia di cibi esterni, è un passo avanti importante che va nella direzione seguita dal Comune di Napoli, come dimostra la recente vicenda della scuola Montale, in cui, non appena sono state rilevate difformità, sono state attivate, senza indugio, tutte le procedure per tutelare la salute degli alunni.
Una posizione che oppone Napoli alla confusione provocata dalla sentenza di Torino in tutta Italia.