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Napoli, addio scudetto



 

Chi si attendeva che gli uomini di Benitez avrebbero archiviato la pratica Bologna senza grandi sforzi è purtroppo rimasto molto deluso. Infatti non bastano Higuaín e Callejón, autori delle reti per i partenopei, per ottenere la vittoria e provare a rimanere agganciati alle prime due. Rolando Bianchi, in astinenza da mesi, ringrazia la difesa azzurra che gli consente di siglare una doppietta.  La Juventus, intanto, grazie ai gol di Vidal, Llorente e Pogba, è sempre più sola al comando, a + 12 dal Napoli e a +8 dalla Roma.

Il pareggio evidenzia per l’ennesima volta in questa stagione i limiti difensivi della squadra di Benitez. In particolare in occasione del gol del pareggio del Bologna la difesa azzurra ha lasciato completamente libero Rolando Bianchi di colpire a rete allo scadere del match. Persino Albiol, finora faro della retroguardia partenopea, con le sue fatali amnesie ha contribuito a condannare il Napoli al pareggio.

Molti gli aspetti negativi che emergono dall’incontro contro gli emiliani e purtroppo non è la prima volta nel corso della stagione. Basti semplicemente pensare che il primo tempo è stato regalato agli avversari che per lunghi tratti hanno messo in difficoltà gli azzurri. Una squadra che proclama di puntare allo scudetto non può permetterselo.

Dopo essere ormai giunti alla 20° giornata si possono, purtroppo per il Napoli, proporre le prime considerazioni sulla stagione azzurra e sul progetto Benitez. Se da un lato bisogna ammettere che la Juventus quest’anno davvero non ha rivali e ha un ruolino di marcia da record (12 vittorie consecutive!), e che la Roma sta disputando il suo miglior campionato dal 2001, anno in cui vinse il suo terzo scudetto, dall’altro bisogna constatare che il Napoli non è ancora pronto per vincere il campionato.

La rosa partenopea  non ha mostrato finora di poter competere nemmeno con la Roma. La difesa degli azzurri risulta essere, con 22 gol subiti, la più perforata tra le tre squadre di testa (la Juventus ha subito solo 14 gol, la Roma 10). La fase difensiva, così, finisce per vanificare le splendide giocate di Higuaín, Mertens e Callejón. In altre parole – lo si invoca da anni ormai – al Napoli serve un centrale. Come il pane.

I problemi, purtroppo, non si fermano alla difesa. In più occasioni, compresa nell’ultima partita a Bologna, il centrocampo ha mostrato gravi lacune: difficoltà a proteggere la linea difensiva e, soprattutto, incapacità di proporre gioco (Inler, acquistato per ben 18 milioni, risulta disperso da due anni). Certo gli infortuni di uomini importanti come Zuniga, Hamsik e, da ultimo, Behrami, non aiutano, ma non possono giustificare i flop del Napoli. Infatti già a settembre era chiaro che mancavano elementi che potessero completare la rosa. Ci si allora chiede perché la dirigenza non sia intervenuta sul mercato in estate. Perché attendere l’eliminazione dalla Champions League e la fuga dei bianconeri in campionato? Perché rischiare di essere raggiunti dalla Fiorentina, che ormai tallona gli azzurri a sole 3 lunghezze? Si spera in qualche affare low cost? Si spera che il giovane, anche se promettente, Jorginho risolverà i problemi in mediana? Certo è difficile che calciatori di caratura internazionale, che garantiscano il salto di qualità, possano lasciare a gennaio la propria squadra.

Ma – attenzione! – qui non si vogliono muovere al progetto Benitez critiche gratuite. Non intendiamo demolire quanto di buono è stato costruito con l’arrivo del tecnico spagnolo: non si vogliono assolutamente dimenticare le importanti vittorie contro la Fiorentina e le milanesi né le entusiasmanti e brillanti vittorie europee contro Borussia Dortmund e Arsenal. Allo stesso modo non si possono tacere i 43 punti raccolti finora.

Al Napoli, però, manca la continuità e, nonostante l’arrivo di un tecnico carismatico e dal curriculum internazionale, la mentalità vincente. Una squadra che punta al tricolore non può permettersi cali psicologici contro squadre di media-bassa classifica (Sassuolo, Parma, Udinese, Cagliari, Bologna).

E soprattutto dirigenza e staff tecnico, consapevoli dei limiti della squadra, non dovrebbero proclamare come obiettivo il tricolore, galvanizzando ed illudendo la tifoseria. Cosa resta allora della stagione partenopea? La terza posizione da difendere dagli attacchi di un’agguerrita Fiorentina? La Coppa Italia (si ringrazi l’ingenuo Yepes)? O sarà ancora un anno di transizione e di crescita? Ah, non si dimentichi l’Europa League, vinta lo scorso anno proprio dal Chelsea di Benitez. Certo con una Juventus così affamata sarà dura…

 

Carmelo Cutolo

Autore Carmelo Cutolo

Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.

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