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‘Nafricapoli #2’, nuova mostra di Nicholas Tolosa

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'Nafricapoli #2'


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Il 3 luglio inaugurazione installazione permanente all’Istituto Superiore Artemisia Gentileschi di Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Venerdì 3 luglio 2020, presso l’Istituto Superiore Artemisia Gentileschi, attraverso la particolare collaborazione della dirigente scolastica dott. ssa Paola Albertazzi, i prof. Maurizio Mariella e Manuela Sorice, a Napoli, via Nuova Agnano 30, si inaugura alle 11:00 l’installazione permanente composta da due opere pittoriche di Nicholas Tolosa, grazie al coinvolgimento del Tavolo Interassessorile per la Creatività Urbana del Comune di Napoli,  dell’Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanil, dell’Università di Salerno.

La mostra, a cura di Davide Sarchioni, i intitola ‘Nafricapoli#2’, è la seconda tappa di un ampio progetto con cui l’artista intende realizzare diverse opere pubbliche sul territorio comunale di Napoli.

Si ringraziano:
Fotografia Ciardi di Napoli;
Ristorante da Giona di Bacoli (NA);
Hotel Villa del Mare di Bacoli NA).

‘Kito’ e ‘Rashid’ sono i nomi propri di persona di origine africana che danno il titolo ai due grandi dipinti inediti appositamente realizzati da Nicholos Tolosa nell’ambito del secondo step del suo nuovo progetto ‘Nafricapoli’.

Il giovane e talentuoso artista utilizza le immagini potentemente evocative della sua pittura per veicolare un messaggio di fratellanza e di accoglienza che accomuna due popoli e due culture apparentemente diversi e distanti: gli abitanti di Napoli e i nativi dell’Africa che risiedono nella città partenopea, storicamente legata a vicende di integrazione sociale e di convivenza multietnica.

In questi dipinti, parte di una serie di 14, l’artista torna sul genere del ritratto a lui familiare raffigurando due volti imponenti e immobili che prorompono dal fondo scuro della tela, modellati attraverso un personale processo di semplificazione formale e di stilizzazione dei dettagli, con contorni netti, linee sicure e a volte spigolose.

Forse memore della pittura di certe avanguardie dei primi del Novecento, come della cultura pop o dei linguaggi della street-art, l’artista dà luogo a un’attualissima tipologia di realismo simbolico dove il solo impiego delle tonalità del bianco, del nero e dei grigi amplifica al massimo grado la forza espressiva di ogni opera e il suo valore di verità.

I due grandi volti sembrano ispirati alle maschere tradizionali africane e in essi si coglie un’efficace commistione tra stilemi culturali differenti che crea un interessantissimo cortocircuito visivo in cui l’Africa incontra l’Occidente.

Attraverso l’immagine della maschera e i suoi significati Tolosa è riuscito a rappresentare quel senso di integrazione e di unione individuando in essa un punto di congiunzione che sancisce un profondo legame storico-culturale tra la tradizione napoletana e quella africana, tra la maschera teatrale di Pulcinella e quelle rituali dei popoli dell’Africa.

‘Nafricapoli’ non è un progetto destinato a essere racchiuso entro le mura di una galleria o di un museo, ma si rivolge alla quotidianità della gente comune. Le stesse opere, sia nelle dimensioni sia nella loro impaginazione visiva, suggeriscono la concezione di un’arte che non può restare confinata in un proprio contesto intellettuale, ma deve aprirsi alla vita quotidiana per comunicare e interagire con la realtà attraverso un’azione pratica.

Tale è l’idea dell’artista, collocando i suoi dipinti all’esterno e contaminando gradualmente diverse aree della città, che si configura anzitutto come una concreta azione estetica e sociale volta a costituire un unico itinerario visivo, quale parte integrante di un immaginario urbano che diventa un nuovo spazio di riflessione in grado di sollecitare visioni condivise.

Tanto lo spettatore accidentale quanto gli abituali abitanti del luogo, saranno sorpresi dalla presenza dei volti-maschera e coinvolti inconsciamente quale parte attiva di un grande e complesso teatro dell’umanità all’interno del quale è la messa in scena della vita reale, di chi faticosamente lotta ogni giorno per dare dignità alla propria esistenza contro le discriminazioni razziali e culturali.

Le maschere di Tolosa si pongono ben oltre l’esperienza visiva e agiscono come specchi che riflettono la dura realtà della condizione umana, penetrando negli antri più nascosti delle coscienze per rammentare che pur nella diversità siamo in fondo tutti uguali.
Davide Sarchioni